Il saggio esamina le caratteristiche del sistema italiano con riferimento alla situazione occupazionale degli anziani, mettendo in evidenza i fattori ai quali si deve la collocazione dell'Italia tra i paesi europei più lontani dal raggiungimento dell'obiettivo comunitario di un tasso medio di popolazione occupata in età anziana pari al 50%. Si sostiene che il motivo di tale ritardo risieda in consolidate opzioni culturali, le quali hanno sempre trovato sponda tanto nell'opinione comune quanto negli operatori: sindacati, imprenditori, giudici e lo stesso legislatore, che ha ripetutamente allestito strumenti di incentivazione all'uscita degli anziani dal mercato, tra cui l'esenzione dall'applicazione della disciplina limitativa dei licenziamenti, i cd. prepensionamenti e la "mobilità lunga". Si conclude auspicando che, a dare seguito a questi interventi e costituire un quadro meno frammentario, contribuiscano le parti sociali, la cui azione è ritenuta imprescindibile trattandosi, spesso, di interventi su istituti ormai sedimentati nella contrattazione collettiva, tra gli altri, in particolare, il sistema degli automatismi retributivi legati all'anzianità di servizio, a fronte della constatazione che la riduzione del costo del lavoro costituisce uno dei principali fattori che induce le imprese a sostituire la forza lavoro anziana con lavoratori giovani.
Età e perdita dell'impiego: il quadro italiano / Basenghi, Francesco. - In: DIRITTO DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI. - ISSN 1121-8762. - STAMPA. - 4:(2005), pp. 1010-1018.
Età e perdita dell'impiego: il quadro italiano
BASENGHI, Francesco
2005
Abstract
Il saggio esamina le caratteristiche del sistema italiano con riferimento alla situazione occupazionale degli anziani, mettendo in evidenza i fattori ai quali si deve la collocazione dell'Italia tra i paesi europei più lontani dal raggiungimento dell'obiettivo comunitario di un tasso medio di popolazione occupata in età anziana pari al 50%. Si sostiene che il motivo di tale ritardo risieda in consolidate opzioni culturali, le quali hanno sempre trovato sponda tanto nell'opinione comune quanto negli operatori: sindacati, imprenditori, giudici e lo stesso legislatore, che ha ripetutamente allestito strumenti di incentivazione all'uscita degli anziani dal mercato, tra cui l'esenzione dall'applicazione della disciplina limitativa dei licenziamenti, i cd. prepensionamenti e la "mobilità lunga". Si conclude auspicando che, a dare seguito a questi interventi e costituire un quadro meno frammentario, contribuiscano le parti sociali, la cui azione è ritenuta imprescindibile trattandosi, spesso, di interventi su istituti ormai sedimentati nella contrattazione collettiva, tra gli altri, in particolare, il sistema degli automatismi retributivi legati all'anzianità di servizio, a fronte della constatazione che la riduzione del costo del lavoro costituisce uno dei principali fattori che induce le imprese a sostituire la forza lavoro anziana con lavoratori giovani.Pubblicazioni consigliate
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