Gli scavi archeologici nel centro storico di Ferrara (Emilia-Romagna, Nord Italia), dichiarato World Heritage Site dall’UNESCOnel 1995, hanno dato la possibilità di disporre di numerosi dati archeobotanici. Qui vengono considerati i dati archeocarpologiciottenuti da nove immondezzai urbani ed una latrina secondariamente adibita a immondezzaio, datati tra la fine del XIV e il XVIsec. d.C. I semi/frutti di questi depositi sono importanti per ricostruire le abitudini alimentari e come le piante siano statemanipolate in ambito domestico. I resti appartengono principalmente a comuni piante alimentari delle quali la parte rinvenutaè uno scarto derivante dall’azione “di aver mangiato” o di “aver manipolato” quella pianta. Tuttavia gli assemblaggi comprendonoanche resti di piante coltivate/coltivabili delle quali la presenza del seme/frutto non è direttamente collegabile all’utilizzo dellapianta (ad es. erbe da foglia, piante da fibra) e molti resti di piante spontanee delle quali non è ovvio l’utilizzo. In base a fontistorico-letterarie-botaniche coeve e a documentazioni etnobotaniche è stato estrapolato dalla lista floristica globale, un elencodi piante potenzialmente utilizzabili a scopo alimentare/medicinale/tecnologico/ornamentale e sono stati suggeriti, anche in basea caratteri quali-quantitativi dei relativi reperti, gli impieghi e le modalità che più facilmente possono aver portato alla loroimmissione negli immondezzai urbani.
The useful plants of the city of Ferrara (Late Mediaeval/Renaissance) based on archaeobotanical records from middens and historical/culinary/ethnobotanical documentation / Mazzanti, Marta; Bosi, Giovanna; Guarnieri, C.. - STAMPA. - 3:(2009), pp. 93-106.
The useful plants of the city of Ferrara (Late Mediaeval/Renaissance) based on archaeobotanical records from middens and historical/culinary/ethnobotanical documentation
MAZZANTI, Marta;BOSI, Giovanna;
2009
Abstract
Gli scavi archeologici nel centro storico di Ferrara (Emilia-Romagna, Nord Italia), dichiarato World Heritage Site dall’UNESCOnel 1995, hanno dato la possibilità di disporre di numerosi dati archeobotanici. Qui vengono considerati i dati archeocarpologiciottenuti da nove immondezzai urbani ed una latrina secondariamente adibita a immondezzaio, datati tra la fine del XIV e il XVIsec. d.C. I semi/frutti di questi depositi sono importanti per ricostruire le abitudini alimentari e come le piante siano statemanipolate in ambito domestico. I resti appartengono principalmente a comuni piante alimentari delle quali la parte rinvenutaè uno scarto derivante dall’azione “di aver mangiato” o di “aver manipolato” quella pianta. Tuttavia gli assemblaggi comprendonoanche resti di piante coltivate/coltivabili delle quali la presenza del seme/frutto non è direttamente collegabile all’utilizzo dellapianta (ad es. erbe da foglia, piante da fibra) e molti resti di piante spontanee delle quali non è ovvio l’utilizzo. In base a fontistorico-letterarie-botaniche coeve e a documentazioni etnobotaniche è stato estrapolato dalla lista floristica globale, un elencodi piante potenzialmente utilizzabili a scopo alimentare/medicinale/tecnologico/ornamentale e sono stati suggeriti, anche in basea caratteri quali-quantitativi dei relativi reperti, gli impieghi e le modalità che più facilmente possono aver portato alla loroimmissione negli immondezzai urbani.Pubblicazioni consigliate
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