Il lavoro parte dalla considerazione che ‘piante e cultura’ è un binomio che accompagna da sempre la storia umana. Dalla raccolta alla coltivazione, le diverse forme di sfruttamento delle specie vegetali hanno portato nel tempo a cambiamenti nella flora e vegetazione, trasformando il paesaggio naturale a paesaggio culturale. Allo stesso tempo anche il comportamento umano si è modificato, apprendendo comportamenti sempre nuovi per adattarsi a un ambiente in continua evoluzione. Gran parte della conoscenza che per generazioni ha permesso di ‘sapere come usare la foresta senza distruggerla’ sta oggi andando perduta. Per questo motivo, la Organizzazione Mondiale per la Salute (WHO-World Health Organisation) promuove da anni, e sempre più insistentemente, la valorizzazione della medicina tradizionale, basata su una conoscenza profonda ed empirica delle piante medicinali e magiche, quale strumento fondamentale per la salute fisica e mentale dei popoli, oltre che per la salvaguardia delle identità culturali dei paesi in via di sviluppo. Il mondo Occidentale, e l’Europa in particolare, soffre tragicamente la perdita di conoscenze botaniche che sono ora spesso relegate a nicchie geografiche e a persone anziane, e tendono a sparire assieme a loro. Gli studi etnobotanici e quelli archeobotanici aiutano a censire e riscoprire questo patrimonio, diventando stimolo per conservarlo o per la ricerca di nuove strade di trasmissione culturale. Alcune mostre divulgative vanno in questa direzione. Il lavoro propone alcuni esempi tratti dalla mostra trans-europea PaCE svolta nell’ambito del progetto europeo su ‘Piante e cultura: semi del patrimonio culturale europeo’ consultabile al sito web: http://www.plants-culture.unimore.it/exhibition.htm).Plants have always had a basic value for human life, but the use of giving importance to plants per se seems out of the Zeitgeist of this century, while molecular biology is largely more on fashion than classic botany among life sciences (National Research Council, 1992; Dixon, 2005; Olmstead, 2006). Plant exploitation, depending on different subsistence strategies and territories, has been a fundamental aspect of human cultures (Neumann et al., 2003; Zohary and Hopf, 2000). From harvesting to cultivation, the different forms of plant exploitation forced wild landscape to develop into cultural landscape (Birks et al., 1988; Zeist van et al., 1991; Mercuri and Sadori, in press), and human behaviour to adapt to changing environments (Diamond, 2002). In recent times, the decline of the agricultural-based culture in many countries has caused a separation among city and countryside, and modern human beings are suffering a gradual but continuous loss of perception of the seasonal rhythms, which our ancestors learned to be actually marked by plant life cycles. A major outcome of the crisis of botanical knowledge is that most people are no longer aware of the relevance of plants in their lives (Appendix 1). The disappearance of indigenous plant knowledge among the native people of all five continents, i.e. the knowledge of how to use the forest without destroying it (Plotkin, 1994), is considered a huge botanical tragedy occurring in recent decades, resulting in the loss of a long time history of human wisdom.

Plants and Culture: a neglected basic partnership for Interculturality / Mercuri, Anna Maria. - STAMPA. - (2009), pp. 17-24.

Plants and Culture: a neglected basic partnership for Interculturality.

MERCURI, Anna Maria
2009

Abstract

Il lavoro parte dalla considerazione che ‘piante e cultura’ è un binomio che accompagna da sempre la storia umana. Dalla raccolta alla coltivazione, le diverse forme di sfruttamento delle specie vegetali hanno portato nel tempo a cambiamenti nella flora e vegetazione, trasformando il paesaggio naturale a paesaggio culturale. Allo stesso tempo anche il comportamento umano si è modificato, apprendendo comportamenti sempre nuovi per adattarsi a un ambiente in continua evoluzione. Gran parte della conoscenza che per generazioni ha permesso di ‘sapere come usare la foresta senza distruggerla’ sta oggi andando perduta. Per questo motivo, la Organizzazione Mondiale per la Salute (WHO-World Health Organisation) promuove da anni, e sempre più insistentemente, la valorizzazione della medicina tradizionale, basata su una conoscenza profonda ed empirica delle piante medicinali e magiche, quale strumento fondamentale per la salute fisica e mentale dei popoli, oltre che per la salvaguardia delle identità culturali dei paesi in via di sviluppo. Il mondo Occidentale, e l’Europa in particolare, soffre tragicamente la perdita di conoscenze botaniche che sono ora spesso relegate a nicchie geografiche e a persone anziane, e tendono a sparire assieme a loro. Gli studi etnobotanici e quelli archeobotanici aiutano a censire e riscoprire questo patrimonio, diventando stimolo per conservarlo o per la ricerca di nuove strade di trasmissione culturale. Alcune mostre divulgative vanno in questa direzione. Il lavoro propone alcuni esempi tratti dalla mostra trans-europea PaCE svolta nell’ambito del progetto europeo su ‘Piante e cultura: semi del patrimonio culturale europeo’ consultabile al sito web: http://www.plants-culture.unimore.it/exhibition.htm).Plants have always had a basic value for human life, but the use of giving importance to plants per se seems out of the Zeitgeist of this century, while molecular biology is largely more on fashion than classic botany among life sciences (National Research Council, 1992; Dixon, 2005; Olmstead, 2006). Plant exploitation, depending on different subsistence strategies and territories, has been a fundamental aspect of human cultures (Neumann et al., 2003; Zohary and Hopf, 2000). From harvesting to cultivation, the different forms of plant exploitation forced wild landscape to develop into cultural landscape (Birks et al., 1988; Zeist van et al., 1991; Mercuri and Sadori, in press), and human behaviour to adapt to changing environments (Diamond, 2002). In recent times, the decline of the agricultural-based culture in many countries has caused a separation among city and countryside, and modern human beings are suffering a gradual but continuous loss of perception of the seasonal rhythms, which our ancestors learned to be actually marked by plant life cycles. A major outcome of the crisis of botanical knowledge is that most people are no longer aware of the relevance of plants in their lives (Appendix 1). The disappearance of indigenous plant knowledge among the native people of all five continents, i.e. the knowledge of how to use the forest without destroying it (Plotkin, 1994), is considered a huge botanical tragedy occurring in recent decades, resulting in the loss of a long time history of human wisdom.
2009
Plants and Culture: seeds of the cultural heritage of Europe.
9788872285749
Edipuglia
ITALIA
Plants and Culture: a neglected basic partnership for Interculturality / Mercuri, Anna Maria. - STAMPA. - (2009), pp. 17-24.
Mercuri, Anna Maria
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