Scopo del lavoro è quello di fornire una introduzione ai principali titoli derivati sulla mortalità (mortality-linked derivatives) che sono utilizzabili per la copertura del rischio di longevità. In quanto derivati, tali titoli hanno caratteristiche generali analoghe a quelle dei più famosi e diffusi derivati finanziari, ma la natura peculiare del loro sottostante (un indice di mortalità appunto) li rende alquanto diversi da quelli finanziari come ci si propone di illustrare in questa nota. In chiusura si cercherà di chiarire perché, a fronte di una letteratura ricca di proposte (vd. sezione Bibliografia), ad oggi non esiste un vero e proprio mercato di questi titoli ma solo alcune emissioni da parte di istituti bancari, che sono brevemente presentate nel lavoro. 2. La copertura del rischio di longevità coi derivati Il rischio di longevità è col rischio di catastrofe e il rischio di scarti accidentali una delle componenti del rischio demografico. Il rischio di catastrofe si riferisce sostanzialmente al rischio che nel breve periodo i tassi di mortalità siano molto maggiori del previsto: può esser gestito tramite riassicurazione (ad elevati costi) o tramite i cd. cat-bonds (bond catastrofali). Il rischio di scarti accidentali è da imputare alle normali fluttuazioni della mortalità e si può quindi gestire utilizzando una popolazione di riferimento sufficientemente ampia. In questa nota ci concentriamo sul rischio di longevità, che rappresenta il rischio che nel lungo periodo i tassi di sopravvivenza aggregati di una popolazione (coorte) di riferimento siano più alti del previsto. Naturalmente, in un contesto di popolazione che invecchia rapidamente, tale rischio gioca un ruolo fondamentale nel determinare il livello dei prezzi dei prodotti con caratteristiche previdenziali e può pertanto rappresentare un disincentivo ad una loro auspicabile diffusione. In analogia all’uso dei derivati per la copertura di altre tipologie di rischio (es. rischio di mercato, rischio di credito) i derivati mortality-indexed possono possono essere utilizzati per la copertura del rischio di longevità.3 In quasi completa analogia ai commodity o financial derivative, diversi sono i soggetti interessati alla creazioni di un loro mercato:2 Recenti studi mostrano che in UK, ogni anno di aumento nell’aspettativa di vita accresce del 3-4% gli impegni da parte degli operatori coinvolti. 3 I derivati per la copertura del rischio di longevità sono classificabili, assieme all’attività di riassicurazione, tra gli strumenti di copertura esterni all’impresa. In questo senso si aggiungono a quelli interni di tipo gestionale e assicurativo quali: caricamento di sicurezza, adeguamento dinamico delle variabili operative (es. base tecnica), flessibilità di prodotto e condivisione del rischio con l’assicurato. Non va dimenticata poi l’importanza degli strumenti di solidità patrimoniale (per approfondimenti regolamentari su Solvency II si veda ad es. Doni, 2006).

G., Loi e Costanza, Torricelli. "Il rischio di longevità e la sua copertura: un’introduzione ai titoli mortality-linked" Working paper, CEFIN (Centro Studi di Banca e Finanza) - Dipartimento di Economia Aziendale - Università di Modena e Reggio Emilia, 2007. https://doi.org/10.25431/11380_621116

Il rischio di longevità e la sua copertura: un’introduzione ai titoli mortality-linked

TORRICELLI, Costanza
2007

Abstract

Scopo del lavoro è quello di fornire una introduzione ai principali titoli derivati sulla mortalità (mortality-linked derivatives) che sono utilizzabili per la copertura del rischio di longevità. In quanto derivati, tali titoli hanno caratteristiche generali analoghe a quelle dei più famosi e diffusi derivati finanziari, ma la natura peculiare del loro sottostante (un indice di mortalità appunto) li rende alquanto diversi da quelli finanziari come ci si propone di illustrare in questa nota. In chiusura si cercherà di chiarire perché, a fronte di una letteratura ricca di proposte (vd. sezione Bibliografia), ad oggi non esiste un vero e proprio mercato di questi titoli ma solo alcune emissioni da parte di istituti bancari, che sono brevemente presentate nel lavoro. 2. La copertura del rischio di longevità coi derivati Il rischio di longevità è col rischio di catastrofe e il rischio di scarti accidentali una delle componenti del rischio demografico. Il rischio di catastrofe si riferisce sostanzialmente al rischio che nel breve periodo i tassi di mortalità siano molto maggiori del previsto: può esser gestito tramite riassicurazione (ad elevati costi) o tramite i cd. cat-bonds (bond catastrofali). Il rischio di scarti accidentali è da imputare alle normali fluttuazioni della mortalità e si può quindi gestire utilizzando una popolazione di riferimento sufficientemente ampia. In questa nota ci concentriamo sul rischio di longevità, che rappresenta il rischio che nel lungo periodo i tassi di sopravvivenza aggregati di una popolazione (coorte) di riferimento siano più alti del previsto. Naturalmente, in un contesto di popolazione che invecchia rapidamente, tale rischio gioca un ruolo fondamentale nel determinare il livello dei prezzi dei prodotti con caratteristiche previdenziali e può pertanto rappresentare un disincentivo ad una loro auspicabile diffusione. In analogia all’uso dei derivati per la copertura di altre tipologie di rischio (es. rischio di mercato, rischio di credito) i derivati mortality-indexed possono possono essere utilizzati per la copertura del rischio di longevità.3 In quasi completa analogia ai commodity o financial derivative, diversi sono i soggetti interessati alla creazioni di un loro mercato:2 Recenti studi mostrano che in UK, ogni anno di aumento nell’aspettativa di vita accresce del 3-4% gli impegni da parte degli operatori coinvolti. 3 I derivati per la copertura del rischio di longevità sono classificabili, assieme all’attività di riassicurazione, tra gli strumenti di copertura esterni all’impresa. In questo senso si aggiungono a quelli interni di tipo gestionale e assicurativo quali: caricamento di sicurezza, adeguamento dinamico delle variabili operative (es. base tecnica), flessibilità di prodotto e condivisione del rischio con l’assicurato. Non va dimenticata poi l’importanza degli strumenti di solidità patrimoniale (per approfondimenti regolamentari su Solvency II si veda ad es. Doni, 2006).
2007
Dicembre
Cefin Short Notes Series
G., Loi; Torricelli, Costanza
G., Loi e Costanza, Torricelli. "Il rischio di longevità e la sua copertura: un’introduzione ai titoli mortality-linked" Working paper, CEFIN (Centro Studi di Banca e Finanza) - Dipartimento di Economia Aziendale - Università di Modena e Reggio Emilia, 2007. https://doi.org/10.25431/11380_621116
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