Premessa e scopi: Nella pratica clinica, l’utilizzo in ambito internistico dei marcatori neoplastici (MN) è frequente e spesso non giustificato dalle raccomandazioni presenti in letteratura. Scopo del presente lavoro è quantificare la modalità di utilizzo dei MN in ambito internistico valutandone l’appropriatezza. Materiali e metodi: Nel Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche del Policlinico di Modena e’ stata eseguita un’analisi retrospettiva sull’impiego dei principali MN (CEA, CA 19.9, CA 125, NSE, CA 15.3).L’analisi e’ stata divisa in due fasi distinte: (I) quantitativa (numero totale di richieste di MN in 4 distinte Unità Operative nel periodo 2001-2003), allo scopo di valutare l’entità del problema; (II) qualitativa, limitata ad un semestre (anno 2002) e ad una sola di tali UO (Medicina II) , con lo scopo di verificare il rapporto costo-beneficio e l’ appropriatezza delle richieste (ovvero corrispondenza fra motivazione dell’utilizzo del MN e raccomandazioni internazionali al suo utilizzo, sulla base della diagnosi di ammissione e di dimissione, sulla storia clinica del ricovero e del paziente). Risultati: Il numero di determinazioni dei MN nel periodo considerato è risultato elevato, pari a circa il 62% dei pazienti ricoverati (5102 su 8253), con valori sovrapponibili nei 3 reparti internistici considerati. Nell’ UO di medicina II, nel semestre campione considerato, l’appropriatezza dell’utilizzo dei MN nel loro complesso è risultata pari al 4.8% (12/248) [CEA= 9%, CA19.9= 3%, CA-125 = 2%, NSE= 9.6%, CA 15.3 = 19.3%): la motivazione più frequente (79%) del loro utilizzo è stata quella diagnostica, spesso precedente qualsiasi altra indagine. Nella figura sono riportati i valori di sensibilità , specificità e valore predittivo positivo (VPP) dei diversi MN studiati calcolati in base alla diagnosi di dimissione (presenza/assenza di patologia neoplastica accertata). Conclusioni: I risultati del nostro studio mostrano una elevata inappropriatezza nell’utilizzo dei MN in ambiente internistico, motivata probabilmente dalla consuetudine e da timori di “inadempienza diagnostica”. In accordo con quanto definito dalle più recenti raccomandazioni in campo oncologico, i MN, come confermato anche dallo scarso VPP da noi osservato (vedi figura), sono del tutto irrilevanti se usati a scopo diagnostico precoce in popolazioni non selezionate (nel nostro campione 1/284, pari al 0.4%). Essi risultano pertanto frutto di spesa non trascurabile (circa € 30.000/anno) nonostante siano test a basso costo (da euro 10.6 a euro 18.4) e dotati di buona sensibilità e specificità. Il loro utilizzo in popolazione selezionate di pazienti (ovvero follow-up e conferma diagnostica) rappresenta pertanto il solo uso avvalorato da un favorevole rapporto costo-beneficio nell’ambito di una divisione di medicina interna.

Impiego dei marcatori di neoplasia (CEA, CA 19.9, CA 125, CA 16.3, NSE) in Medinina Interna: uno studio retrospettivo / D., Arioli; M., Pipino; E., Boldrini; E., Amateis; A., Cristani; Ventura, Paolo; M. L., Zeneroli. - In: ANNALI ITALIANI DI MEDICINA INTERNA. - ISSN 0393-9340. - STAMPA. - 20 (suppl 2):(2005), pp. 155-155. (Intervento presentato al convegno 106° Congresso Nazionale della Società ITaliana di Medicina Interna tenutosi a Roma nel 18-21-Ottobre 2005).

Impiego dei marcatori di neoplasia (CEA, CA 19.9, CA 125, CA 16.3, NSE) in Medinina Interna: uno studio retrospettivo

VENTURA, Paolo;
2005

Abstract

Premessa e scopi: Nella pratica clinica, l’utilizzo in ambito internistico dei marcatori neoplastici (MN) è frequente e spesso non giustificato dalle raccomandazioni presenti in letteratura. Scopo del presente lavoro è quantificare la modalità di utilizzo dei MN in ambito internistico valutandone l’appropriatezza. Materiali e metodi: Nel Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche del Policlinico di Modena e’ stata eseguita un’analisi retrospettiva sull’impiego dei principali MN (CEA, CA 19.9, CA 125, NSE, CA 15.3).L’analisi e’ stata divisa in due fasi distinte: (I) quantitativa (numero totale di richieste di MN in 4 distinte Unità Operative nel periodo 2001-2003), allo scopo di valutare l’entità del problema; (II) qualitativa, limitata ad un semestre (anno 2002) e ad una sola di tali UO (Medicina II) , con lo scopo di verificare il rapporto costo-beneficio e l’ appropriatezza delle richieste (ovvero corrispondenza fra motivazione dell’utilizzo del MN e raccomandazioni internazionali al suo utilizzo, sulla base della diagnosi di ammissione e di dimissione, sulla storia clinica del ricovero e del paziente). Risultati: Il numero di determinazioni dei MN nel periodo considerato è risultato elevato, pari a circa il 62% dei pazienti ricoverati (5102 su 8253), con valori sovrapponibili nei 3 reparti internistici considerati. Nell’ UO di medicina II, nel semestre campione considerato, l’appropriatezza dell’utilizzo dei MN nel loro complesso è risultata pari al 4.8% (12/248) [CEA= 9%, CA19.9= 3%, CA-125 = 2%, NSE= 9.6%, CA 15.3 = 19.3%): la motivazione più frequente (79%) del loro utilizzo è stata quella diagnostica, spesso precedente qualsiasi altra indagine. Nella figura sono riportati i valori di sensibilità , specificità e valore predittivo positivo (VPP) dei diversi MN studiati calcolati in base alla diagnosi di dimissione (presenza/assenza di patologia neoplastica accertata). Conclusioni: I risultati del nostro studio mostrano una elevata inappropriatezza nell’utilizzo dei MN in ambiente internistico, motivata probabilmente dalla consuetudine e da timori di “inadempienza diagnostica”. In accordo con quanto definito dalle più recenti raccomandazioni in campo oncologico, i MN, come confermato anche dallo scarso VPP da noi osservato (vedi figura), sono del tutto irrilevanti se usati a scopo diagnostico precoce in popolazioni non selezionate (nel nostro campione 1/284, pari al 0.4%). Essi risultano pertanto frutto di spesa non trascurabile (circa € 30.000/anno) nonostante siano test a basso costo (da euro 10.6 a euro 18.4) e dotati di buona sensibilità e specificità. Il loro utilizzo in popolazione selezionate di pazienti (ovvero follow-up e conferma diagnostica) rappresenta pertanto il solo uso avvalorato da un favorevole rapporto costo-beneficio nell’ambito di una divisione di medicina interna.
2005
20 (suppl 2)
155
155
D., Arioli; M., Pipino; E., Boldrini; E., Amateis; A., Cristani; Ventura, Paolo; M. L., Zeneroli
Impiego dei marcatori di neoplasia (CEA, CA 19.9, CA 125, CA 16.3, NSE) in Medinina Interna: uno studio retrospettivo / D., Arioli; M., Pipino; E., Boldrini; E., Amateis; A., Cristani; Ventura, Paolo; M. L., Zeneroli. - In: ANNALI ITALIANI DI MEDICINA INTERNA. - ISSN 0393-9340. - STAMPA. - 20 (suppl 2):(2005), pp. 155-155. (Intervento presentato al convegno 106° Congresso Nazionale della Società ITaliana di Medicina Interna tenutosi a Roma nel 18-21-Ottobre 2005).
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