La ricerca si propone di definire i criteri di rilevamento (principi) ed i metodi pratici (tecniche) utilizzabili nella cartografia di rocce sedimentarie prive di una coerenza interna a causa dell’assenza di superfici di stratificazione lateralmente continue. Questo è stato possibile tramite l’esperienza maturata nel rilevamento di vasti settori dell’Appennino Settentrionale e attraverso lo studio di tre aree campione ubicate in differenti contesti geotettonici dell’Appennino (Toscana meridionale, Appennino vogherese e Abruzzo meridionale). Nello studio delle rocce caotiche deve essere tenuto distinto il problema che riguarda la genesi della loro struttura/tessitura da quello che riguarda la loro attuale giacitura. Devono essere individuati, pertanto, dei criteri utili a riconoscere in modo oggettivo i meccanismi responsabili della struttura/tessitura caotica, e dei criteri che permettano di ricavare le modalità con le quali la stessa roccia ha acquisito la sua attuale giacitura.Alla scala dell’affioramento i caratteri oggettivi che permettono di attribuire la genesi di una roccia caotica a meccanismi sedimentari o tettonici sono: l’associazione litologica, la tessitura e la struttura mesoscopica.Gli elementi diagnostici utili a riconoscere i meccanismi che hanno portato una roccia ad acquisire una giacitura caotica sono: l’estensione e lo spessore; la natura dei contatti; le relazioni con le rocce circostanti; il fatto che rappresenti un corpo che include altri corpi stratigraficamente incompatibili o che costituisca un corpo estraneo dal punto di vista stratigrafico; l’esistenza di stili strutturali contrastanti; la presenza di collocazioni stratigrafiche anomale; l’esistenza di caratteristiche paleoambientale incongruenti.L’insieme dei criteri e degli elementi diagnostici elencati permette di distinguere i seguenti tipi di rocce caotiche: brecce sedimentarie (depositi di debris e mud flow); tettoniti in situ o primarie; associazioni di tettoniti e brecce sedimentarie; tettoniti dislocate da meccanismi sedimentari o tettoniti secondarie.Le tecniche ed i criteri individuati hanno dimostrato una validità generale, applicabile nei vari domini geotettonici dell’Appennino, indipendentemente dall’entità delle deformazioni tettoniche. Essi rappresentano quindi uno strumento fondamentale non solo per migliorare la qualità della rappresentazione cartografica ma anche per ottenere informazioni di carattere stratigrafico e strutturale, indispensabili a descrivere la storia geologica di una regione caratterizzata dalla presenza di rocce sedimentarie stratigraficamente incoerenti.

Metodi e tecniche di rilevamento delle rocce caotiche appenniniche / Bettelli, Giuseppe; M., Bonacci; Conti, Stefano; Fregni, Paola; Fioroni, Chiara; R., Gibellini; C., Mondani; Panini, Filippo; P., Vannucchi. - STAMPA. - (2000), pp. 26-26. (Intervento presentato al convegno Incontro di Studio Progetto Carte Prototipali tenutosi a bologna nel 27-28/1/2000).

Metodi e tecniche di rilevamento delle rocce caotiche appenniniche

BETTELLI, Giuseppe;CONTI, Stefano;FREGNI, Paola;FIORONI, Chiara;PANINI, Filippo;
2000

Abstract

La ricerca si propone di definire i criteri di rilevamento (principi) ed i metodi pratici (tecniche) utilizzabili nella cartografia di rocce sedimentarie prive di una coerenza interna a causa dell’assenza di superfici di stratificazione lateralmente continue. Questo è stato possibile tramite l’esperienza maturata nel rilevamento di vasti settori dell’Appennino Settentrionale e attraverso lo studio di tre aree campione ubicate in differenti contesti geotettonici dell’Appennino (Toscana meridionale, Appennino vogherese e Abruzzo meridionale). Nello studio delle rocce caotiche deve essere tenuto distinto il problema che riguarda la genesi della loro struttura/tessitura da quello che riguarda la loro attuale giacitura. Devono essere individuati, pertanto, dei criteri utili a riconoscere in modo oggettivo i meccanismi responsabili della struttura/tessitura caotica, e dei criteri che permettano di ricavare le modalità con le quali la stessa roccia ha acquisito la sua attuale giacitura.Alla scala dell’affioramento i caratteri oggettivi che permettono di attribuire la genesi di una roccia caotica a meccanismi sedimentari o tettonici sono: l’associazione litologica, la tessitura e la struttura mesoscopica.Gli elementi diagnostici utili a riconoscere i meccanismi che hanno portato una roccia ad acquisire una giacitura caotica sono: l’estensione e lo spessore; la natura dei contatti; le relazioni con le rocce circostanti; il fatto che rappresenti un corpo che include altri corpi stratigraficamente incompatibili o che costituisca un corpo estraneo dal punto di vista stratigrafico; l’esistenza di stili strutturali contrastanti; la presenza di collocazioni stratigrafiche anomale; l’esistenza di caratteristiche paleoambientale incongruenti.L’insieme dei criteri e degli elementi diagnostici elencati permette di distinguere i seguenti tipi di rocce caotiche: brecce sedimentarie (depositi di debris e mud flow); tettoniti in situ o primarie; associazioni di tettoniti e brecce sedimentarie; tettoniti dislocate da meccanismi sedimentari o tettoniti secondarie.Le tecniche ed i criteri individuati hanno dimostrato una validità generale, applicabile nei vari domini geotettonici dell’Appennino, indipendentemente dall’entità delle deformazioni tettoniche. Essi rappresentano quindi uno strumento fondamentale non solo per migliorare la qualità della rappresentazione cartografica ma anche per ottenere informazioni di carattere stratigrafico e strutturale, indispensabili a descrivere la storia geologica di una regione caratterizzata dalla presenza di rocce sedimentarie stratigraficamente incoerenti.
2000
Incontro di Studio Progetto Carte Prototipali
bologna
27-28/1/2000
26
26
Bettelli, Giuseppe; M., Bonacci; Conti, Stefano; Fregni, Paola; Fioroni, Chiara; R., Gibellini; C., Mondani; Panini, Filippo; P., Vannucchi
Metodi e tecniche di rilevamento delle rocce caotiche appenniniche / Bettelli, Giuseppe; M., Bonacci; Conti, Stefano; Fregni, Paola; Fioroni, Chiara; R., Gibellini; C., Mondani; Panini, Filippo; P., Vannucchi. - STAMPA. - (2000), pp. 26-26. (Intervento presentato al convegno Incontro di Studio Progetto Carte Prototipali tenutosi a bologna nel 27-28/1/2000).
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