Le discromie dentarie possono essere distinte in estrinseche ed intrinseche: le prime, interessano l’esterno del dente, sono di natura esogena cioè determinate da agenti esterni (cibi, bevande, placca, tartaro, fumo, prodotti con clorexedina) e possono essere facilmente eliminate con l’uso di una pasta dentifricia specifica e specifiche tecniche di abrasione professionale.Le seconde sono determinate dal deposito nella struttura organica o minerale del dente di pigmenti nel corso dello sviluppo e/o della mineralizzazione dei germi dentari. Queste discromie per essere risolte, richiedono l’utilizzo di prodotti specifici o specifiche tecniche opportune.Con il termine sbiancamento si intende, dal punto di vista chimico, la distruzione dei gruppi cromofori presenti nei composti organici ed inorganici.Attraverso una reazione chimica di ossido riduzione, pertanto, l’agente sbiancante riesce a decolorare un substrato contenente doppi legami coniugati, sistemi aromatici e sistemi chinolonici2,3.Attualmente in commercio esistono prodotti sbiancanti a base di perossido di idrogeno e perossido di carbamide a diverse concentrazioni con i quali si può effettuare uno sbiancamento ambulatoriale o domiciliare4-10.Nel primo caso il professionista applica la miscela sugli elementi da trattare, nel secondo, invece, viene confezionata una mascherina in resina da indossare con il prodotto al suo interno per il periodo di riposo notturno.Scopo della presente ricerca è di verificare l’efficacia del trattamento sbiancante con perossido di idrogeno al 37.5% (Pola office Plus, SDI, Australia), attraverso l’analisi allo spettrofotometro, su un gruppo di popolazione di 10 pazienti a distanza di 12 mesi dal conseguimento dei risultati clinici.
Sbiancamento ambulatoriale professionale con perossido di idrogeno al 37,5% (Pola Office Plus): risultati clinici a dodici mesi mediante spettrofotometria / Franchi, I; Malaguti, G.; Benatti, D.; Franchi, M.; Bortolini, Sergio; Consolo, Ugo. - In: DOCTOR. OS. - ISSN 1120-7140. - STAMPA. - Gennaio 2008 - Suppl. 1 16 (1):(2008), pp. 185-188. (Intervento presentato al convegno IX Convegno in memoria del Dott. Enzo Daina ”La prima porta: l’etica, il paziente, la professione tenutosi a Centro Daina, Nembro(BG) nel 25 gennaio 2008).
Sbiancamento ambulatoriale professionale con perossido di idrogeno al 37,5% (Pola Office Plus): risultati clinici a dodici mesi mediante spettrofotometria
BORTOLINI, Sergio;CONSOLO, Ugo
2008
Abstract
Le discromie dentarie possono essere distinte in estrinseche ed intrinseche: le prime, interessano l’esterno del dente, sono di natura esogena cioè determinate da agenti esterni (cibi, bevande, placca, tartaro, fumo, prodotti con clorexedina) e possono essere facilmente eliminate con l’uso di una pasta dentifricia specifica e specifiche tecniche di abrasione professionale.Le seconde sono determinate dal deposito nella struttura organica o minerale del dente di pigmenti nel corso dello sviluppo e/o della mineralizzazione dei germi dentari. Queste discromie per essere risolte, richiedono l’utilizzo di prodotti specifici o specifiche tecniche opportune.Con il termine sbiancamento si intende, dal punto di vista chimico, la distruzione dei gruppi cromofori presenti nei composti organici ed inorganici.Attraverso una reazione chimica di ossido riduzione, pertanto, l’agente sbiancante riesce a decolorare un substrato contenente doppi legami coniugati, sistemi aromatici e sistemi chinolonici2,3.Attualmente in commercio esistono prodotti sbiancanti a base di perossido di idrogeno e perossido di carbamide a diverse concentrazioni con i quali si può effettuare uno sbiancamento ambulatoriale o domiciliare4-10.Nel primo caso il professionista applica la miscela sugli elementi da trattare, nel secondo, invece, viene confezionata una mascherina in resina da indossare con il prodotto al suo interno per il periodo di riposo notturno.Scopo della presente ricerca è di verificare l’efficacia del trattamento sbiancante con perossido di idrogeno al 37.5% (Pola office Plus, SDI, Australia), attraverso l’analisi allo spettrofotometro, su un gruppo di popolazione di 10 pazienti a distanza di 12 mesi dal conseguimento dei risultati clinici.File | Dimensione | Formato | |
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