Numerosi studi hanno sottolineato come esista una notevole discrepanza tra quella che è la “necessità” oggettiva del ripristino delle arcate complete e quella che costituisce la “richiesta”, soggettivamente avvertita dal paziente, di un trattamento di tale portata e come, questo, sia legato non solo a limitazioni di tipo economico, ma anche al fatto che molti pazienti non ne avvertono l’esigenza, essendo soddisfatti, sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista funzionale, con una dentatura inferiore a 28 unità. Questo ha fatto sì che, recentemente, pur rimanendo la riabilitazione completa l’obiettivo primario da raggiungere, sia stato sviluppato il concetto della Shortened Dental Arch (SDA): un nuovo tipo di approccio nel quale gli sforzi e le risorse del trattamento (prima conservativo e poi protesico) sono finalizzati alla preservazione degli elementi anteriori e dei premolari, costituendo questi la parte “strategica” dell’arcata. Tali denti, infatti, oltre a presentare il più alto valore estetico, sono in grado di assicurare un’efficienza masticatoria che, pur non essendo ottimale, risulta essere comunque accettabile per il paziente. La SDA, dove siano assenti le controindicazioni alla sua applicazione, rappresenta una valida alternativa alla riabilitazione completa dell’arcata, soprattutto in presenza dei così detti “fattori limitanti”, dati non solo da condizioni economiche precarie, ma anche da un cattivo stato di salute dentale e generale. In questi casi, la SDA risulta essere vantaggiosa, in quanto è in grado di minimizzare non solo il costo economico della terapia, ma anche quello “biologico” associato alla sostituzione di tutti i denti persi, risultando comunque soddisfacente in termini soggettivi. L’ applicabilità del concetto di SDA è stata largamente accettata nell’ambito della pratica clinica, sebbene ulteriori studi siano necessari per la comprensione dei suoi effetti a lungo termine. Verosimilmente, considerato l’invecchiamento generale della popolazione associato ad un più lungo mantenimento in sede degli elementi dentali, la SDA assumerà, in futuro, un ruolo sempre maggiore.Several clinical and sperimental researches show a big discrepancy between objective necessity of a complete rehabilitation of a partial edentulous arch and the patient’s subjective demand of this kind of approach.There are not only aesthetic reasons for this condition, but functional reasons too.Because of this statement, the maintenance of the residual teeth, anterior teeth and premolars, is a new therapeutic alternative for the operators.Studies have demonstrate that this kind of residual arch is sufficient to maintain a good aesthetic and an effective masticatory function.

UNA VALIDA ALTERNATIVA ALLA RIABILITAZIONE COMPLETA. ARCATA DENTALE MINIMA / Forghieri, R; Consolo, Ugo; Franchi, M; Bortolini, Sergio. - In: DENTAL CADMOS. - ISSN 0011-8524. - STAMPA. - 2:(2004), pp. 35-43.

UNA VALIDA ALTERNATIVA ALLA RIABILITAZIONE COMPLETA. ARCATA DENTALE MINIMA.

CONSOLO, Ugo;BORTOLINI, Sergio
2004

Abstract

Numerosi studi hanno sottolineato come esista una notevole discrepanza tra quella che è la “necessità” oggettiva del ripristino delle arcate complete e quella che costituisce la “richiesta”, soggettivamente avvertita dal paziente, di un trattamento di tale portata e come, questo, sia legato non solo a limitazioni di tipo economico, ma anche al fatto che molti pazienti non ne avvertono l’esigenza, essendo soddisfatti, sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista funzionale, con una dentatura inferiore a 28 unità. Questo ha fatto sì che, recentemente, pur rimanendo la riabilitazione completa l’obiettivo primario da raggiungere, sia stato sviluppato il concetto della Shortened Dental Arch (SDA): un nuovo tipo di approccio nel quale gli sforzi e le risorse del trattamento (prima conservativo e poi protesico) sono finalizzati alla preservazione degli elementi anteriori e dei premolari, costituendo questi la parte “strategica” dell’arcata. Tali denti, infatti, oltre a presentare il più alto valore estetico, sono in grado di assicurare un’efficienza masticatoria che, pur non essendo ottimale, risulta essere comunque accettabile per il paziente. La SDA, dove siano assenti le controindicazioni alla sua applicazione, rappresenta una valida alternativa alla riabilitazione completa dell’arcata, soprattutto in presenza dei così detti “fattori limitanti”, dati non solo da condizioni economiche precarie, ma anche da un cattivo stato di salute dentale e generale. In questi casi, la SDA risulta essere vantaggiosa, in quanto è in grado di minimizzare non solo il costo economico della terapia, ma anche quello “biologico” associato alla sostituzione di tutti i denti persi, risultando comunque soddisfacente in termini soggettivi. L’ applicabilità del concetto di SDA è stata largamente accettata nell’ambito della pratica clinica, sebbene ulteriori studi siano necessari per la comprensione dei suoi effetti a lungo termine. Verosimilmente, considerato l’invecchiamento generale della popolazione associato ad un più lungo mantenimento in sede degli elementi dentali, la SDA assumerà, in futuro, un ruolo sempre maggiore.Several clinical and sperimental researches show a big discrepancy between objective necessity of a complete rehabilitation of a partial edentulous arch and the patient’s subjective demand of this kind of approach.There are not only aesthetic reasons for this condition, but functional reasons too.Because of this statement, the maintenance of the residual teeth, anterior teeth and premolars, is a new therapeutic alternative for the operators.Studies have demonstrate that this kind of residual arch is sufficient to maintain a good aesthetic and an effective masticatory function.
2004
2
35
43
UNA VALIDA ALTERNATIVA ALLA RIABILITAZIONE COMPLETA. ARCATA DENTALE MINIMA / Forghieri, R; Consolo, Ugo; Franchi, M; Bortolini, Sergio. - In: DENTAL CADMOS. - ISSN 0011-8524. - STAMPA. - 2:(2004), pp. 35-43.
Forghieri, R; Consolo, Ugo; Franchi, M; Bortolini, Sergio
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