Le vicende che hanno accompagnato l’origine di “Gemma 1786”, il Museo Universitario Mineralogico e Geologico Estense del Dipartimento di Scienze della Terra, rispecchiano l’evoluzione culturale che, nel tempo, ha caratterizzato la città di Modena ed il suo territorio.La sua storia è affascinante ed ha inizio nel Settecento quando il Duca Francesco III d’Este, su proposta del Dicastero dei Riformatori degli Studi, decise di inviare un professore sulle colline modenesi “per formare un patrio Museo” dedicato prevalentemente al regno minerale.Le collezioni di questo Museo, che nel 1846 Pietro Doderlein definì “gemma fra le più belle e munificenti istituzioni di S.A.R. Francesco IV”, cominciarono a delinearsi fin dall’inizio e si arricchirono nel tempo con donazioni, acquisti e lasciti. Sono storia attuale le acquisizioni di campioni raccolti da alcuni ricercatori del Dipartimento stesso durante numerose campagne di rilevamento anche in regioni lontane, come la Groenlandia, il Brasile, l’Africa, l’Australia e l’Antartide.È solo da alcuni anni che il Museo ha voluto aprirsi al pubblico in un’ottica di maggior visibilità, avviando un nuovo progetto di valorizzazione e di divulgazione del patrimonio scientifico e storico-culturale, unico e prezioso, racchiuso al suo interno; anche attraverso l’attribuzione ufficiale (8 aprile 2005) di un nome nuovo, semplice ed evocativo: “Gemma 1786”, ovvero il Museo Universitario Mineralogico e Geologico Estense del Dipartimento di Scienze della Terra. Il patrimonio museale si compone di collezioni di minerali, rocce, meteoriti, plastici e carte, insieme ad esemplari di notevole importanza come, ad esempio, il meteorite caduto ad Albareto di Modena nel 1766.Particolare attenzione è inoltre rivolta al mondo delle persone con disabilità motorie, le visite a “Gemma 1786” non sono, infatti, ostacolate da barriere architettoniche.

Museo Mineralogico e Geologico Estense. Gemma 1786 / Bertacchini, Milena. - STAMPA. - (2008), pp. 73-92.

Museo Mineralogico e Geologico Estense. Gemma 1786

BERTACCHINI, Milena
2008

Abstract

Le vicende che hanno accompagnato l’origine di “Gemma 1786”, il Museo Universitario Mineralogico e Geologico Estense del Dipartimento di Scienze della Terra, rispecchiano l’evoluzione culturale che, nel tempo, ha caratterizzato la città di Modena ed il suo territorio.La sua storia è affascinante ed ha inizio nel Settecento quando il Duca Francesco III d’Este, su proposta del Dicastero dei Riformatori degli Studi, decise di inviare un professore sulle colline modenesi “per formare un patrio Museo” dedicato prevalentemente al regno minerale.Le collezioni di questo Museo, che nel 1846 Pietro Doderlein definì “gemma fra le più belle e munificenti istituzioni di S.A.R. Francesco IV”, cominciarono a delinearsi fin dall’inizio e si arricchirono nel tempo con donazioni, acquisti e lasciti. Sono storia attuale le acquisizioni di campioni raccolti da alcuni ricercatori del Dipartimento stesso durante numerose campagne di rilevamento anche in regioni lontane, come la Groenlandia, il Brasile, l’Africa, l’Australia e l’Antartide.È solo da alcuni anni che il Museo ha voluto aprirsi al pubblico in un’ottica di maggior visibilità, avviando un nuovo progetto di valorizzazione e di divulgazione del patrimonio scientifico e storico-culturale, unico e prezioso, racchiuso al suo interno; anche attraverso l’attribuzione ufficiale (8 aprile 2005) di un nome nuovo, semplice ed evocativo: “Gemma 1786”, ovvero il Museo Universitario Mineralogico e Geologico Estense del Dipartimento di Scienze della Terra. Il patrimonio museale si compone di collezioni di minerali, rocce, meteoriti, plastici e carte, insieme ad esemplari di notevole importanza come, ad esempio, il meteorite caduto ad Albareto di Modena nel 1766.Particolare attenzione è inoltre rivolta al mondo delle persone con disabilità motorie, le visite a “Gemma 1786” non sono, infatti, ostacolate da barriere architettoniche.
2008
Musei Universitari Modenesi
9788888632148
Editrice Moderna
ITALIA
Museo Mineralogico e Geologico Estense. Gemma 1786 / Bertacchini, Milena. - STAMPA. - (2008), pp. 73-92.
Bertacchini, Milena
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