I campi magnetici a frequenza estremamente bassa (ELF) costituiscono un rischio ambientale di grande attualità ed interesse nell’ambito della Sanità Pubblica, data la loro presenza praticamente ubiquitaria negli ambienti di vita e di lavoro. Studi in vitro e sperimentali suggeriscono che gli ELF possano causare effetti avversi sulla funzione immune, ma i dati sono contraddittori. In uno studio pilota condotto su lavoratori professionalmente esposti a vari livelli di ELF, abbiamo evidenziato una possibile interferenza dell’esposizione a tali campi sull’attività funzionale delle cellule natural killer (NK). Scopo di questo lavoro è di approfondire questo aspetto, allargando lo studio ad un gruppo numericamente più consistente (circa 100) di lavoratori addetti a varie mansioni in diversi comparti lavorativi (aziende di servizi, metalmeccanico, ceramico, tessile ed alimentare). Mediante l’utilizzo di dosimetri personali, in ogni soggetto è stata misurata per due turni lavorativi successivi l’esposizione ad ELF, espressa in microTesla (T) e calcolata come media ponderata nel tempo (Time Weighted Average –TWA-). In base ai risultati il campione è stato suddiviso in tre gruppi di esposizione: bassa, intermedia, elevata. Da un campione di sangue periferico sono stati separati i linfociti per la misura dell’attività citolitica delle cellule NK tramite metodo non radioattivo (Borella et al, JIM 1995). L’indagine è tuttora in corso, ma la elaborazione dei dati di un primo gruppo di soggetti è indicativa di una riduzione dell’attività NK nei lavoratori ad esposizione più elevata rispetto al gruppo meno esposto. Questo risultato è in accordo con i dati preliminari e l’interferenza sulla funzionalità delle cellule NK suggerisce che gli ELF possano svolgere un ruolo di co-promozione nello sviluppo di tumori, tramite una riduzione delle difese immunitarie.
EFFETTO DELL’ESPOSIZIONE A CAMPI MAGNETICI ELF SULLE DIFESE IMMUNITARIE: RIDUZIONE DELL’ATTIVITÀ FUNZIONALE DELLE CELLULE NATURAL KILLER / Bargellini, Annalisa; Scaringi, Meri; Bravo, Giulia; Cauteruccio, Laura; Marchesi, Isabella; Gobba, Fabriziomaria. - In: PANORAMA DELLA SANITÀ. - ISSN 1827-8140. - STAMPA. - Suppl. n.39:(2006), pp. 394-394. (Intervento presentato al convegno 42° Congresso Nazionale SItI "La prevenzione per la promozione della salute e l'integrazione dei popoli" tenutosi a Catania nel 27-30 ottobre, 2006).
EFFETTO DELL’ESPOSIZIONE A CAMPI MAGNETICI ELF SULLE DIFESE IMMUNITARIE: RIDUZIONE DELL’ATTIVITÀ FUNZIONALE DELLE CELLULE NATURAL KILLER
BARGELLINI, Annalisa;SCARINGI, Meri;BRAVO, Giulia;CAUTERUCCIO, Laura;MARCHESI, Isabella;GOBBA, Fabriziomaria
2006
Abstract
I campi magnetici a frequenza estremamente bassa (ELF) costituiscono un rischio ambientale di grande attualità ed interesse nell’ambito della Sanità Pubblica, data la loro presenza praticamente ubiquitaria negli ambienti di vita e di lavoro. Studi in vitro e sperimentali suggeriscono che gli ELF possano causare effetti avversi sulla funzione immune, ma i dati sono contraddittori. In uno studio pilota condotto su lavoratori professionalmente esposti a vari livelli di ELF, abbiamo evidenziato una possibile interferenza dell’esposizione a tali campi sull’attività funzionale delle cellule natural killer (NK). Scopo di questo lavoro è di approfondire questo aspetto, allargando lo studio ad un gruppo numericamente più consistente (circa 100) di lavoratori addetti a varie mansioni in diversi comparti lavorativi (aziende di servizi, metalmeccanico, ceramico, tessile ed alimentare). Mediante l’utilizzo di dosimetri personali, in ogni soggetto è stata misurata per due turni lavorativi successivi l’esposizione ad ELF, espressa in microTesla (T) e calcolata come media ponderata nel tempo (Time Weighted Average –TWA-). In base ai risultati il campione è stato suddiviso in tre gruppi di esposizione: bassa, intermedia, elevata. Da un campione di sangue periferico sono stati separati i linfociti per la misura dell’attività citolitica delle cellule NK tramite metodo non radioattivo (Borella et al, JIM 1995). L’indagine è tuttora in corso, ma la elaborazione dei dati di un primo gruppo di soggetti è indicativa di una riduzione dell’attività NK nei lavoratori ad esposizione più elevata rispetto al gruppo meno esposto. Questo risultato è in accordo con i dati preliminari e l’interferenza sulla funzionalità delle cellule NK suggerisce che gli ELF possano svolgere un ruolo di co-promozione nello sviluppo di tumori, tramite una riduzione delle difese immunitarie.Pubblicazioni consigliate
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