I campi magnetici a frequenza estremamente bassa (ELF-MF) costituiscono un rischio di grande interesse nell’ambito della Medicina del Lavoro data la loro presenza praticamente ubiquitaria e per la loro classificazione tra i possibili cancerogeni per l’uomo (Gruppo 2B, IARC). In particolare, gli ELF-MF non sembrano causare effetti genotossici diretti, ma alcuni dati suggeriscono una possibile azione sulla promozione e/o sulla progressione. In accordo con questa possibilità sarebbero i risultati di alcuni studi che hanno osservato effetti a carico del sistema immunitario in seguito ad esposizioni occupazionali croniche ELF-MF. In particolare è stato riportato un effetto avverso sull’attività citotossica dei linfociti Natural Killer (NK); i risultati sono, però, finora limitati e poco conclusivi. Su questa base ci siamo proposti di esaminare gli effetti della esposizione occupazionale a campo magnetico ELF a carico dell’attività citotossica delle cellule NK nei linfociti di sangue periferico.E’ stato studiato un campione di 109 lavoratori addetti a diverse mansioni in vari comparti lavorativi. L’esposizione personale a campi magnetici ELF è stata valutata mediante dosimetria personale protratta per due turni lavorativi completi. I valori sono stati espressi come Time-Weighted Average (TWA) calcolati come media delle misurazioni nel periodo campionato.L’attività citotossica delle cellule NK è stata valutata nei linfociti di sangue periferico con un metodo basato sulla lisi di cellule target (T), costituite da cellule eritroleucemiche (Erythroleukaemic cell line K562) a differenti concentrazioni di cellule NK attivate (Effector cells -E-), e viene espressa sia come % di lisi a differenti rapporti tra NK e cellule target (E:T ratio: 100:1, 50:1, 25:1, 12:1, 6:1) ,che come numero di Unità Litiche (UL) per 107 linfociti. L’esposizione personale mediana nell’intero gruppo è risultata pari a 0,17 µT con 5° e 95° percentile rispettivamente 0,03 e 2,85 µT.Il campione è stato suddiviso in tre sottogruppi di esposizione: bassa esposizione (56 lavoratori; TWA 0,2 µT), esposizione intermedia (30 lavoratori; 0,2 <TWA < 1 µT), esposizione più elevato (23 lavoratori; TWA 1 µT).Nessuna differenza significativa è stata osservata nei rispettivi gruppi per le variabili demografiche e personali di rilievo (sesso, età, BMI, attitudine al fumo).Tra il gruppo a bassa esposizione ed il gruppo ad esposizione intermedia (0,2 <TWA < 1 µT) è stata osservata una significativa riduzione del numero di U.L. (57,43 vs 40,55; p =0,02). Ponendo invece a confronto il gruppo di soggetti a bassa esposizione (≤ 0,2 µT) con quelli ad esposizione più elevata (> 1 µT), non solo la riduzione delle U.L. viene confermata, ma emerge anche una significativa riduzione degli E:T ratio per tutte la concentrazioni testate.Questi risultati sono in accordo con un nostro studio preliminare, e confermano una possibile interferenza di un’esposizione cronica a livelli di ELF-MF superiori a 1 µT sull’attività funzionale delle cellule NK. Sebbene non sia possibile trarre delle conclusioni in ambito clinico, i risultati di questa osservazione sono coerenti con l’ipotesi di un possibile ruolo degli ELF-MF sulla promozione e/o progressione, mediante un effetto avverso sulla difesa immunitaria.

Esposizione occupazionale a campi magnetici a frequenza estremamente bassa (ELF-MF) e attività natural killer in linfociti di sangue periferico / Gobba, Fabriziomaria; Borella, Paola; Bargellini, Annalisa; M., Scaringi; Bravo, Giulia; Giacobazzi, Pierluigi. - In: GIORNALE ITALIANO DI MEDICINA DEL LAVORO ED ERGONOMIA. - ISSN 1592-7830. - STAMPA. - 30:(2008), pp. 313-314. (Intervento presentato al convegno 71 ° congresso nazionale di medicina del lavoro ed ergonomia tenutosi a Palermo nel novembre 2008).

Esposizione occupazionale a campi magnetici a frequenza estremamente bassa (ELF-MF) e attività natural killer in linfociti di sangue periferico

GOBBA, Fabriziomaria;BORELLA, Paola;BARGELLINI, Annalisa;BRAVO, Giulia;GIACOBAZZI, Pierluigi
2008

Abstract

I campi magnetici a frequenza estremamente bassa (ELF-MF) costituiscono un rischio di grande interesse nell’ambito della Medicina del Lavoro data la loro presenza praticamente ubiquitaria e per la loro classificazione tra i possibili cancerogeni per l’uomo (Gruppo 2B, IARC). In particolare, gli ELF-MF non sembrano causare effetti genotossici diretti, ma alcuni dati suggeriscono una possibile azione sulla promozione e/o sulla progressione. In accordo con questa possibilità sarebbero i risultati di alcuni studi che hanno osservato effetti a carico del sistema immunitario in seguito ad esposizioni occupazionali croniche ELF-MF. In particolare è stato riportato un effetto avverso sull’attività citotossica dei linfociti Natural Killer (NK); i risultati sono, però, finora limitati e poco conclusivi. Su questa base ci siamo proposti di esaminare gli effetti della esposizione occupazionale a campo magnetico ELF a carico dell’attività citotossica delle cellule NK nei linfociti di sangue periferico.E’ stato studiato un campione di 109 lavoratori addetti a diverse mansioni in vari comparti lavorativi. L’esposizione personale a campi magnetici ELF è stata valutata mediante dosimetria personale protratta per due turni lavorativi completi. I valori sono stati espressi come Time-Weighted Average (TWA) calcolati come media delle misurazioni nel periodo campionato.L’attività citotossica delle cellule NK è stata valutata nei linfociti di sangue periferico con un metodo basato sulla lisi di cellule target (T), costituite da cellule eritroleucemiche (Erythroleukaemic cell line K562) a differenti concentrazioni di cellule NK attivate (Effector cells -E-), e viene espressa sia come % di lisi a differenti rapporti tra NK e cellule target (E:T ratio: 100:1, 50:1, 25:1, 12:1, 6:1) ,che come numero di Unità Litiche (UL) per 107 linfociti. L’esposizione personale mediana nell’intero gruppo è risultata pari a 0,17 µT con 5° e 95° percentile rispettivamente 0,03 e 2,85 µT.Il campione è stato suddiviso in tre sottogruppi di esposizione: bassa esposizione (56 lavoratori; TWA 0,2 µT), esposizione intermedia (30 lavoratori; 0,2 1 µT), non solo la riduzione delle U.L. viene confermata, ma emerge anche una significativa riduzione degli E:T ratio per tutte la concentrazioni testate.Questi risultati sono in accordo con un nostro studio preliminare, e confermano una possibile interferenza di un’esposizione cronica a livelli di ELF-MF superiori a 1 µT sull’attività funzionale delle cellule NK. Sebbene non sia possibile trarre delle conclusioni in ambito clinico, i risultati di questa osservazione sono coerenti con l’ipotesi di un possibile ruolo degli ELF-MF sulla promozione e/o progressione, mediante un effetto avverso sulla difesa immunitaria.
2008
71 ° congresso nazionale di medicina del lavoro ed ergonomia
Palermo
novembre 2008
30
313
314
Gobba, Fabriziomaria; Borella, Paola; Bargellini, Annalisa; M., Scaringi; Bravo, Giulia; Giacobazzi, Pierluigi
Esposizione occupazionale a campi magnetici a frequenza estremamente bassa (ELF-MF) e attività natural killer in linfociti di sangue periferico / Gobba, Fabriziomaria; Borella, Paola; Bargellini, Annalisa; M., Scaringi; Bravo, Giulia; Giacobazzi, Pierluigi. - In: GIORNALE ITALIANO DI MEDICINA DEL LAVORO ED ERGONOMIA. - ISSN 1592-7830. - STAMPA. - 30:(2008), pp. 313-314. (Intervento presentato al convegno 71 ° congresso nazionale di medicina del lavoro ed ergonomia tenutosi a Palermo nel novembre 2008).
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