Numerose indagini hanno documentato la presenza nelle acque potabili di composti alogenati organici come conseguenza di fenomeni di inquinamento ambientale o di trattamenti di disinfezione (DBPs). Trialometani (THMs), cloriti e clorati sono i DBPs più diffusi: la loro presenza è associata ad un aumentato rischio di tumori, soprattutto della vescica e del colon, e di effetti tossici sulla gravidanza. Tricloroetilene e tetracloroetilene sono legati a fenomeni di inquinamento e rappresentano un rischio per la salute umana di tipo prevalentemente tossico. Scopo di questa indagine è stato quello di indagare sulla presenza dei principali composti alogenati organici nelle acque potabili distribuite in 9 città italiane (Udine, Genova, Parma, Modena, Siena, Roma, L’Aquila, Napoli e Catania). Complessivamente sono stati analizzati 1199 campioni provenienti da 72 reti idriche. THMs, tricloroetilene e tetracloroetilene sono stati indagati mediante gascromatografia in spazio di testa statico, (detection limit: 0.1µg/l); cloriti e clorati mediante cromatografia a scambio ionico (detection limit: 20µg/l).Per quanto riguarda i DBPs, THMs sono stati ritrovati in 874 (73%) campioni (valore mediano: 1.2µg/l; range:0.1-55µg/l) e solo 7 campioni hanno presentato valori superiori a 30µg/l, limite di legge italiano. Cloriti e clorati, rilevabili nel 45% e 34% dei campioni esaminati presentano un valore mediano rispettivamente di 221µg/l e 76.0µg/l. I valori di cloriti sono risultati superiori al limite di 200µg/l in vigore dal 2007 in 213 campioni (24%). Tricloroetilene e tetracloroetilene, rilevati nel 19.3% e 18.1% dei campioni, presentano concentrazioni sempre inferiori ai limiti di legge (valori massimi osservati 6µg/l e 9µg/l, rispettivamente). I ridotti livelli di THMs, tricloroetilene e tetracloroetilene rilevati depongono per l’assenza di preoccupazioni di tipo sanitario per le popolazioni che utilizzano queste acque a scopo potabile. Tuttavia la presenza, in qualche occasione, di cloriti in concentrazioni elevate indica la necessità di ulteriori approfondimenti e controlli.
Sulla presenza di composti alogenati organici in acque potabili italiane / Righi, Elena; Aggazzotti, Gabriella; Fantuzzi, Guglielmina; Predieri, Guerrino; Giacobazzi, Pierluigi; S., Kanitz; F., Barbone; G., Sansebastiano; M. A., Battaglia; V., Leoni; L., Fabiani; M., Triassi; S., Sciacca. - In: PANORAMA DELLA SANITÀ. - ISSN 1827-8140. - STAMPA. - 39 (suppl):(2006), pp. 426-426. (Intervento presentato al convegno 42° Congresso Nazionale della Società di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica tenutosi a Catania nel 27-30 ottobre).
Sulla presenza di composti alogenati organici in acque potabili italiane
RIGHI, Elena;AGGAZZOTTI, Gabriella;FANTUZZI, Guglielmina;PREDIERI, Guerrino;GIACOBAZZI, Pierluigi;
2006
Abstract
Numerose indagini hanno documentato la presenza nelle acque potabili di composti alogenati organici come conseguenza di fenomeni di inquinamento ambientale o di trattamenti di disinfezione (DBPs). Trialometani (THMs), cloriti e clorati sono i DBPs più diffusi: la loro presenza è associata ad un aumentato rischio di tumori, soprattutto della vescica e del colon, e di effetti tossici sulla gravidanza. Tricloroetilene e tetracloroetilene sono legati a fenomeni di inquinamento e rappresentano un rischio per la salute umana di tipo prevalentemente tossico. Scopo di questa indagine è stato quello di indagare sulla presenza dei principali composti alogenati organici nelle acque potabili distribuite in 9 città italiane (Udine, Genova, Parma, Modena, Siena, Roma, L’Aquila, Napoli e Catania). Complessivamente sono stati analizzati 1199 campioni provenienti da 72 reti idriche. THMs, tricloroetilene e tetracloroetilene sono stati indagati mediante gascromatografia in spazio di testa statico, (detection limit: 0.1µg/l); cloriti e clorati mediante cromatografia a scambio ionico (detection limit: 20µg/l).Per quanto riguarda i DBPs, THMs sono stati ritrovati in 874 (73%) campioni (valore mediano: 1.2µg/l; range:0.1-55µg/l) e solo 7 campioni hanno presentato valori superiori a 30µg/l, limite di legge italiano. Cloriti e clorati, rilevabili nel 45% e 34% dei campioni esaminati presentano un valore mediano rispettivamente di 221µg/l e 76.0µg/l. I valori di cloriti sono risultati superiori al limite di 200µg/l in vigore dal 2007 in 213 campioni (24%). Tricloroetilene e tetracloroetilene, rilevati nel 19.3% e 18.1% dei campioni, presentano concentrazioni sempre inferiori ai limiti di legge (valori massimi osservati 6µg/l e 9µg/l, rispettivamente). I ridotti livelli di THMs, tricloroetilene e tetracloroetilene rilevati depongono per l’assenza di preoccupazioni di tipo sanitario per le popolazioni che utilizzano queste acque a scopo potabile. Tuttavia la presenza, in qualche occasione, di cloriti in concentrazioni elevate indica la necessità di ulteriori approfondimenti e controlli.Pubblicazioni consigliate
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