L’obiettivo del presente studio è stato quello di indagare sul ruolo del selenio nella insorgenza/evoluzione della patologia tumorale. Nella maggior parte degli studi epidemiologici, l’associazione tra Se e tumori è stata indagata misurandone la concentrazione totale nel plasma/siero, mentre una miglior comprensione dell’attività del Se può derivare dallo studio della sua distribuzione nelle diverse selenoproteine funzionalmente attive e nella modalità di accumulo nei tessuti neoplastici.Nell’ambito di uno studio caso-controllo su pazienti affette da tumore mammario, è stato pertanto misurato nel siero il Se totale e quello legato alla glutatione-perossidasi (GSH-Px), alla selenoproteina-P e all’albumina. Si è proceduto a misurare il Se in un prelievo bioptico dalla mammella, includendo sia un campione di tessuto neoplastico che di tessuto sano. Le tre principali proteine sono state separate tramite cromatografia di affinità e le analisi del Se sono state effettuate con metodo fluorimetrico.Dai nostri risultati, la concentrazione di Se totale nel siero è risultato solo lievemente inferiore nei casi rispetto ai controlli, ma nelle pazienti si riduceva significativamente il Se legato all’albumina. In termini di distribuzione percentuale, è stato evidenziato nelle pazienti un significativo “shift” del Se dalla frazione albuminica, che svolge una probabile funzione di deposito, verso la selenoproteina-P, di cui è nota la funzione di trasporto, e in misura inferiore verso la GSH-Px. L’analisi dei campioni bioptici ha evidenziato un maggior accumulo di Se nel tessuto malato rispetto al sano. Pur essendo questi risultati preliminari, è possibile ipotizzare che in presenza di patologia tumorale l’attivazione funzionale del Se, elemento noto per la sua attività antiossidante, venga stimolata per contrastare la crescita delle cellule neoplastiche. Il calo del Se plasmatico, evidenziato in molti studi epidemiologici, potrebbe essere interpretato come una conseguenza del suo richiamo dal torrente circolatorio verso i tessuti tumorali.
Distribuzione e attività biologica del selenio in pazienti affette da tumore alla mammella / Bargellini, Annalisa; Piccinini, Lino; Marchesi, Isabella; Cauteruccio, Laura; Frezza, Giuseppina; R., Masironi; Borella, Paola. - In: PANORAMA DELLA SANITÀ. - ISSN 1827-8140. - STAMPA. - 36 (suppl):(2008), pp. 465-465. (Intervento presentato al convegno 43° congresso nazionale SItI "la promozione della salute per lo sviluppo sociale ed economico dell'Italia:il contributo dell'Igiene e della Sanità Pubblica tenutosi a Bari nel 1-4 ottobre 2008).
Distribuzione e attività biologica del selenio in pazienti affette da tumore alla mammella
BARGELLINI, Annalisa;PICCININI, Lino;MARCHESI, Isabella;CAUTERUCCIO, Laura;FREZZA, Giuseppina;BORELLA, Paola
2008
Abstract
L’obiettivo del presente studio è stato quello di indagare sul ruolo del selenio nella insorgenza/evoluzione della patologia tumorale. Nella maggior parte degli studi epidemiologici, l’associazione tra Se e tumori è stata indagata misurandone la concentrazione totale nel plasma/siero, mentre una miglior comprensione dell’attività del Se può derivare dallo studio della sua distribuzione nelle diverse selenoproteine funzionalmente attive e nella modalità di accumulo nei tessuti neoplastici.Nell’ambito di uno studio caso-controllo su pazienti affette da tumore mammario, è stato pertanto misurato nel siero il Se totale e quello legato alla glutatione-perossidasi (GSH-Px), alla selenoproteina-P e all’albumina. Si è proceduto a misurare il Se in un prelievo bioptico dalla mammella, includendo sia un campione di tessuto neoplastico che di tessuto sano. Le tre principali proteine sono state separate tramite cromatografia di affinità e le analisi del Se sono state effettuate con metodo fluorimetrico.Dai nostri risultati, la concentrazione di Se totale nel siero è risultato solo lievemente inferiore nei casi rispetto ai controlli, ma nelle pazienti si riduceva significativamente il Se legato all’albumina. In termini di distribuzione percentuale, è stato evidenziato nelle pazienti un significativo “shift” del Se dalla frazione albuminica, che svolge una probabile funzione di deposito, verso la selenoproteina-P, di cui è nota la funzione di trasporto, e in misura inferiore verso la GSH-Px. L’analisi dei campioni bioptici ha evidenziato un maggior accumulo di Se nel tessuto malato rispetto al sano. Pur essendo questi risultati preliminari, è possibile ipotizzare che in presenza di patologia tumorale l’attivazione funzionale del Se, elemento noto per la sua attività antiossidante, venga stimolata per contrastare la crescita delle cellule neoplastiche. Il calo del Se plasmatico, evidenziato in molti studi epidemiologici, potrebbe essere interpretato come una conseguenza del suo richiamo dal torrente circolatorio verso i tessuti tumorali.Pubblicazioni consigliate
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