Le ricerche archeocarpologiche condotte in siti archeologici emiliano-romagnoli di età romana hanno fornito reperti in gran numero e assai diversificati dal punto di vista floristico. Viene qui presentata una breve rassegna dei reperti di "frutta?, che rappresentano una parte non trascurabile tra i reperti (semi/frutti) studiati. I reperti provengono da 11 siti (dati editi e inediti), collocati in 6 provincie, in area planiziale. La cronologia, su basi archeologiche e datazioni radiometriche, va dal II sec. a.C. al VII sec. d. C. I reperti sono stati ripartiti in tre fasi: 1) repubblicana (2 siti; II-I sec. a.C.); 2) imperiale (6 siti; I-IV sec. d.C.); 3) tardo antica (4 siti; V-VII sec. d.C.). Globalmente sono stati identificati 23 taxa specifici o infraspecifici (22 specie più un tipo carpologico corrispondente a un gruppo di specie), appartenenti a 15 generi e 9 famiglie, che rappresentano ca. 1/10 dell?intera lista floristica carpologica del periodo romano. In maggioranza si tratta di frutta coltivata o di probabile coltura in qualche momento del periodo romano (16 tipi: ciliegia, corniola, cocomero, fico, fragola, mandorla, mela ,mirabolana, noce, pera, pesca, pinolo, sorba del Sorbo comune, susina, susina damascena, uva), accompagnati da alcuni frutti spontanei (7 tipi: ciliegia canina, frutto del Biancospino, frutto del Sambuco nero, mora del Rovo, nocciola, prugnola, sorba del Ciavardello). Nel periodo repubblicano sono presenti 11 tipi di frutta (7 di frutta coltivata o di probabile coltura, 4 di frutta spontanea), fra le quali prevalgono quantitativamente uva e fichi, seguiti da fragole, mele, pere, ciliegie dolci, ecc., tutte specie native, con dubbi per il Fico. Nella fase imperiale aumenta la varietà (18 tipi di frutta: 14 di frutta coltivata o di probabile coltura e 4 di frutta spontanea), soprattutto si diversificano le Prunoideae e compaiono alcune esotiche (cocomero, mandorla, mirabolana, pesca). Nella fase tardo antica la varietà della frutta cala (13 tipi: 8 di frutta coltivata o di probabile coltura e 5 spontanei) e fra le Prunoideae restano solo la susina damascena e la pesca. I reperti suggeriscono che nel periodo romano possono essere trovate le radici di alcuni tratti della nostra alimentazione e anche dell'attuale paesaggio colturale planiziario della nostra regione, in particolare quelle dei vigneti e dei frutteti a prunoidee.
Quale frutta circolava sulle tavole emiliano-romagnole nel periodo romano? Suggerimenti dai semi e frutti rinvenuti in siti archeologici / Mazzanti, Marta; Bosi, Giovanna; M., Marchesini; Mercuri, Anna Maria; C. A., Accorsi. - In: ATTI DELLA SOCIETÀ DEI NATURALISTI E MATEMATICI DI MODENA. - ISSN 0365-7027. - STAMPA. - 131 (2000):(2001), pp. 63-92.
Quale frutta circolava sulle tavole emiliano-romagnole nel periodo romano? Suggerimenti dai semi e frutti rinvenuti in siti archeologici.
MAZZANTI, Marta;BOSI, Giovanna;MERCURI, Anna Maria;
2001
Abstract
Le ricerche archeocarpologiche condotte in siti archeologici emiliano-romagnoli di età romana hanno fornito reperti in gran numero e assai diversificati dal punto di vista floristico. Viene qui presentata una breve rassegna dei reperti di "frutta?, che rappresentano una parte non trascurabile tra i reperti (semi/frutti) studiati. I reperti provengono da 11 siti (dati editi e inediti), collocati in 6 provincie, in area planiziale. La cronologia, su basi archeologiche e datazioni radiometriche, va dal II sec. a.C. al VII sec. d. C. I reperti sono stati ripartiti in tre fasi: 1) repubblicana (2 siti; II-I sec. a.C.); 2) imperiale (6 siti; I-IV sec. d.C.); 3) tardo antica (4 siti; V-VII sec. d.C.). Globalmente sono stati identificati 23 taxa specifici o infraspecifici (22 specie più un tipo carpologico corrispondente a un gruppo di specie), appartenenti a 15 generi e 9 famiglie, che rappresentano ca. 1/10 dell?intera lista floristica carpologica del periodo romano. In maggioranza si tratta di frutta coltivata o di probabile coltura in qualche momento del periodo romano (16 tipi: ciliegia, corniola, cocomero, fico, fragola, mandorla, mela ,mirabolana, noce, pera, pesca, pinolo, sorba del Sorbo comune, susina, susina damascena, uva), accompagnati da alcuni frutti spontanei (7 tipi: ciliegia canina, frutto del Biancospino, frutto del Sambuco nero, mora del Rovo, nocciola, prugnola, sorba del Ciavardello). Nel periodo repubblicano sono presenti 11 tipi di frutta (7 di frutta coltivata o di probabile coltura, 4 di frutta spontanea), fra le quali prevalgono quantitativamente uva e fichi, seguiti da fragole, mele, pere, ciliegie dolci, ecc., tutte specie native, con dubbi per il Fico. Nella fase imperiale aumenta la varietà (18 tipi di frutta: 14 di frutta coltivata o di probabile coltura e 4 di frutta spontanea), soprattutto si diversificano le Prunoideae e compaiono alcune esotiche (cocomero, mandorla, mirabolana, pesca). Nella fase tardo antica la varietà della frutta cala (13 tipi: 8 di frutta coltivata o di probabile coltura e 5 spontanei) e fra le Prunoideae restano solo la susina damascena e la pesca. I reperti suggeriscono che nel periodo romano possono essere trovate le radici di alcuni tratti della nostra alimentazione e anche dell'attuale paesaggio colturale planiziario della nostra regione, in particolare quelle dei vigneti e dei frutteti a prunoidee.Pubblicazioni consigliate
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