Moltissime piante sono citate e raffigurate nella Bibbia di Borso d’Este. I miniatori ne hanno rappresentato alcune inserendole nella pagina in cui è riportato l’episodio biblico che le menziona: è il caso delle piante di grano (Triticum durum o T. aestivum), dell’orzo (Hordeum vulgare), dell’olivo (Olea europaea), del melo (Malus sylvestris) e della vite (Vitis vinifera). Tutte erano certamente conosciute poiché ampiamente coltivate e dunque sono state rappresentate fedelmente. In altri casi le piante sono tipiche delle zone della Palestina e dunque sono state rappresentate in modo approssimativo, come alberi e cespugli spogli. Solo la lettura del testo biblico a cui fanno riferimento ci permette di “riconoscerle”; è il caso del sicomoro (Ficus sycomorus) rappresentato senza foglie né frutti. Molti alberi e arbusti fanno da sfondo ai paesaggi nei quali sono rappresentate le scene sacre: la maggior parte di essi non sono ascrivibili a nessuna famiglia botanica perché raffigurate in modo troppo generico. Fanno eccezione alcuni alberi da frutto, il melograno (Punica granatum) ad esempio, o il melo, riconoscibili proprio per la forma e il colore dei frutti e le conifere come il cipresso (Cupressus sempervirens), identificabile per la caratteristica forma della chioma. Moltissimi poi sono i fiori, le foglie e i frutti utilizzati a scopo puramente decorativo, che vanno a costituire festoni e serti e a decorare colonne e bordi. Sono rose, foglie di acanto, fichi, mele ma anche fiori dalle forme e colori stravaganti, riconducibili più ad un giardino fantastico piuttosto che ad uno reale.

La Bibbia di Borso d'Este- Le Piante / Baroni, Roberta; Sgarbi, Elisabetta. - In: BOLLETTINO D'ARTE. - ISSN 0394-4573. - STAMPA. - 144:(2008), pp. 59-66.

La Bibbia di Borso d'Este- Le Piante

BARONI, Roberta;SGARBI, Elisabetta
2008

Abstract

Moltissime piante sono citate e raffigurate nella Bibbia di Borso d’Este. I miniatori ne hanno rappresentato alcune inserendole nella pagina in cui è riportato l’episodio biblico che le menziona: è il caso delle piante di grano (Triticum durum o T. aestivum), dell’orzo (Hordeum vulgare), dell’olivo (Olea europaea), del melo (Malus sylvestris) e della vite (Vitis vinifera). Tutte erano certamente conosciute poiché ampiamente coltivate e dunque sono state rappresentate fedelmente. In altri casi le piante sono tipiche delle zone della Palestina e dunque sono state rappresentate in modo approssimativo, come alberi e cespugli spogli. Solo la lettura del testo biblico a cui fanno riferimento ci permette di “riconoscerle”; è il caso del sicomoro (Ficus sycomorus) rappresentato senza foglie né frutti. Molti alberi e arbusti fanno da sfondo ai paesaggi nei quali sono rappresentate le scene sacre: la maggior parte di essi non sono ascrivibili a nessuna famiglia botanica perché raffigurate in modo troppo generico. Fanno eccezione alcuni alberi da frutto, il melograno (Punica granatum) ad esempio, o il melo, riconoscibili proprio per la forma e il colore dei frutti e le conifere come il cipresso (Cupressus sempervirens), identificabile per la caratteristica forma della chioma. Moltissimi poi sono i fiori, le foglie e i frutti utilizzati a scopo puramente decorativo, che vanno a costituire festoni e serti e a decorare colonne e bordi. Sono rose, foglie di acanto, fichi, mele ma anche fiori dalle forme e colori stravaganti, riconducibili più ad un giardino fantastico piuttosto che ad uno reale.
2008
144
59
66
La Bibbia di Borso d'Este- Le Piante / Baroni, Roberta; Sgarbi, Elisabetta. - In: BOLLETTINO D'ARTE. - ISSN 0394-4573. - STAMPA. - 144:(2008), pp. 59-66.
Baroni, Roberta; Sgarbi, Elisabetta
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