Con la tecnologia messa a punto nel 1975 da Rheinwald e Green (Harvard Medical School, Boston) è possibile coltivare in vitro i cheratinociti umani normali ed ottenere lamine di epitelio pluristratificato con le stesse caratteristiche biochimiche, morfologiche e funzionali dell'epitelio in vivo. tale metodica prevede il prelievo dal paziente di un piccolo frammento di cute sana (2-4 cm quadrati) da cui si ottiene una sospensione cellulare epiteliale che viene posta in coltura primaria. le colture primarie vengono, a loro volta, amplificate in colture secondarie: dalle colture secondarie confluenti si ottengono le lamine di epidermide ricostruita in vitro. Dal 1981, anno in cui vennero effettuati con successo i primi trapianti con lembi di epidermide autologa coltivata in vitro in pazienti ustionati, tale tecnologia ha acquisito una rilevanza clinica sempre maggiore e si è e stasa al trattamento di numerose altre patologie. La messa a punto dei protocolli chirurgici per il trapianto dei lembi epidermici ricostruiti in vitro e la possibilità di effettuare una traduzione stabile di chertinociti staminali, hanno aperto nuove prospettive nel campo della terapia genica non solo di alcune patologie dermatologiche ma anche di particolari malattie sistemiche.
Applicazioni cliniche dei cheratinociti umani normali coltivati in vitro / DE LUCA, Michele; Guerra, L; Pellegrini, Graziella. - STAMPA. - (1998), pp. 217-232.
Applicazioni cliniche dei cheratinociti umani normali coltivati in vitro
DE LUCA, Michele;PELLEGRINI, Graziella
1998
Abstract
Con la tecnologia messa a punto nel 1975 da Rheinwald e Green (Harvard Medical School, Boston) è possibile coltivare in vitro i cheratinociti umani normali ed ottenere lamine di epitelio pluristratificato con le stesse caratteristiche biochimiche, morfologiche e funzionali dell'epitelio in vivo. tale metodica prevede il prelievo dal paziente di un piccolo frammento di cute sana (2-4 cm quadrati) da cui si ottiene una sospensione cellulare epiteliale che viene posta in coltura primaria. le colture primarie vengono, a loro volta, amplificate in colture secondarie: dalle colture secondarie confluenti si ottengono le lamine di epidermide ricostruita in vitro. Dal 1981, anno in cui vennero effettuati con successo i primi trapianti con lembi di epidermide autologa coltivata in vitro in pazienti ustionati, tale tecnologia ha acquisito una rilevanza clinica sempre maggiore e si è e stasa al trattamento di numerose altre patologie. La messa a punto dei protocolli chirurgici per il trapianto dei lembi epidermici ricostruiti in vitro e la possibilità di effettuare una traduzione stabile di chertinociti staminali, hanno aperto nuove prospettive nel campo della terapia genica non solo di alcune patologie dermatologiche ma anche di particolari malattie sistemiche.Pubblicazioni consigliate
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