Scopo dello scritto è quello di effettuare una ricostruzione dell’evoluzione delle esternazioni del Presidente della Corte costituzionale.Le fonti da cui è tratto il materiale empirico utilizzato sono: 1) la Rassegna Stampa dell'Ufficio stampa della Corte; 2) i testi degli interventi ufficiali dei vari presidenti. L’arco temporale preso in considerazione abbraccia i quarant’anni di esistenza della Corte costituzionale ed è diviso nei seguenti tre periodi: 1) 1956 - 1968, dalla presidenza De Nicola alla presidenza Ambrosini; 2) 1968 - 1987, dalla presidenza Sandulli alla presidenza La Pergola; 3) 1987 - 1996, dalla presidenza Saja alla presidenza Granata.All'interno di ciascun periodo le esternazioni sono analizzate in base all'oggetto su cui esse vertono, secondo la seguente suddivisione:1) esternazioni a difesa delle prerogative e del ruolo della Corte;2) esternazioni a difesa o in merito ad atti della Corte;3) esternazioni in materia di politica costituzionale;4) esternazioni in materia di politica legislativa.L’evoluzione del fenomeno che risulta è la seguente: 1) nel primo periodo, le esternazioni prevalenti sono quelle dirette a promuovere il ruolo della Corte costituzionale; 2) nel secondo periodo aumenta l’importanza delle esternazioni relative a singoli atti della Corte e di quelle di politica costituzionale; 3) nel terzo periodo le esternazioni hanno un ulteriore sviluppo che le trasforma in strumenti per intervenire sui concreti effetti delle sentenze, influenzandone l’interpretazione e l’applicazione, mentre quelle di politica costituzionale sono coinvolte nel dibattito sulle riforme, cercando di individuarne i limiti.La prassi esaminata pare, in conclusione, confermare la tesi secondo la quale il Presidente esterna in virtù di un potere di “rappresentazione” degli indirizzi della Corte tale da consentirgli un margine di discrezionalità nell’interpretare detti indirizzi, discrezionalità che deve però essere guidata dalla ricerca degli orientamenti effettivamente prevalenti nel collegio, che si presume rappresentato dal Presidente, fino a quando non manifesti esplicitamente posizioni diverse.
Materiali per lo studio della prassi delle esternazioni del Presidente della Corte costituzionale / Aloisio, Salvatore. - In: GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE. - ISSN 0436-0222. - STAMPA. - 5:(1997), pp. 3169-3230.
Materiali per lo studio della prassi delle esternazioni del Presidente della Corte costituzionale
ALOISIO, Salvatore
1997
Abstract
Scopo dello scritto è quello di effettuare una ricostruzione dell’evoluzione delle esternazioni del Presidente della Corte costituzionale.Le fonti da cui è tratto il materiale empirico utilizzato sono: 1) la Rassegna Stampa dell'Ufficio stampa della Corte; 2) i testi degli interventi ufficiali dei vari presidenti. L’arco temporale preso in considerazione abbraccia i quarant’anni di esistenza della Corte costituzionale ed è diviso nei seguenti tre periodi: 1) 1956 - 1968, dalla presidenza De Nicola alla presidenza Ambrosini; 2) 1968 - 1987, dalla presidenza Sandulli alla presidenza La Pergola; 3) 1987 - 1996, dalla presidenza Saja alla presidenza Granata.All'interno di ciascun periodo le esternazioni sono analizzate in base all'oggetto su cui esse vertono, secondo la seguente suddivisione:1) esternazioni a difesa delle prerogative e del ruolo della Corte;2) esternazioni a difesa o in merito ad atti della Corte;3) esternazioni in materia di politica costituzionale;4) esternazioni in materia di politica legislativa.L’evoluzione del fenomeno che risulta è la seguente: 1) nel primo periodo, le esternazioni prevalenti sono quelle dirette a promuovere il ruolo della Corte costituzionale; 2) nel secondo periodo aumenta l’importanza delle esternazioni relative a singoli atti della Corte e di quelle di politica costituzionale; 3) nel terzo periodo le esternazioni hanno un ulteriore sviluppo che le trasforma in strumenti per intervenire sui concreti effetti delle sentenze, influenzandone l’interpretazione e l’applicazione, mentre quelle di politica costituzionale sono coinvolte nel dibattito sulle riforme, cercando di individuarne i limiti.La prassi esaminata pare, in conclusione, confermare la tesi secondo la quale il Presidente esterna in virtù di un potere di “rappresentazione” degli indirizzi della Corte tale da consentirgli un margine di discrezionalità nell’interpretare detti indirizzi, discrezionalità che deve però essere guidata dalla ricerca degli orientamenti effettivamente prevalenti nel collegio, che si presume rappresentato dal Presidente, fino a quando non manifesti esplicitamente posizioni diverse.Pubblicazioni consigliate
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