I livelli di brecce associati all’attuale attività di un piccolo vulcano di fango nell’Appennino reggiano (Salsa di Regnano) presentano notevoli analogie con litofacies brecciate in carbonati autigeni fossili, di età miocenica medio-superiore, interpretati come il prodotto di associazioni biologiche chemiosintetiche (chemioerme) per risalita di fluidi freddi metanogenici sul fondo marino (cold seeps). La Salsa di Regnano, ritenuta uno dei più interessanti vulcanetti di fango dell’Appennino reggiano-modenese, è attualmente caratterizzata da emissione di fango molto liquido associato a bolle di idrocarburi gassosi, prevalentemente metano, e a tracce di petrolio ed acqua salata. La sua attività eiettiva ha portato alla costruzione di un cono principale di pochi metri d’altezza, con numerose bocche secondarie poste nell’area della salsa, e alla formazione di una colata che si estende verso la valle del Tresinaro, lunga circa un chilometro. La Salsa di Regnano è localizzata all’intersezione tra una importante faglia ad andamento antiappenninico (SO-NE) e faglie minori. In occasione di più intensa attività della salsa, generalmente in corrispondenza di attività sismica, assieme al fango marnoso-argilloso e ai normali prodotti di emissione, avviene la risalita di numerosi frammenti di roccia strappati ai sottostanti sedimenti attraversati. I clasti, generalmente spigolosi, hanno dimensioni variabili da pochi millimetri a diversi centimetri. Sono costituiti da varie litologie, tra cui le più frequenti sono arenarie, calcilutiti grigio-verdi, marne rosate e rocce ofiolitiche. La provenienza dei clasti è da successioni dei complessi Liguri e da depositi Epiliguri (Formazione di Ranzano e Montepiano). I clasti sono legati da una matrice marnoso-argillosa grigio-nocciola e costituiscono livelli di brecce poligeniche, intercalati alla pelite, di spessore fino a decimetrico ed estesi per numerosi metri a partire dalla bocca di emissione. La Salsa di Regnano costituisce una manifestazione “fredda” generata dalla risalita lungo fratture di fango trasportato da idrocarburi gassosi ed acqua vadosa in pressione, che in alcuni casi è in grado di strappare e trasportare clasti di dimensioni considerevoli: nel passato infatti sono stati segnalati anche blocchi di notevoli dimensioni (da decimetriche a metriche) trascinati dalle colate fino ad alcune decine o centinaia di metri di distanza dalla bocca di emissione.

Strutture brecciate da emanazione di fluidi freddi: esempi attuali (Salsa di Regnano, RE) e fossili (chemioerme dell'Appennino Settentrionale di età miocenica) / Bussi, P.; Conti, Stefano; Fontana, Daniela; Gubertini, A.. - STAMPA. - (2002), pp. 23-24. (Intervento presentato al convegno GIS 2002 tenutosi a Pescara nel 21-22 Ottobre).

Strutture brecciate da emanazione di fluidi freddi: esempi attuali (Salsa di Regnano, RE) e fossili (chemioerme dell'Appennino Settentrionale di età miocenica).

CONTI, Stefano;FONTANA, Daniela;
2002

Abstract

I livelli di brecce associati all’attuale attività di un piccolo vulcano di fango nell’Appennino reggiano (Salsa di Regnano) presentano notevoli analogie con litofacies brecciate in carbonati autigeni fossili, di età miocenica medio-superiore, interpretati come il prodotto di associazioni biologiche chemiosintetiche (chemioerme) per risalita di fluidi freddi metanogenici sul fondo marino (cold seeps). La Salsa di Regnano, ritenuta uno dei più interessanti vulcanetti di fango dell’Appennino reggiano-modenese, è attualmente caratterizzata da emissione di fango molto liquido associato a bolle di idrocarburi gassosi, prevalentemente metano, e a tracce di petrolio ed acqua salata. La sua attività eiettiva ha portato alla costruzione di un cono principale di pochi metri d’altezza, con numerose bocche secondarie poste nell’area della salsa, e alla formazione di una colata che si estende verso la valle del Tresinaro, lunga circa un chilometro. La Salsa di Regnano è localizzata all’intersezione tra una importante faglia ad andamento antiappenninico (SO-NE) e faglie minori. In occasione di più intensa attività della salsa, generalmente in corrispondenza di attività sismica, assieme al fango marnoso-argilloso e ai normali prodotti di emissione, avviene la risalita di numerosi frammenti di roccia strappati ai sottostanti sedimenti attraversati. I clasti, generalmente spigolosi, hanno dimensioni variabili da pochi millimetri a diversi centimetri. Sono costituiti da varie litologie, tra cui le più frequenti sono arenarie, calcilutiti grigio-verdi, marne rosate e rocce ofiolitiche. La provenienza dei clasti è da successioni dei complessi Liguri e da depositi Epiliguri (Formazione di Ranzano e Montepiano). I clasti sono legati da una matrice marnoso-argillosa grigio-nocciola e costituiscono livelli di brecce poligeniche, intercalati alla pelite, di spessore fino a decimetrico ed estesi per numerosi metri a partire dalla bocca di emissione. La Salsa di Regnano costituisce una manifestazione “fredda” generata dalla risalita lungo fratture di fango trasportato da idrocarburi gassosi ed acqua vadosa in pressione, che in alcuni casi è in grado di strappare e trasportare clasti di dimensioni considerevoli: nel passato infatti sono stati segnalati anche blocchi di notevoli dimensioni (da decimetriche a metriche) trascinati dalle colate fino ad alcune decine o centinaia di metri di distanza dalla bocca di emissione.
2002
GIS 2002
Pescara
21-22 Ottobre
23
24
Bussi, P.; Conti, Stefano; Fontana, Daniela; Gubertini, A.
Strutture brecciate da emanazione di fluidi freddi: esempi attuali (Salsa di Regnano, RE) e fossili (chemioerme dell'Appennino Settentrionale di età miocenica) / Bussi, P.; Conti, Stefano; Fontana, Daniela; Gubertini, A.. - STAMPA. - (2002), pp. 23-24. (Intervento presentato al convegno GIS 2002 tenutosi a Pescara nel 21-22 Ottobre).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/464506
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