Preoccupata dalla necessità di non provocare, attraverso le proprie decisioni, “lacune" nell’ordinamento normativo, non facilmente e prevedibilmente colmabili a causa della tradizionale inerzia del legislatore, la Corte costituzionale ha da sempre elaborato varie soluzioni giurisprudenziali allo scopo di evitare o (quanto meno) ridurre gli inconvenienti che si potrebbero determinare a seguito di una sentenza d’accoglimento "meramente demolitoria". In questa comune linea di tendenza che percorre tutto il giudizio sulle leggi si inserisce ora il tentativo, esperito dai giudici della Consulta, di circoscrivere gli effetti nel tempo delle pronunce d’incostituzionalità. L’A., pertanto, in primo luogo, analizza le caratteristiche principali, i profili di illegittimità e l’efficacia nel risolvere il problema in oggetto delle nuove tipologie decisionali definite “temporalmente manipolative”. Vengono quindi esaminate, anche alla luce di dati di natura comparata, nonché distinte da tecniche (solo apparentemente) simili le sentenze di incostituzionalità “sopravvenuta”, “differita”, “accertata ma non dichiarata”.Nella seconda parte del volume l’A. evidenzia, inoltre, come la critica mossa ai caratteri strutturali ed al modus operandi delle sentenze oggetto di analisi critica non implichi necessariamente che il medesimo giudizio negativo debba essere esteso alla ratio che ne ha ispirato l’adozione. Essendo necessario, viceversa, recuperare tale motivazione consistente nell’esigenza di preservare il principio costituzionale di “continuità” dell’ordinamento normativo.Proprio in quest’ottica, infine, l’A. individua alcune soluzioni alternative alla giurisprudenza “temporalmente manipolativa” tenendo distinti i due versanti (pro futuro e pro praeterito) della tematica in questione. E cercando inoltre di mostrare, nella parte conclusiva del volume, come solo un atteggiamento “dialogante” da parte della dottrina giuridica può contribuire, in materia, a scongiurare un duplice pericolo, consistente, da un lato, nella circostanza che la Corte si avventuri per sentieri impercorribili, elaborando, dunque, tecniche decisionali chiaramente illegittime, oppure finisca per cadere preda dell’horror vacui, decidendo, quindi, di non accogliere questioni pur evidentemente fondate. Tanto da rinunciare, in ultima analisi, al suo ruolo di custode della Costituzione.

La Corte, i giudici ed il legislatore. Il problema degli effetti temporali delle sentenze d'incostituzionalità / Pinardi, Roberto. - STAMPA. - 1:(1993), pp. 1-VI-270.

La Corte, i giudici ed il legislatore. Il problema degli effetti temporali delle sentenze d'incostituzionalità

PINARDI, Roberto
1993

Abstract

Preoccupata dalla necessità di non provocare, attraverso le proprie decisioni, “lacune" nell’ordinamento normativo, non facilmente e prevedibilmente colmabili a causa della tradizionale inerzia del legislatore, la Corte costituzionale ha da sempre elaborato varie soluzioni giurisprudenziali allo scopo di evitare o (quanto meno) ridurre gli inconvenienti che si potrebbero determinare a seguito di una sentenza d’accoglimento "meramente demolitoria". In questa comune linea di tendenza che percorre tutto il giudizio sulle leggi si inserisce ora il tentativo, esperito dai giudici della Consulta, di circoscrivere gli effetti nel tempo delle pronunce d’incostituzionalità. L’A., pertanto, in primo luogo, analizza le caratteristiche principali, i profili di illegittimità e l’efficacia nel risolvere il problema in oggetto delle nuove tipologie decisionali definite “temporalmente manipolative”. Vengono quindi esaminate, anche alla luce di dati di natura comparata, nonché distinte da tecniche (solo apparentemente) simili le sentenze di incostituzionalità “sopravvenuta”, “differita”, “accertata ma non dichiarata”.Nella seconda parte del volume l’A. evidenzia, inoltre, come la critica mossa ai caratteri strutturali ed al modus operandi delle sentenze oggetto di analisi critica non implichi necessariamente che il medesimo giudizio negativo debba essere esteso alla ratio che ne ha ispirato l’adozione. Essendo necessario, viceversa, recuperare tale motivazione consistente nell’esigenza di preservare il principio costituzionale di “continuità” dell’ordinamento normativo.Proprio in quest’ottica, infine, l’A. individua alcune soluzioni alternative alla giurisprudenza “temporalmente manipolativa” tenendo distinti i due versanti (pro futuro e pro praeterito) della tematica in questione. E cercando inoltre di mostrare, nella parte conclusiva del volume, come solo un atteggiamento “dialogante” da parte della dottrina giuridica può contribuire, in materia, a scongiurare un duplice pericolo, consistente, da un lato, nella circostanza che la Corte si avventuri per sentieri impercorribili, elaborando, dunque, tecniche decisionali chiaramente illegittime, oppure finisca per cadere preda dell’horror vacui, decidendo, quindi, di non accogliere questioni pur evidentemente fondate. Tanto da rinunciare, in ultima analisi, al suo ruolo di custode della Costituzione.
1993
9788814045745
Giuffré
ITALIA
La Corte, i giudici ed il legislatore. Il problema degli effetti temporali delle sentenze d'incostituzionalità / Pinardi, Roberto. - STAMPA. - 1:(1993), pp. 1-VI-270.
Pinardi, Roberto
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