Il volume, suddiviso in quattro parti, si propone di analizzare, nei suoi diversi aspetti, organizzativi e funzionali, l'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione. Particolare attenzione viene riservata allo studio sistematico della sua giurisprudenza (per la maggior parte inedita) adottata a partire dal 1971. Nella prima parte l'A. si occupa, in particolare:(1) di individuare la ratio istitutiva dell'Ufficio centrale;(2) di esaminare i profili organizzativi dell'organo, quali si sono venuti evolvendo a partire dall'adozione della legge sul referendum;(3) di dimostrare la natura (soggettivamente ed oggettivamente) giurisdizionale dell'Ufficio in parola, precostituendosi, in tal modo, un'indispensabile "chiave di lettura" per l'indagine condotta nelle pagine successive. La seconda parte dello scritto, suddivisa in tre capitoli, è dedicata all'analisi delle funzioni esercitate dall'Ufficio centrale, sia sotto il profilo sostanziale che sotto quello processuale. Nel capitolo II, viene studiato il sindacato sulla legittimità-regolarità delle richieste di consultazione popolare, avendo riguardo sia alle proposte di referendum abrogativo, sia alle proposte di referendum territoriale e costituzionale. Nel capitolo III, viene analizzato il compito che è affidato ai magistrati della Cassazione di giudicare sull'abrogazione "sufficiente" della normativa ricompresa nella richiesta referendaria ai sensi dell’art. 39 della l. n. 352 del 1970, così come “riscritto”, dalla Corte costituzionale, con la sent. n. 68 del 1978. Nel quarto capitolo si esamina, invece, la competenza assegnata all'Ufficio centrale circa il giudizio sui reclami relativi alle operazioni di voto e di scrutinio, il successivo accertamento dell'esito (definitivo) della consultazione popolare e la conseguente proclamazione dei risultati del referendum. Nella terza parte l'A. si occupa del regime giuridico delle pronunce adottate dall'Ufficio centrale. Particolare risalto viene riservato all'analisi critica della giurisprudenza con cui la Corte costituzionale è solita negare la sindacabilità nel merito delle pronunce adottate dall'organo della Cassazione in sede di conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. Lo scritto si conclude con una quarta parte dedicata all'individuazione del ruolo svolto dall'Ufficio centrale all'interno della dinamica referendaria. E questo sia in relazione ai rapporti tra il giudizio di legittimità ed il sindacato di ammissibilità delle richieste di ablazione popolare; sia per quel che concerne l'atteggiamento complessivo sinora tenuto dall'Ufficio della Cassazione nei confronti dei promotori dell'iniziativa referendaria.
L'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione. Natura, organizzazione, funzioni, ruolo / Pinardi, Roberto. - STAMPA. - 1:(2000), pp. 1-522.
L'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione. Natura, organizzazione, funzioni, ruolo
PINARDI, Roberto
2000
Abstract
Il volume, suddiviso in quattro parti, si propone di analizzare, nei suoi diversi aspetti, organizzativi e funzionali, l'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione. Particolare attenzione viene riservata allo studio sistematico della sua giurisprudenza (per la maggior parte inedita) adottata a partire dal 1971. Nella prima parte l'A. si occupa, in particolare:(1) di individuare la ratio istitutiva dell'Ufficio centrale;(2) di esaminare i profili organizzativi dell'organo, quali si sono venuti evolvendo a partire dall'adozione della legge sul referendum;(3) di dimostrare la natura (soggettivamente ed oggettivamente) giurisdizionale dell'Ufficio in parola, precostituendosi, in tal modo, un'indispensabile "chiave di lettura" per l'indagine condotta nelle pagine successive. La seconda parte dello scritto, suddivisa in tre capitoli, è dedicata all'analisi delle funzioni esercitate dall'Ufficio centrale, sia sotto il profilo sostanziale che sotto quello processuale. Nel capitolo II, viene studiato il sindacato sulla legittimità-regolarità delle richieste di consultazione popolare, avendo riguardo sia alle proposte di referendum abrogativo, sia alle proposte di referendum territoriale e costituzionale. Nel capitolo III, viene analizzato il compito che è affidato ai magistrati della Cassazione di giudicare sull'abrogazione "sufficiente" della normativa ricompresa nella richiesta referendaria ai sensi dell’art. 39 della l. n. 352 del 1970, così come “riscritto”, dalla Corte costituzionale, con la sent. n. 68 del 1978. Nel quarto capitolo si esamina, invece, la competenza assegnata all'Ufficio centrale circa il giudizio sui reclami relativi alle operazioni di voto e di scrutinio, il successivo accertamento dell'esito (definitivo) della consultazione popolare e la conseguente proclamazione dei risultati del referendum. Nella terza parte l'A. si occupa del regime giuridico delle pronunce adottate dall'Ufficio centrale. Particolare risalto viene riservato all'analisi critica della giurisprudenza con cui la Corte costituzionale è solita negare la sindacabilità nel merito delle pronunce adottate dall'organo della Cassazione in sede di conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. Lo scritto si conclude con una quarta parte dedicata all'individuazione del ruolo svolto dall'Ufficio centrale all'interno della dinamica referendaria. E questo sia in relazione ai rapporti tra il giudizio di legittimità ed il sindacato di ammissibilità delle richieste di ablazione popolare; sia per quel che concerne l'atteggiamento complessivo sinora tenuto dall'Ufficio della Cassazione nei confronti dei promotori dell'iniziativa referendaria.Pubblicazioni consigliate
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