Il presente contributo si occupa del ruolo svolto dalla regolamentazione e dagli organismi di controllo sulle banche - in primis quindi, nel contesto italiano, la Banca Centrale - nel cambiamento culturale che interessa le banche medesime.La cultura aziendale, definibile come “un insieme di assunti di base, inventati, scoperti o sviluppati da un gruppo determinato quando questo impara ad affrontare i propri problemi di adattamento con il mondo esterno e di integrazione al mondo esterno” , rientra a pieno titolo tra le modalità di coordinamento delle attività economiche. Tra le medesime modalità, nell’ambito delle regole di natura formale-legale di origine esterna, cosiddette ambientali, rientra anche la regolamentazione (Grandori 1995). L’obiettivo di questo lavoro è quindi quello di verificare le connessioni esistenti tra i mutamenti di fattori ambientali, quali appunto la regolamentazione e la vigilanza, e l’evoluzione del modo di fare banca e quindi del modello culturale che guida il comportamento del management bancario, con riferimento specifico al nostro paese. Il percorso culturale compiuto dalle banche italiane degli ultimi anni può essere sintetizzato come il passaggio da una cultura burocratica ed amministrativa ad una di mercato (P. Mottura 1996). La metamorfosi culturale che il sistema bancario sta vivendo si inserisce nell’evoluzione del contesto economico-operativo in cui le banche operano, che ne modifica l’operatività e le strategie, inducendone il passaggio da una situazione scarsamente concorrenziale ad una di concorrenza crescente, sia tra banche, sia tra queste ultime ed altri intermediari finanziari. Al riguardo, è importante valutare se i mutamenti culturali in banca sono coerenti con la velocità dei mutamenti del contesto economico-strategico in cui gli intermediari operano. Le modifiche nella cultura in banca devono infatti poter consentire lo sviluppo di capacità manageriali in grado di fronteggiare uno scenario in profonda evoluzione. Ma quali sono le cause principali dei cambiamenti, sia nei profili strategici che in quelli operativi e gestionali delle banche italiane? Un ruolo fondamentale è stato ed è tuttora svolto dall’innovazione finanziaria e tecnologica, che si accompagna all’attenuazione, se non addirittura all’annullamento, delle linee di demarcazione tra intermediari diversi, alla liberalizzazione dei movimenti di capitale, alla crescente integrazione e globalizzazione dei mercati finanziari. Da ultimo, un fattore di cambiamento di estremo rilievo è la nascita di un mercato finanziario integrato nell’area dell’euro. Tali fattori contribuiscono ad accentuare la concorrenza non solo nell’ambito nazionale, ma anche tra operatori nazionali ed operatori esteri, bancari e non bancari. E’ indubbio che anche la regolamentazione e le autorità di controllo hanno avuto, e tuttora hanno, un ruolo significativo nel promuovere e/o assecondare la metamorfosi del sistema. In particolar modo, risulta cruciale il contributo dell’azione delle autorità di vigilanza, pur sempre da inquadrarsi nell’ambito dell’ordinamento vigente e nei limiti della loro discrezionalità. Non a caso, gli organismi di controllo per lungo tempo hanno assunto un ruolo di “regista” nel definire i lineamenti del sistema finanziario italiano. Analizzare tale ruolo implica innanzitutto valutare come l’azione di vigilanza ha interagito con il cambiamento: se ha meramente assecondato spinte esterne ormai ineluttabili, o se invece ha avuto un ruolo di stimolo, oppure se si è posta come freno alle forze del cambiamento. Da questa analisi discende l’eventuale individuazione della presenza, nel cammino percorso, di distorsioni o inefficienze imputabili alle autorità di vigilanza (Ciocca 2000, p. 83).Per condurre tale analisi, è opportuno, in primo luogo, ripercorrere lo sviluppo della regolamentazione, della filosofia nonché delle modalità mediante le quali si esplica la funzione di vigilanza, con specifico riferimento al caso italiano, ma pur sempre nell’ambito dei più generali mutamenti che interessano i diversi sistemi nazionali.
Il ruolo della Banca centrale e degli altri organismi di controllo: amministratori del sistema e attori nel cambiamento culturale delle banche / Gualandri, Elisabetta. - STAMPA. - 33:(2001), pp. 93-111.
Il ruolo della Banca centrale e degli altri organismi di controllo: amministratori del sistema e attori nel cambiamento culturale delle banche
GUALANDRI, Elisabetta
2001
Abstract
Il presente contributo si occupa del ruolo svolto dalla regolamentazione e dagli organismi di controllo sulle banche - in primis quindi, nel contesto italiano, la Banca Centrale - nel cambiamento culturale che interessa le banche medesime.La cultura aziendale, definibile come “un insieme di assunti di base, inventati, scoperti o sviluppati da un gruppo determinato quando questo impara ad affrontare i propri problemi di adattamento con il mondo esterno e di integrazione al mondo esterno” , rientra a pieno titolo tra le modalità di coordinamento delle attività economiche. Tra le medesime modalità, nell’ambito delle regole di natura formale-legale di origine esterna, cosiddette ambientali, rientra anche la regolamentazione (Grandori 1995). L’obiettivo di questo lavoro è quindi quello di verificare le connessioni esistenti tra i mutamenti di fattori ambientali, quali appunto la regolamentazione e la vigilanza, e l’evoluzione del modo di fare banca e quindi del modello culturale che guida il comportamento del management bancario, con riferimento specifico al nostro paese. Il percorso culturale compiuto dalle banche italiane degli ultimi anni può essere sintetizzato come il passaggio da una cultura burocratica ed amministrativa ad una di mercato (P. Mottura 1996). La metamorfosi culturale che il sistema bancario sta vivendo si inserisce nell’evoluzione del contesto economico-operativo in cui le banche operano, che ne modifica l’operatività e le strategie, inducendone il passaggio da una situazione scarsamente concorrenziale ad una di concorrenza crescente, sia tra banche, sia tra queste ultime ed altri intermediari finanziari. Al riguardo, è importante valutare se i mutamenti culturali in banca sono coerenti con la velocità dei mutamenti del contesto economico-strategico in cui gli intermediari operano. Le modifiche nella cultura in banca devono infatti poter consentire lo sviluppo di capacità manageriali in grado di fronteggiare uno scenario in profonda evoluzione. Ma quali sono le cause principali dei cambiamenti, sia nei profili strategici che in quelli operativi e gestionali delle banche italiane? Un ruolo fondamentale è stato ed è tuttora svolto dall’innovazione finanziaria e tecnologica, che si accompagna all’attenuazione, se non addirittura all’annullamento, delle linee di demarcazione tra intermediari diversi, alla liberalizzazione dei movimenti di capitale, alla crescente integrazione e globalizzazione dei mercati finanziari. Da ultimo, un fattore di cambiamento di estremo rilievo è la nascita di un mercato finanziario integrato nell’area dell’euro. Tali fattori contribuiscono ad accentuare la concorrenza non solo nell’ambito nazionale, ma anche tra operatori nazionali ed operatori esteri, bancari e non bancari. E’ indubbio che anche la regolamentazione e le autorità di controllo hanno avuto, e tuttora hanno, un ruolo significativo nel promuovere e/o assecondare la metamorfosi del sistema. In particolar modo, risulta cruciale il contributo dell’azione delle autorità di vigilanza, pur sempre da inquadrarsi nell’ambito dell’ordinamento vigente e nei limiti della loro discrezionalità. Non a caso, gli organismi di controllo per lungo tempo hanno assunto un ruolo di “regista” nel definire i lineamenti del sistema finanziario italiano. Analizzare tale ruolo implica innanzitutto valutare come l’azione di vigilanza ha interagito con il cambiamento: se ha meramente assecondato spinte esterne ormai ineluttabili, o se invece ha avuto un ruolo di stimolo, oppure se si è posta come freno alle forze del cambiamento. Da questa analisi discende l’eventuale individuazione della presenza, nel cammino percorso, di distorsioni o inefficienze imputabili alle autorità di vigilanza (Ciocca 2000, p. 83).Per condurre tale analisi, è opportuno, in primo luogo, ripercorrere lo sviluppo della regolamentazione, della filosofia nonché delle modalità mediante le quali si esplica la funzione di vigilanza, con specifico riferimento al caso italiano, ma pur sempre nell’ambito dei più generali mutamenti che interessano i diversi sistemi nazionali.Pubblicazioni consigliate
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