Il primo conflitto mondiale vide all’opera massicci fenomeni di mobilitazione sociale, in parte spontanei, in parte legati alla coercizione da parte degli apparati di governo. Il saggio prende in esame, attraverso l’analisi dettagliata di un contesto locale, quello bolognese, il complesso articolarsi dei fenomeni di mobilitazione sociale, spontanea e coatta, ed il loro intreccio con le dinamiche politiche locali. Il caso bolognese è infatti assai interessante per la presenza, alla guida delle amministrazioni locali, del partito socialista, ostile alla guerra e dunque, potenzialmente, contrario a tutti i tentativi di creare forme di consenso al conflitto. Il quadro complessivo è tuttavia assai poco lineare, in quanto le politiche attuate dagli amministratori socialisti si rivelarono spesso utili a mantenere la calma all’interno delle masse popolari (si pensi alla politica annonaria), mentre per contro non pochi tentativi di mobilitazione da parte dei gruppi borghesi furono visti con malcelata ostilità dagli apparati locali dello stato, timorosi che essi potessero minare il sia pur fragile clima di concordia venutosi a creare per affrontare le difficoltà di conflitto.
Mobilitazione e militarizzazione nella società civile durante la prima guerra mondiale: il caso di Bologna / DEGLI ESPOSTI, Fabio. - STAMPA. - 2:(2005), pp. 135-166.
Mobilitazione e militarizzazione nella società civile durante la prima guerra mondiale: il caso di Bologna
DEGLI ESPOSTI, Fabio
2005
Abstract
Il primo conflitto mondiale vide all’opera massicci fenomeni di mobilitazione sociale, in parte spontanei, in parte legati alla coercizione da parte degli apparati di governo. Il saggio prende in esame, attraverso l’analisi dettagliata di un contesto locale, quello bolognese, il complesso articolarsi dei fenomeni di mobilitazione sociale, spontanea e coatta, ed il loro intreccio con le dinamiche politiche locali. Il caso bolognese è infatti assai interessante per la presenza, alla guida delle amministrazioni locali, del partito socialista, ostile alla guerra e dunque, potenzialmente, contrario a tutti i tentativi di creare forme di consenso al conflitto. Il quadro complessivo è tuttavia assai poco lineare, in quanto le politiche attuate dagli amministratori socialisti si rivelarono spesso utili a mantenere la calma all’interno delle masse popolari (si pensi alla politica annonaria), mentre per contro non pochi tentativi di mobilitazione da parte dei gruppi borghesi furono visti con malcelata ostilità dagli apparati locali dello stato, timorosi che essi potessero minare il sia pur fragile clima di concordia venutosi a creare per affrontare le difficoltà di conflitto.File | Dimensione | Formato | |
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