La ricerca si è condotta intervistando i fondatori delle imprese maggiori, gli amministratori pubblici e i tecnici del settore. A questo lavoro si è accompagnato un lungo spoglio di materiali di archivio, reso possibile dalla collaborazione della Sezione Etnografica del Comune di Carpi. Nel saggio si sostiene che l'insediamento nel territorio, al principio del secondo conflitto mondiale, di due stabilimenti di una grande impresa -la Magneti Marelli di Sesto San Giovanni- ha avuto un ruolo fondamentale nel promuovere quell'insieme di condizioni che, nei decenni successivi, avrebbero consentito la proliferazione di numerose attività, tutte con una comune matrice meccanica. Si argomenta che la Marelli, con il suo operare, ha immesso nel tessuto sociale la professionalità e le competenze tecniche necessarie a percepire nuovi bisogni, l'esistenza di nuovi mercati, e ad innescare un processo di investimento cumulativo che, secondo una dinamica tipicamente hirschmaniana, in un arco di tempo relativamente breve, ha radicalmente mutato il volto dell'industria nel distretto. In questo senso il motore primo dello sviluppo va ricercato, più che nella dotazione iniziale di risorse, nel processo di acquisizione e diffusione di competenze nel tessuto sociale. Nella parte centrale del saggio si sottolinea il carattere non deterministico dello sviluppo; si studia la relazione tra i settori che producono particolari competenze e i settori e sistemi produttivi che traducono tali competenze in innovazione, creazione di nuovi mercati e nuovi prodotti, evidenziando come non sia possibile individuare alcuna precisa “traiettoria tecnologica” Il saggio si conclude passando in rassegna il dibattito sulla genesi dei distretti e dei sistemi di piccola impresa, valutando le implicazioni dello studio sulla teoria dello sviluppo e della localizzazione e sulla conduzione delle politiche economiche. Si argomenta che, date talune condizioni, i processi cumulativi che nella meccanica carpigiana sono stati innescati da un evento casuale possono essere indotti - nelle aree meno sviluppate del paese e nel Mezzogiorno - da una politica economica consapevole ed avvertita.
Competenze, grandi imprese e distretti industriali. Il caso della Magneti Marelli / Solinas, Giovanni. - In: RIVISTA DI STORIA ECONOMICA. - ISSN 0393-3415. - STAMPA. - 10:(1993), pp. 79-111.
Competenze, grandi imprese e distretti industriali. Il caso della Magneti Marelli
SOLINAS, Giovanni
1993
Abstract
La ricerca si è condotta intervistando i fondatori delle imprese maggiori, gli amministratori pubblici e i tecnici del settore. A questo lavoro si è accompagnato un lungo spoglio di materiali di archivio, reso possibile dalla collaborazione della Sezione Etnografica del Comune di Carpi. Nel saggio si sostiene che l'insediamento nel territorio, al principio del secondo conflitto mondiale, di due stabilimenti di una grande impresa -la Magneti Marelli di Sesto San Giovanni- ha avuto un ruolo fondamentale nel promuovere quell'insieme di condizioni che, nei decenni successivi, avrebbero consentito la proliferazione di numerose attività, tutte con una comune matrice meccanica. Si argomenta che la Marelli, con il suo operare, ha immesso nel tessuto sociale la professionalità e le competenze tecniche necessarie a percepire nuovi bisogni, l'esistenza di nuovi mercati, e ad innescare un processo di investimento cumulativo che, secondo una dinamica tipicamente hirschmaniana, in un arco di tempo relativamente breve, ha radicalmente mutato il volto dell'industria nel distretto. In questo senso il motore primo dello sviluppo va ricercato, più che nella dotazione iniziale di risorse, nel processo di acquisizione e diffusione di competenze nel tessuto sociale. Nella parte centrale del saggio si sottolinea il carattere non deterministico dello sviluppo; si studia la relazione tra i settori che producono particolari competenze e i settori e sistemi produttivi che traducono tali competenze in innovazione, creazione di nuovi mercati e nuovi prodotti, evidenziando come non sia possibile individuare alcuna precisa “traiettoria tecnologica” Il saggio si conclude passando in rassegna il dibattito sulla genesi dei distretti e dei sistemi di piccola impresa, valutando le implicazioni dello studio sulla teoria dello sviluppo e della localizzazione e sulla conduzione delle politiche economiche. Si argomenta che, date talune condizioni, i processi cumulativi che nella meccanica carpigiana sono stati innescati da un evento casuale possono essere indotti - nelle aree meno sviluppate del paese e nel Mezzogiorno - da una politica economica consapevole ed avvertita.Pubblicazioni consigliate
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