L’indagine di cui si dà resoconto nel saggio (pubblicato in un inserto della rivista dedicato agli asili nido in Italia) si è posta come obiettivo la valutazione della qualità educativa degli asili nido di una provincia lombarda di media grandezza. La valutazione di ogni nido è stata compiuta adottando la SVANI (traduzione italiana della Infant Toddler Environment Rating Scale), strumento di valutazione degli ambienti educativi per la primissima infanzia elaborato da Harms, Cryer e Clifford (1990). Complessivamente sono state valutate 73 sezioni e si è proceduto ad analisi distinte dei due gruppi di sezioni, le 25 sezioni lattanti e le 48 sezioni divezzi, poiché si era interessati ad individuare omogeneità e differenze riscontrabili nella qualità dell’organizzazione degli ambienti educativi allestiti per i piccolissimi e per i più grandi del nido. Sono stati anche impiegati test statistici prevalentemente di tipo non parametrico per valutare la significatività della differenza tra le valutazioni assegnate alle sezioni migliori e peggiori, identificate da una ripartizione dei dati in gruppi interquartilici, e per valutare la significatività della differenza tra i punteggi assegnati complessivamente nelle sette sottoscale della SVANI a lattanti e divezzi. I risultati mostrano che, nel complesso, lo standard qualitativo che caratterizza le sezioni di nido non è molto elevato; punteggi migliori sono ottenuti dalle sezioni dei divezzi rispetto a quelle frequentate dai bambini lattanti. Non solo si evidenziano modalità differenti di organizzazione delle sezioni lattanti e divezzi, ma si delinea anche una diversificazione più accentuata tra nidi di qualità migliore e peggiore. I centri migliori si fanno carico di una proposta educativa articolata, dove hanno rilievo l’apprendimento e l’interazione in quanto momento costruttivo di crescita. Le realtà meno positive puntano invece sull’accudimento dei bisogni primari del bambino e più faticosamente riescono a strutturare un’offerta educativa completa.
La qualità del nido / Gariboldi, Antonio; P., Livraghi. - In: BAMBINI. - ISSN 0393-4209. - STAMPA. - 2:(1992), pp. 23-31.
La qualità del nido
GARIBOLDI, Antonio;
1992
Abstract
L’indagine di cui si dà resoconto nel saggio (pubblicato in un inserto della rivista dedicato agli asili nido in Italia) si è posta come obiettivo la valutazione della qualità educativa degli asili nido di una provincia lombarda di media grandezza. La valutazione di ogni nido è stata compiuta adottando la SVANI (traduzione italiana della Infant Toddler Environment Rating Scale), strumento di valutazione degli ambienti educativi per la primissima infanzia elaborato da Harms, Cryer e Clifford (1990). Complessivamente sono state valutate 73 sezioni e si è proceduto ad analisi distinte dei due gruppi di sezioni, le 25 sezioni lattanti e le 48 sezioni divezzi, poiché si era interessati ad individuare omogeneità e differenze riscontrabili nella qualità dell’organizzazione degli ambienti educativi allestiti per i piccolissimi e per i più grandi del nido. Sono stati anche impiegati test statistici prevalentemente di tipo non parametrico per valutare la significatività della differenza tra le valutazioni assegnate alle sezioni migliori e peggiori, identificate da una ripartizione dei dati in gruppi interquartilici, e per valutare la significatività della differenza tra i punteggi assegnati complessivamente nelle sette sottoscale della SVANI a lattanti e divezzi. I risultati mostrano che, nel complesso, lo standard qualitativo che caratterizza le sezioni di nido non è molto elevato; punteggi migliori sono ottenuti dalle sezioni dei divezzi rispetto a quelle frequentate dai bambini lattanti. Non solo si evidenziano modalità differenti di organizzazione delle sezioni lattanti e divezzi, ma si delinea anche una diversificazione più accentuata tra nidi di qualità migliore e peggiore. I centri migliori si fanno carico di una proposta educativa articolata, dove hanno rilievo l’apprendimento e l’interazione in quanto momento costruttivo di crescita. Le realtà meno positive puntano invece sull’accudimento dei bisogni primari del bambino e più faticosamente riescono a strutturare un’offerta educativa completa.Pubblicazioni consigliate
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