Movendo da una serie di appunti inediti che d'Annunzio trascrive dal libro "Mycènes" di Heinrich Schliemann, l'intervento interroga l'archeologia fantastica che presiede alla configurazione della "Città morta", sia nella costruzione scenica che in quella verbale, ove risuonano gli echi remoti ma certi di un tempo scomparso che può tuttavia rivivere nel cuore del moderno. Ma dai sepolcri ancora intatti di Micene alla necropoli pompeiana il passo è breve. E il motivo antropologico del "passato che si fa presente" alimenta il collezionismo dell'autorecluso del Vittoriale, che per il teatro en plein air della cittadella sul Garda, come per la sua iconologia erotica, non cessa di riferirsi al mito e ai fantasmi di Pompei.
Archeologie dell’estetismo / Zanetti, Giorgio. - STAMPA. - (2008), pp. 75-111. (Intervento presentato al convegno I misteri di Pompei. Antichità pompeiane nell'immaginario della modernità tenutosi a Pavia, Collegio Ghislieri nel 1° marzo 2007).
Archeologie dell’estetismo
ZANETTI, Giorgio
2008
Abstract
Movendo da una serie di appunti inediti che d'Annunzio trascrive dal libro "Mycènes" di Heinrich Schliemann, l'intervento interroga l'archeologia fantastica che presiede alla configurazione della "Città morta", sia nella costruzione scenica che in quella verbale, ove risuonano gli echi remoti ma certi di un tempo scomparso che può tuttavia rivivere nel cuore del moderno. Ma dai sepolcri ancora intatti di Micene alla necropoli pompeiana il passo è breve. E il motivo antropologico del "passato che si fa presente" alimenta il collezionismo dell'autorecluso del Vittoriale, che per il teatro en plein air della cittadella sul Garda, come per la sua iconologia erotica, non cessa di riferirsi al mito e ai fantasmi di Pompei.Pubblicazioni consigliate
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