I Loriciferi (dal latino lorica, corsetto e fera, portare) sono organismi esclusivi dell’ambiente marino ed in virtù delle loro piccole dimensioni e dello stile di vita vengono considerati dagli studiosi del benthos come rappresentanti della meiofauna permanente. Ricostruzioni filogenetiche attuali li vedono tra gli Ecdysozoa, associati con i Chinorinchi ed i Priapulidi nel clade degli Scalidofora (Halanych, 2004). Nei Loriciferi i sessi sono separati, con maschi e femmine accomunati dalla taglia ma leggermente dimorfici per quanto concerne la forma degli scalidi, appendici molto specializzate localizzate all’estremità anteriore (Kristensen, 1991a). Benché molte specie siano gonocoriche con inseminazione interna, almeno in due casi è stata documentata la riproduzione per partenogenesi (Kristensen, 1991b; Gad, 2005a). La prole viene prodotta mediante uova deposte singolarmente e lo stadio adulto è raggiunto con la muta attraverso una serie di 4-5 peculiari stadi larvali, noti come larva di Higgins (Kristensen, 1991a). Recentemente sono stati descritti cicli biologici molto complessi includenti fenomeni di neotenia e pedogenesi (Krestensen, 2002; Kristensen e Brooke, 2002; Gad, 2004a, 2005b; Heiner, 2005).Il phylum venne istituito nella prima metà degli anni ‘80 del secolo scorso per dare collocazione sistematica a Nanaloricus mysticus, un microscopico animale rinvenuto in sabbia conchifera (sabbia a Dentalium) raccolta a 25 m di profondità al largo di Roscoff, in Francia, le cui peculiari caratteristiche morfologiche apparivano intermedie tra quelle dei Chinorinchi e quelle degli stadi larvali dei Priapulidi (Kristensen, 1983). Il primo rinvenimento documentato di Loriciferi è antecedente, risalendo al 1974, quando un singolo animale di questo phylum fu rinvenuto in un campione di sabbia silicea raccolto a 400 metri di profondità al largo delle coste della Carolina del Nord, USA (cf. Higgins e Kristensen, 1986). L’esemplare, un maschio, fu comunque riconosciuto come un loricifero solo all’epoca dell’istituzione del phylum, più tardi esso venne descritto e nominato Pliciloricus enigmaticus (Higgins e Kristensen, 1986). In questa stessa occasione, gli autori descrissero altre sette specie di Loriciferi interstiziali, tutte proveniente da sabbie silicee medio-grossolane raccolte lungo la costa atlantica degli USA. Per le profonde differenze morfologiche tra questi esemplari e Nanaloricus mysticus, le specie americane vennero affiliate alla nuova famiglia Pliciloricidae (Higgins e Kristensen, 1986). A tutt’oggi sono state descritte 21 specie di Loriciferi, appartenti a sei generi e due famiglie affiliate all’unico ordine Nanaloricida. Tuttavia, esemplari appartenenti ad almeno altre 80 specie, incluso rappresentanti di un nuovo ordine, sono state segnalate da tutte le parti del mondo, a testimonianza della distribuzione cosmopolita del phylum (Kristensen e Meier, 1986; Kristensen e Shirayama, 1988; Kristensen e Gad, 2004; Gad, 2004b; Heiner, 2004, 2005; Heiner e Kristensen, 2005). Benché la quasi totalità delle specie descritte provenga da ambienti sabbiosi, la maggioranza dei rinvenimenti di specie non ancora descritte riguarda sedimenti con caratteristiche granulometriche molto più fini tra cui anche i fondali argillosi tipici della zona adale (Hubbard, 1988; Kristensen e Shirayama, 1988; Gad, 2004b; R.M. Kristensen, comunicazione personale). Ed è proprio in sedimenti pelitici di questo tipo che sono state rinvenute le prime quattro specie di Loriciferi segnalate per il Mediterraneo, in Corsica (vedi Soetaert et al., 1984; Balduzzi et al., 1995). Recentemente, esemplari di una di queste sono stati riconosciuti come appartenenti a Rogiloricus caudatus (Kristensen, 2003). Occorre tuttavia sottolineare che l’unica specie italiana di loricifero formalmente descritta, Nanaloricus khaitatis, è stata rinvenuta nel 1997 nella sabbia organogena delle secche della Meloria (Todaro e Kristensen, 1998). Numerosi esemplari di Loriciferi sono stati rinvenuti di recente, in campioni di sedimenti prelevati nel bacino ipersalino ed anossico dell’Atalante, nel Mar Ionio (Donovaro et al., 2004); ad una prima analisi essi apparterrebbero a diverse specie e generi, alcuni dei quali nuovi per la scienza (I. Heiner e R. M. Kristensen, comunicazione personale). Di seguito viene fornita la lista dei taxa rinvenuti nei mari italiani e della Corsica; in questa occasione si è ritenuto opportuno non dare seguito alle segnalazione, in Corsica, di esemplari di incerta collocazione sistematica (faglia indeterminata, genere indeterminato, cf. Balduzzi et al., 1995).

Loricifera / Todaro, Mary Antonio Donatello. - ELETTRONICO. - NA:(2006), pp. NA-NA.

Loricifera

TODARO, Mary Antonio Donatello
2006

Abstract

I Loriciferi (dal latino lorica, corsetto e fera, portare) sono organismi esclusivi dell’ambiente marino ed in virtù delle loro piccole dimensioni e dello stile di vita vengono considerati dagli studiosi del benthos come rappresentanti della meiofauna permanente. Ricostruzioni filogenetiche attuali li vedono tra gli Ecdysozoa, associati con i Chinorinchi ed i Priapulidi nel clade degli Scalidofora (Halanych, 2004). Nei Loriciferi i sessi sono separati, con maschi e femmine accomunati dalla taglia ma leggermente dimorfici per quanto concerne la forma degli scalidi, appendici molto specializzate localizzate all’estremità anteriore (Kristensen, 1991a). Benché molte specie siano gonocoriche con inseminazione interna, almeno in due casi è stata documentata la riproduzione per partenogenesi (Kristensen, 1991b; Gad, 2005a). La prole viene prodotta mediante uova deposte singolarmente e lo stadio adulto è raggiunto con la muta attraverso una serie di 4-5 peculiari stadi larvali, noti come larva di Higgins (Kristensen, 1991a). Recentemente sono stati descritti cicli biologici molto complessi includenti fenomeni di neotenia e pedogenesi (Krestensen, 2002; Kristensen e Brooke, 2002; Gad, 2004a, 2005b; Heiner, 2005).Il phylum venne istituito nella prima metà degli anni ‘80 del secolo scorso per dare collocazione sistematica a Nanaloricus mysticus, un microscopico animale rinvenuto in sabbia conchifera (sabbia a Dentalium) raccolta a 25 m di profondità al largo di Roscoff, in Francia, le cui peculiari caratteristiche morfologiche apparivano intermedie tra quelle dei Chinorinchi e quelle degli stadi larvali dei Priapulidi (Kristensen, 1983). Il primo rinvenimento documentato di Loriciferi è antecedente, risalendo al 1974, quando un singolo animale di questo phylum fu rinvenuto in un campione di sabbia silicea raccolto a 400 metri di profondità al largo delle coste della Carolina del Nord, USA (cf. Higgins e Kristensen, 1986). L’esemplare, un maschio, fu comunque riconosciuto come un loricifero solo all’epoca dell’istituzione del phylum, più tardi esso venne descritto e nominato Pliciloricus enigmaticus (Higgins e Kristensen, 1986). In questa stessa occasione, gli autori descrissero altre sette specie di Loriciferi interstiziali, tutte proveniente da sabbie silicee medio-grossolane raccolte lungo la costa atlantica degli USA. Per le profonde differenze morfologiche tra questi esemplari e Nanaloricus mysticus, le specie americane vennero affiliate alla nuova famiglia Pliciloricidae (Higgins e Kristensen, 1986). A tutt’oggi sono state descritte 21 specie di Loriciferi, appartenti a sei generi e due famiglie affiliate all’unico ordine Nanaloricida. Tuttavia, esemplari appartenenti ad almeno altre 80 specie, incluso rappresentanti di un nuovo ordine, sono state segnalate da tutte le parti del mondo, a testimonianza della distribuzione cosmopolita del phylum (Kristensen e Meier, 1986; Kristensen e Shirayama, 1988; Kristensen e Gad, 2004; Gad, 2004b; Heiner, 2004, 2005; Heiner e Kristensen, 2005). Benché la quasi totalità delle specie descritte provenga da ambienti sabbiosi, la maggioranza dei rinvenimenti di specie non ancora descritte riguarda sedimenti con caratteristiche granulometriche molto più fini tra cui anche i fondali argillosi tipici della zona adale (Hubbard, 1988; Kristensen e Shirayama, 1988; Gad, 2004b; R.M. Kristensen, comunicazione personale). Ed è proprio in sedimenti pelitici di questo tipo che sono state rinvenute le prime quattro specie di Loriciferi segnalate per il Mediterraneo, in Corsica (vedi Soetaert et al., 1984; Balduzzi et al., 1995). Recentemente, esemplari di una di queste sono stati riconosciuti come appartenenti a Rogiloricus caudatus (Kristensen, 2003). Occorre tuttavia sottolineare che l’unica specie italiana di loricifero formalmente descritta, Nanaloricus khaitatis, è stata rinvenuta nel 1997 nella sabbia organogena delle secche della Meloria (Todaro e Kristensen, 1998). Numerosi esemplari di Loriciferi sono stati rinvenuti di recente, in campioni di sedimenti prelevati nel bacino ipersalino ed anossico dell’Atalante, nel Mar Ionio (Donovaro et al., 2004); ad una prima analisi essi apparterrebbero a diverse specie e generi, alcuni dei quali nuovi per la scienza (I. Heiner e R. M. Kristensen, comunicazione personale). Di seguito viene fornita la lista dei taxa rinvenuti nei mari italiani e della Corsica; in questa occasione si è ritenuto opportuno non dare seguito alle segnalazione, in Corsica, di esemplari di incerta collocazione sistematica (faglia indeterminata, genere indeterminato, cf. Balduzzi et al., 1995).
2006
La checklist della fauna marina italiana
Ministero dell’Ambiente e tutela del territorio
ITALIA
Loricifera / Todaro, Mary Antonio Donatello. - ELETTRONICO. - NA:(2006), pp. NA-NA.
Todaro, Mary Antonio Donatello
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