Lo scopo di questo saggio è quello di sottoporre a vaglio alcuni risultati che emergono nella letteratura sui differenziali salariali territoriali in Italia. Gli studi condotti nel corso degli anni Ottanta facendo uso della fonte INPS e le ricerche che utilizzano i dati della contabilità regionale ISTAT mostrano una persistenza dei differenziali retributivi Nord-Sud, che, nell’insieme dell’industria manifatturiera, è prossima al 20-25%. Viceversa tale differenza scompare (o, in alcune industrie e per talune classi dimensionali delle imprese, cambia addirittura di segno) negli studi piú recenti che utilizzano gli archivi INPS. Poiché per ampiezza della base di dati e livello di disaggregazione tale fonte è quella maggiormente accreditata, a partire da questa evidenza molti studiosi e commentatori pervengono alla conclusione che l’appiattimento dei differenziali territoriali è all’origine della cattiva performance in termini di occupazione del Mezzogiorno. In questo lavoro si mostra che, dati i comportamenti delle imprese e l’ampia diffusione di forme di lavoro irregolare, l’appiattimento dei differenziali retributivi territoriali tra Nord e Mezzogiorno va attribuita alla procedura di “normalizzazione” dei dati sui salari forniti dalle imprese che è stata adottata dall’Istituto nel corso degli anni Novanta. Per questo motivo, molta della discussione corrente, e molte delle ricette di politica economica che vengono attualmente proposte, muovono da un presupposto che appare privo di fondamento. Il paper si conclude con alcune considerazioni generali sul significato delle procedure di normalizzazione e sulla necessità di distinguere chiaramente lo stadio della produzione dei dati da quello della loro elaborazione mediante modelli interpretativi.
Ginzburg, Andrea, Maurizio, Scaltriti, Giovanni, Solinas e Roberta, Zoboli. "Un nuovo autunno caldo nel Mezzogiorno? Note in margine al dibattito sui differenziali salariali territoriali" Working paper, Dipartimento di Scienze Statistiche, Università degli Studi di Padova, 1998.
Un nuovo autunno caldo nel Mezzogiorno? Note in margine al dibattito sui differenziali salariali territoriali
GINZBURG, Andrea;SCALTRITI, Maurizio;SOLINAS, Giovanni;ZOBOLI, Roberta
1998
Abstract
Lo scopo di questo saggio è quello di sottoporre a vaglio alcuni risultati che emergono nella letteratura sui differenziali salariali territoriali in Italia. Gli studi condotti nel corso degli anni Ottanta facendo uso della fonte INPS e le ricerche che utilizzano i dati della contabilità regionale ISTAT mostrano una persistenza dei differenziali retributivi Nord-Sud, che, nell’insieme dell’industria manifatturiera, è prossima al 20-25%. Viceversa tale differenza scompare (o, in alcune industrie e per talune classi dimensionali delle imprese, cambia addirittura di segno) negli studi piú recenti che utilizzano gli archivi INPS. Poiché per ampiezza della base di dati e livello di disaggregazione tale fonte è quella maggiormente accreditata, a partire da questa evidenza molti studiosi e commentatori pervengono alla conclusione che l’appiattimento dei differenziali territoriali è all’origine della cattiva performance in termini di occupazione del Mezzogiorno. In questo lavoro si mostra che, dati i comportamenti delle imprese e l’ampia diffusione di forme di lavoro irregolare, l’appiattimento dei differenziali retributivi territoriali tra Nord e Mezzogiorno va attribuita alla procedura di “normalizzazione” dei dati sui salari forniti dalle imprese che è stata adottata dall’Istituto nel corso degli anni Novanta. Per questo motivo, molta della discussione corrente, e molte delle ricette di politica economica che vengono attualmente proposte, muovono da un presupposto che appare privo di fondamento. Il paper si conclude con alcune considerazioni generali sul significato delle procedure di normalizzazione e sulla necessità di distinguere chiaramente lo stadio della produzione dei dati da quello della loro elaborazione mediante modelli interpretativi.Pubblicazioni consigliate
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