Obiettivo di questo lavoro era di studiare gli effetti clinici della distrazione osteogenetica alveolare (DOA) mandibolare verificandone i risultati e gli eventuali effetti indesiderati. A tal fine sono stati reclutati per lo studio prospettico 10 pazienti (5 maschi e 5 femmine), di età tra i 15 ed i 74 anni (media 42,8 anni) di cui 4 soffrivano di edentulismo totale ed i restanti di edentulismo parziale. Per essere ammessi allo studio tali pazienti dovevano possedere dimorfismi crestali atti (in quanto a volume dei tessuti ossei e a salute dei tessuti molli) a prestarsi alle procedure distrattive ed essere sistemicamente sani. Essi erano, quindi, valutati continuativamente dal pre-intervento per un tempo medio di follow-up post chirurgico di 2 anni (comprendente, quindi, in media 18 mesi di protesizzazione). Il protocollo valutativo comprendeva, l’aspetto clinico della dismorfosi da correggere (valutata secondo le classificazione di Lekolm & Zarb integrata con quella di Cawood & Howell in zona intraforaminaria), la morfologia dei tessuti mollli ottenuta e la situazione spaziale finale del “cassetto” osseo distratto. A tal fine i rilievi clinici sono stati integrati con esami radiologici “classici” e TC con ricostruzioni dental-scan.Il modello di distrattore impiegato è stato in tutti i casi il modello TRACK (Tissue Regeneration by Alveolar Callus distraction, Koln, Germania) allestito da Hidding. Le procedure distrattive hanno prodotto risultati positivi, senza importanti complicazioni, in quasi tutti i pazienti . Non sono stati osservati fenomeni infettivi, deiscenze, lesioni su basi trofiche o lesioni neuro-vascolari.Il vettore distrattivo, invece, è risultato sensibilmente mutato, per quanto concerne l’angolo pianificato ai fini protesici, in 2 pazienti senza che questo, però, fosse incompatibile con il piano di riabilitazione protesica studiato precedentemente per i pazienti. Le creste alveolari al termine delle procedure distrattive sono risultate stabili nell’incremento ottenuto e clinicamente adeguate alle successive procedure chirurgiche protesiche preordinate per tutti i pazienti. I nostri dati in rapporto al successo protesico-implantare, poi, sono stati integrati in uno studio multicentrico fornendo dati confortanti (su 37 pazienti e 138 impianti si è avuta una percentuale di successo sec. Albrektsson del 94,2% con una sopravvivenza impiantare del 100%).Occorre, tuttavia, considerare che la procedura distrattiva adottata era quella consigliata da Hidding per il distrattore TRACK da egli evoluto e l’accurata selezione operata nell’accesso dei pazienti allo studio. La DOA è, quindi, una procedura in grado di fornire ampie volumetrie ossee in rapporto ad una morbilità assolutamente accettabile. Le potenzialità di questa tecnica, per essere correttamente e pienamente sfruttate, necessitano di un’accurata pianificazione delle strategie di bonifica protesica implantologica e, quindi, anche di un accurato rispetto delle indicazioni alla terapia. In questo ambito il controllo del vettore distrattivo è un’esigenza costante ed ineludibile e così anche eventuali strategie tese a migliorare ed a razionalizzare l’evoluzione ossea del callo in rapporto ai carichi protesici che sarà chiamato a sostenere. Codice ANCE: E186322 Come da dati on-line "Biblioteca centrale G. Marconi" - Consiglio Nazionale delle Ricerche ISSN: 1827-3742

Possibilità terapeutiche e risultati a lungo termine della distrazione osteogenetica verticale / Bertoldi, Carlo; Consolo, Ugo. - In: IMPLANTOLOGIA ORALE. - STAMPA. - 4:(2003), pp. 72-76.

Possibilità terapeutiche e risultati a lungo termine della distrazione osteogenetica verticale.

BERTOLDI, Carlo;CONSOLO, Ugo
2003

Abstract

Obiettivo di questo lavoro era di studiare gli effetti clinici della distrazione osteogenetica alveolare (DOA) mandibolare verificandone i risultati e gli eventuali effetti indesiderati. A tal fine sono stati reclutati per lo studio prospettico 10 pazienti (5 maschi e 5 femmine), di età tra i 15 ed i 74 anni (media 42,8 anni) di cui 4 soffrivano di edentulismo totale ed i restanti di edentulismo parziale. Per essere ammessi allo studio tali pazienti dovevano possedere dimorfismi crestali atti (in quanto a volume dei tessuti ossei e a salute dei tessuti molli) a prestarsi alle procedure distrattive ed essere sistemicamente sani. Essi erano, quindi, valutati continuativamente dal pre-intervento per un tempo medio di follow-up post chirurgico di 2 anni (comprendente, quindi, in media 18 mesi di protesizzazione). Il protocollo valutativo comprendeva, l’aspetto clinico della dismorfosi da correggere (valutata secondo le classificazione di Lekolm & Zarb integrata con quella di Cawood & Howell in zona intraforaminaria), la morfologia dei tessuti mollli ottenuta e la situazione spaziale finale del “cassetto” osseo distratto. A tal fine i rilievi clinici sono stati integrati con esami radiologici “classici” e TC con ricostruzioni dental-scan.Il modello di distrattore impiegato è stato in tutti i casi il modello TRACK (Tissue Regeneration by Alveolar Callus distraction, Koln, Germania) allestito da Hidding. Le procedure distrattive hanno prodotto risultati positivi, senza importanti complicazioni, in quasi tutti i pazienti . Non sono stati osservati fenomeni infettivi, deiscenze, lesioni su basi trofiche o lesioni neuro-vascolari.Il vettore distrattivo, invece, è risultato sensibilmente mutato, per quanto concerne l’angolo pianificato ai fini protesici, in 2 pazienti senza che questo, però, fosse incompatibile con il piano di riabilitazione protesica studiato precedentemente per i pazienti. Le creste alveolari al termine delle procedure distrattive sono risultate stabili nell’incremento ottenuto e clinicamente adeguate alle successive procedure chirurgiche protesiche preordinate per tutti i pazienti. I nostri dati in rapporto al successo protesico-implantare, poi, sono stati integrati in uno studio multicentrico fornendo dati confortanti (su 37 pazienti e 138 impianti si è avuta una percentuale di successo sec. Albrektsson del 94,2% con una sopravvivenza impiantare del 100%).Occorre, tuttavia, considerare che la procedura distrattiva adottata era quella consigliata da Hidding per il distrattore TRACK da egli evoluto e l’accurata selezione operata nell’accesso dei pazienti allo studio. La DOA è, quindi, una procedura in grado di fornire ampie volumetrie ossee in rapporto ad una morbilità assolutamente accettabile. Le potenzialità di questa tecnica, per essere correttamente e pienamente sfruttate, necessitano di un’accurata pianificazione delle strategie di bonifica protesica implantologica e, quindi, anche di un accurato rispetto delle indicazioni alla terapia. In questo ambito il controllo del vettore distrattivo è un’esigenza costante ed ineludibile e così anche eventuali strategie tese a migliorare ed a razionalizzare l’evoluzione ossea del callo in rapporto ai carichi protesici che sarà chiamato a sostenere. Codice ANCE: E186322 Come da dati on-line "Biblioteca centrale G. Marconi" - Consiglio Nazionale delle Ricerche ISSN: 1827-3742
2003
4
72
76
Possibilità terapeutiche e risultati a lungo termine della distrazione osteogenetica verticale / Bertoldi, Carlo; Consolo, Ugo. - In: IMPLANTOLOGIA ORALE. - STAMPA. - 4:(2003), pp. 72-76.
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