La teoria dello straniamento teorizzata dal formalista russo Viktor Šklovskij ha trovato un avallo probatorio nell’ambito del gestaltismo e parziali opposizioni nella comunità scientifica degli ultimi anni, soprattutto nell’ambito del neuro-cognitivismo. Psicologi e neuro-scienziati hanno infatti messo in luce non solo come l’emisfero destro del cervello umano sia specia-lizzato nel processare l’ignoto prima che intervenga l’emisfero sinistro a operarne una classi-ficazione, ma come la novità costituisca un pericolo potenziale là dove l’ippocampo non trova archiviato nulla di simile, e quindi l’azione fondamentale svolta dal cervello – il predicti-ve processing – può incorrere in errori previsionali e incrinare il circuito della ricompensa: anche la cosiddetta sindrome di Stendhal va riletta oggi come effetto pernicioso del novum sul cervello. Il contributo storicizza il concetto di novità a partire dal primo Novecento e lo raffronta all’attuale proliferazione di serializzazioni e adattamenti, che agiscono in modo op-posto allo straniamento di Šklovskij, dando luogo alla ripetizione e al sempre-uguale dell’estetica mainstream.
Neuroretorica dello straniamento / Calabrese, Stefano; Conti, Valentina. - In: COMPARATISMI. - ISSN 2531-7547. - 10:(2025), pp. 471-490.
Neuroretorica dello straniamento
Stefano Calabrese
;Valentina Conti
2025
Abstract
La teoria dello straniamento teorizzata dal formalista russo Viktor Šklovskij ha trovato un avallo probatorio nell’ambito del gestaltismo e parziali opposizioni nella comunità scientifica degli ultimi anni, soprattutto nell’ambito del neuro-cognitivismo. Psicologi e neuro-scienziati hanno infatti messo in luce non solo come l’emisfero destro del cervello umano sia specia-lizzato nel processare l’ignoto prima che intervenga l’emisfero sinistro a operarne una classi-ficazione, ma come la novità costituisca un pericolo potenziale là dove l’ippocampo non trova archiviato nulla di simile, e quindi l’azione fondamentale svolta dal cervello – il predicti-ve processing – può incorrere in errori previsionali e incrinare il circuito della ricompensa: anche la cosiddetta sindrome di Stendhal va riletta oggi come effetto pernicioso del novum sul cervello. Il contributo storicizza il concetto di novità a partire dal primo Novecento e lo raffronta all’attuale proliferazione di serializzazioni e adattamenti, che agiscono in modo op-posto allo straniamento di Šklovskij, dando luogo alla ripetizione e al sempre-uguale dell’estetica mainstream.| File | Dimensione | Formato | |
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