La situazione che si venne a configurare all’indomani del 1938 nell’ateneo bolognese aggiunge un tassello significativo alla comprensione generale dell’applicazione delle leggi razziali nelle università italiane. Non solo perché l’Alma Mater felsinea è tra le prime sedi per numero di esclusi, ma anche perché il comportamento dell’amministrazione, e in particolare dei poteri accademici, mette in luce il modo in cui il governo fascista agì per escludere i docenti di razza ebraica e applicare quella «ripulitura» dell’alta cultura tanto invocata dal ministro Bottai. In questa sede si propone un’analisi che tiene insieme il mondo accademico nella sua complessità fatta sia di docenti che di studenti, oltre al tema della difficile reintegrazione.
1938. L’Università di Bologna e la persecuzione razziale / Salustri, S.. - 2:(2025), pp. 153-185.
1938. L’Università di Bologna e la persecuzione razziale
Salustri S.
2025
Abstract
La situazione che si venne a configurare all’indomani del 1938 nell’ateneo bolognese aggiunge un tassello significativo alla comprensione generale dell’applicazione delle leggi razziali nelle università italiane. Non solo perché l’Alma Mater felsinea è tra le prime sedi per numero di esclusi, ma anche perché il comportamento dell’amministrazione, e in particolare dei poteri accademici, mette in luce il modo in cui il governo fascista agì per escludere i docenti di razza ebraica e applicare quella «ripulitura» dell’alta cultura tanto invocata dal ministro Bottai. In questa sede si propone un’analisi che tiene insieme il mondo accademico nella sua complessità fatta sia di docenti che di studenti, oltre al tema della difficile reintegrazione.Pubblicazioni consigliate

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