Lo storico dell’arte Wilhelm Worringer è stato il primo a sostenere che gli stadi incoativi di un apparato morfologico sono sempre contraddistinti da elementi geometrici, astratti e inorganici per una difficoltà da parte degli individui a sentirsi in armonia con il contesto ambientale: ‘agorafobia’, la chiamava Worringer, mentre qui la chiameremo claustrofilia – la stessa cosa vista in senso immunizzante. Questa ipotesi sta oggi ricevendo più di un attestato probatorio sia dalla psicologia sperimentale che dalle neuroscienze, poiché si è visto che il cervello è predisposto a vedere nel contesto storico-ambientale solo le forme più marcate, primarie, ipercromatiche e soprattutto convesse. Questo contributo aggiunge una ulteriore attestazione di veridicità alla tesi di Worringer ritrovando negli scarabocchi dei bambini in età 0-3 segnatamente una propensione alle forme geometrizzanti, cristalline, inorganiche e inclusive, per le medesime ragioni addotte dallo storico dell’arte tedesco: da un lato un immaginario prenatale che predilige e ricorda le forme circolari e claustrofiliche della dimora uterina, dall’altro una renitenza a farsi individuo staccato dalla madre per entrare nel labirinto della natura organica. Al tempo stesso, così come il romanzo nella sua fase aurea, quando con Balzac vuole riscrivere la realtà intera sottoponendola a un astratto format tassonomico, la fiaba folklorica testimonia la presenza di iconemi fondati sulla claustrofilia e la geometrizzazione delle immagini – come la cornice nera entro cui cade la neve e su cui si posano le gocce di sangue della regina che, osservando questa immagine astratta e inclusiva, resterà magicamente gravida di Biancaneve.

Elogio della claustrofilia. Worringer, il disegno infantile, la fiaba ecc / Calabrese, Stefano. - In: TESTO & SENSO. - ISSN 2036-2293. - 28:(2024), pp. 1-23.

Elogio della claustrofilia. Worringer, il disegno infantile, la fiaba ecc.

Stefano Calabrese
2024

Abstract

Lo storico dell’arte Wilhelm Worringer è stato il primo a sostenere che gli stadi incoativi di un apparato morfologico sono sempre contraddistinti da elementi geometrici, astratti e inorganici per una difficoltà da parte degli individui a sentirsi in armonia con il contesto ambientale: ‘agorafobia’, la chiamava Worringer, mentre qui la chiameremo claustrofilia – la stessa cosa vista in senso immunizzante. Questa ipotesi sta oggi ricevendo più di un attestato probatorio sia dalla psicologia sperimentale che dalle neuroscienze, poiché si è visto che il cervello è predisposto a vedere nel contesto storico-ambientale solo le forme più marcate, primarie, ipercromatiche e soprattutto convesse. Questo contributo aggiunge una ulteriore attestazione di veridicità alla tesi di Worringer ritrovando negli scarabocchi dei bambini in età 0-3 segnatamente una propensione alle forme geometrizzanti, cristalline, inorganiche e inclusive, per le medesime ragioni addotte dallo storico dell’arte tedesco: da un lato un immaginario prenatale che predilige e ricorda le forme circolari e claustrofiliche della dimora uterina, dall’altro una renitenza a farsi individuo staccato dalla madre per entrare nel labirinto della natura organica. Al tempo stesso, così come il romanzo nella sua fase aurea, quando con Balzac vuole riscrivere la realtà intera sottoponendola a un astratto format tassonomico, la fiaba folklorica testimonia la presenza di iconemi fondati sulla claustrofilia e la geometrizzazione delle immagini – come la cornice nera entro cui cade la neve e su cui si posano le gocce di sangue della regina che, osservando questa immagine astratta e inclusiva, resterà magicamente gravida di Biancaneve.
2024
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Elogio della claustrofilia. Worringer, il disegno infantile, la fiaba ecc / Calabrese, Stefano. - In: TESTO & SENSO. - ISSN 2036-2293. - 28:(2024), pp. 1-23.
Calabrese, Stefano
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