Battista Guarini (1538-1612) sin dagli anni della sua formazione partecipa attivamente alla vita culturale delle nascenti accademie, ha contatti stretti con scrittori, mecenati, artisti e intellettuali del suo tempo. Coltiva queste relazioni per tutto il corso della sua vita, venendo in contatto con diverse illustri personalità, e non sempre in termini amichevoli. In questo intervento, infatti, si parla nello specifico di alcune lettere dai toni accesi o contenenti giudizi sferzanti riguardo al lavoro, all’opera e al pensiero di altri intellettuali. Lo scopo è quello di inquadrare il ruolo di queste lettere nel dibattito letterario di fine Cinque e inizio Seicento, non solamente per fare chiarezza sulle dispute teoriche riguardanti l’eredità aristotelica, ma anche per focalizzare le modalità usate per comunicare il dissenso e le ragioni (personali e politiche oltre che filosofiche) alla base delle divergenze. Si confronta il contenuto delle missive con i due Verrati e con il Compendio della poesia tragicomica.
Giudizi sferzanti e dispute intellettuali. Alcuni esempi dalle lettere di Battista Guarini (1538-1612) / Ruggieri, Lucia. - (2024). (Intervento presentato al convegno Scenari del conflitto. XXV Congresso dell'Adi - Associazione degli Italianisti tenutosi a Foggia nel 15-17 settembre 2022).
Giudizi sferzanti e dispute intellettuali. Alcuni esempi dalle lettere di Battista Guarini (1538-1612)
Lucia Ruggieri
2024
Abstract
Battista Guarini (1538-1612) sin dagli anni della sua formazione partecipa attivamente alla vita culturale delle nascenti accademie, ha contatti stretti con scrittori, mecenati, artisti e intellettuali del suo tempo. Coltiva queste relazioni per tutto il corso della sua vita, venendo in contatto con diverse illustri personalità, e non sempre in termini amichevoli. In questo intervento, infatti, si parla nello specifico di alcune lettere dai toni accesi o contenenti giudizi sferzanti riguardo al lavoro, all’opera e al pensiero di altri intellettuali. Lo scopo è quello di inquadrare il ruolo di queste lettere nel dibattito letterario di fine Cinque e inizio Seicento, non solamente per fare chiarezza sulle dispute teoriche riguardanti l’eredità aristotelica, ma anche per focalizzare le modalità usate per comunicare il dissenso e le ragioni (personali e politiche oltre che filosofiche) alla base delle divergenze. Si confronta il contenuto delle missive con i due Verrati e con il Compendio della poesia tragicomica.File | Dimensione | Formato | |
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