In recent decades we have witnessed the disruptive rise of an ultraliberalism which, by enhancing the autonomy of the individual, has given the collective dimension a primarily instrumental connotation; the affirmation of the “self-centered man” (Bertin’s definition), that pursues the experience of the world above all on the level of “possession”, has intertwined with the crisis, especially among adults, in the practice of friendship, understood as a relationship of voluntary, free interdependence, which continues over time through manifestations of sharing, complicity, intimacy, affection and mutual assistance. The social isolation resulting from the pandemic event has led to the reconsideration of the importance of friendships and to the search for new opportunities for meeting, online or face to face (possibly respecting the current restrictive rules for the containment of the epidemic), in which “being together” is predominant over “doing something together”.

Negli ultimi decenni abbiamo assistito all’ascesa dirompente di un ultraliberismo che, esaltando l’autonomia dell’individuo nel perseguire i propri obiettivi, ha conferito alla dimensione collettiva una connotazione precipuamente strumentale; l’ affermazione dell’ “uomo egocentrico” di bertiniana definizione, portato a perseguire l’esperienza del mondo soprattutto sul piano dell’avere, ha proceduto di pari passo con la crisi, soprattutto nell’età adulta, nella pratica dell’amicizia, intesa come relazione di interdipendenza volontaria, libera e gratuita, che si protrae nel tempo attraverso manifestazioni di condivisione, complicità, intimità, affetto e mutua assistenza. L’isolamento sociale conseguente all’evento pandemico ha portato non solo alla riconsiderazione dell’importanza delle relazioni amicali, ma soprattutto alla ricerca di nuove occasioni di incontro, in cui l’“essere insieme” sia predominante rispetto al “fare qualcosa insieme”, rese possibili dai mezzi virtuali e da equilibrismi talvolta arditi tra i meandri di quanto le norme restrittive hanno potuto consentire.

La riscoperta dell'amicizia nell'età adulta in tempo di pandemia / Zannoni, Federico. - In: METIS. - ISSN 2240-9580. - 11:2(2021), pp. 222-239.

La riscoperta dell'amicizia nell'età adulta in tempo di pandemia

Zannoni, Federico
2021

Abstract

In recent decades we have witnessed the disruptive rise of an ultraliberalism which, by enhancing the autonomy of the individual, has given the collective dimension a primarily instrumental connotation; the affirmation of the “self-centered man” (Bertin’s definition), that pursues the experience of the world above all on the level of “possession”, has intertwined with the crisis, especially among adults, in the practice of friendship, understood as a relationship of voluntary, free interdependence, which continues over time through manifestations of sharing, complicity, intimacy, affection and mutual assistance. The social isolation resulting from the pandemic event has led to the reconsideration of the importance of friendships and to the search for new opportunities for meeting, online or face to face (possibly respecting the current restrictive rules for the containment of the epidemic), in which “being together” is predominant over “doing something together”.
2021
11
2
222
239
La riscoperta dell'amicizia nell'età adulta in tempo di pandemia / Zannoni, Federico. - In: METIS. - ISSN 2240-9580. - 11:2(2021), pp. 222-239.
Zannoni, Federico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/1354049
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