Il sisma del 2012 ha danneggiato il Duomo di Modena, sito Unesco dal 1997, provocando la caduta di frammenti di laterizio dalle volte quattrocentesche. Le volte erano già attraversate da una fitta rete di fratture, testimonianza dei danni di antichi terremoti, ma la loro struttura interna era nascosta da uno spesso strato di intonaco su ambo i lati e dipinto con un motivo a finto mattone nell’intradosso. L’analisi dei frammenti caduti ha permesso di verificare che nelle volte erano presenti malte di allettamento sia in gesso che a calce. Con le operazioni di rafforzamento antisismico l’intonaco è stato rimosso dagli estradossi rivelando una situazione di grande complessità per la presenza di lacerti giustapposti allettati con malte di diversa composizione e tessitura. Alcune volte apparivano come veri e propri “patchwork” di diverse malte di calce con porzioni allettate a gesso, mentre altre volte erano allettate esclusivamente da gesso. Questa complessa situazione ha evidenziato che i danni subiti dalle volte quattrocentesche nel corso dei secoli dovevano essere ben maggiori di quanto rivelato esclusivamente dalla mappatura delle lesioni. Il nostro progetto ha avuto come scopo l’applicazione di tecniche di datazione assoluta indipendenti per tentare di correlare i principali interventi di restauro susseguitisi nei secoli con la cronologia degli eventi sismici. La nostra ricostruzione della cronologia degli interventi di riparazione-restauro si basa sulla più recente applicazione della tecnica di datazione al radiocarbonio (14C) attraverso la datazione assoluta della posa in opera di una malta a calce. Ulteriori elementi cronologici sono stati ottenuti attraverso la datazione per termoluminescenza (TL) dei laterizi. In alcuni casi la ricerca di polline nelle malte ha permesso di fornire indicazioni cronologiche indirette, in particolare sulle malte di gesso, che non sono databili con le attuali metodologie di datazione assoluta. Le datazioni integrate delle diverse porzioni delle volte ha aperto la possibilità di completare lo studio delle lesioni visibili oggi proiettando indietro nel tempo la nostra conoscenza dei danni subiti dalla struttura.
Danni e restauri di antichi terremoti. Il caso studio del Duomo di Modena / Lugli, S.; Tirelli, G.; Bosi, G.; Torri, P.; Mazzanti, M.. - (2024), pp. 189-195.
Danni e restauri di antichi terremoti. Il caso studio del Duomo di Modena
Lugli S.
;Tirelli G.;Bosi G.;Torri P.;Mazzanti M.
2024
Abstract
Il sisma del 2012 ha danneggiato il Duomo di Modena, sito Unesco dal 1997, provocando la caduta di frammenti di laterizio dalle volte quattrocentesche. Le volte erano già attraversate da una fitta rete di fratture, testimonianza dei danni di antichi terremoti, ma la loro struttura interna era nascosta da uno spesso strato di intonaco su ambo i lati e dipinto con un motivo a finto mattone nell’intradosso. L’analisi dei frammenti caduti ha permesso di verificare che nelle volte erano presenti malte di allettamento sia in gesso che a calce. Con le operazioni di rafforzamento antisismico l’intonaco è stato rimosso dagli estradossi rivelando una situazione di grande complessità per la presenza di lacerti giustapposti allettati con malte di diversa composizione e tessitura. Alcune volte apparivano come veri e propri “patchwork” di diverse malte di calce con porzioni allettate a gesso, mentre altre volte erano allettate esclusivamente da gesso. Questa complessa situazione ha evidenziato che i danni subiti dalle volte quattrocentesche nel corso dei secoli dovevano essere ben maggiori di quanto rivelato esclusivamente dalla mappatura delle lesioni. Il nostro progetto ha avuto come scopo l’applicazione di tecniche di datazione assoluta indipendenti per tentare di correlare i principali interventi di restauro susseguitisi nei secoli con la cronologia degli eventi sismici. La nostra ricostruzione della cronologia degli interventi di riparazione-restauro si basa sulla più recente applicazione della tecnica di datazione al radiocarbonio (14C) attraverso la datazione assoluta della posa in opera di una malta a calce. Ulteriori elementi cronologici sono stati ottenuti attraverso la datazione per termoluminescenza (TL) dei laterizi. In alcuni casi la ricerca di polline nelle malte ha permesso di fornire indicazioni cronologiche indirette, in particolare sulle malte di gesso, che non sono databili con le attuali metodologie di datazione assoluta. Le datazioni integrate delle diverse porzioni delle volte ha aperto la possibilità di completare lo studio delle lesioni visibili oggi proiettando indietro nel tempo la nostra conoscenza dei danni subiti dalla struttura.Pubblicazioni consigliate
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