Il saggio è incentrato sulla storia delle studentesse universitarie a partire dagli anni Trenta, quando furono create le sezioni femminili dei Gruppi universitari fascisti. Concentrandosi sul ruolo delle donne nelle università italiane durante il regime fascista, il testo mostra i primi risultati di una ricerca sul rapporto tra le donne e il potere fascista e come questo rapporto si leghi al tema dell’emancipazio- ne femminile italiana. Scoraggiate dal fascismo e dall’opinione pubblica che considerava l’istruzione superiore inadatta e dannosa per l’intelletto femminile, le giovani italiane istruite, un’élite di ragazze particolarmente dotate, figlie di buone famiglie in grado di entrare nel mondo accademico ristretto e maschile, cercarono di trovare un modo per esprimere la loro aspirazione ad affermarsi come donne moderne, coniugando sviluppo personale, impegno sociale e missione materna. Senza alcun leader politico, senza l’appoggio del Partito nazionale fascista e spesso derise da colleghi uomini che le ri- tenevano inferiori, le universitarie usarono lo sport e la loro partecipazione agli eventi pubblici per guadagnarsi un posto nella vita universitaria, anticamera della vita adulta, e nel 1938 finalmente poterono cogliere l’occasione di partecipare, in sezioni separate solo per le donne, ai Littoriali della cultura e dell’arte.
«Noi non vogliamo donne all’università ma le vogliamo nude distese sul sofà». La presenza femminile nei Gruppi fascisti universitari / Salustri, S.. - In: ANNALI DI STORIA DELLE UNIVERSITÀ ITALIANE. - ISSN 2724-5527. - 26:1(2022), pp. 45-60. [10.17396/104322]
«Noi non vogliamo donne all’università ma le vogliamo nude distese sul sofà». La presenza femminile nei Gruppi fascisti universitari
Salustri, S.
2022
Abstract
Il saggio è incentrato sulla storia delle studentesse universitarie a partire dagli anni Trenta, quando furono create le sezioni femminili dei Gruppi universitari fascisti. Concentrandosi sul ruolo delle donne nelle università italiane durante il regime fascista, il testo mostra i primi risultati di una ricerca sul rapporto tra le donne e il potere fascista e come questo rapporto si leghi al tema dell’emancipazio- ne femminile italiana. Scoraggiate dal fascismo e dall’opinione pubblica che considerava l’istruzione superiore inadatta e dannosa per l’intelletto femminile, le giovani italiane istruite, un’élite di ragazze particolarmente dotate, figlie di buone famiglie in grado di entrare nel mondo accademico ristretto e maschile, cercarono di trovare un modo per esprimere la loro aspirazione ad affermarsi come donne moderne, coniugando sviluppo personale, impegno sociale e missione materna. Senza alcun leader politico, senza l’appoggio del Partito nazionale fascista e spesso derise da colleghi uomini che le ri- tenevano inferiori, le universitarie usarono lo sport e la loro partecipazione agli eventi pubblici per guadagnarsi un posto nella vita universitaria, anticamera della vita adulta, e nel 1938 finalmente poterono cogliere l’occasione di partecipare, in sezioni separate solo per le donne, ai Littoriali della cultura e dell’arte.Pubblicazioni consigliate
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