In questo lavoro, proseguendo una riflessione già avviata a proposito dell’uso fantasmatico della seconda persona singolare (2SING) in testi scritti , vorrei rivolgere l’attenzione anche ad alcuni usi fantasmatici della prima (1SING), e da qui provare a trarre qualche conclusione più generale sull’uso immaginativamente orientato sia del ‘tu’ che dell’‘io’. A differenza del tu fantasmatico che, pur essendo onnipresente nel parlato, è comunque abbastanza frequente anche in testi scritti, gli specifici usi fantasmatici dell’io che vedremo più avanti si ritrovano più facilmente in discorsi parlati, sia di tipo bidirezionale e informale, come la normale conversazione, sia di tipo unidirezionale e di media formalità, come conferenze, lezioni. universitarie, ecc. La strategia consiste nell’introdurre di punto in bianco nel discorso, senza cornici introduttive, un diverso io parlante, la cui identità, quasi mai dichiarata in modo esplicito, è di norma facilmente inferibile dall’immediato intorno testuale (cotesto). Si tratta dunque di un espediente, comodissimo per rappresentare e riassumere in modo icastico un concetto o un punto di vista, che agisce al confine tra il rappresentare voci e punti di vista altrui e il vero e proprio riportare o riferire discorsi altrui (o propri). Il parlante reale, pur calandosi nel ruolo di qualcun altro che non necessariamente corrisponde a un individuo preciso (ma magari a un gruppo, una comunità, un’istituzione o altro), non ha infatti lo scopo di fornire una vera e propria ripresa o citazione di parole altrui, ma, come si è detto, solo quello di rappresentare in modo molto rapido e schematico un punto di vista, un concetto o una situazione. Ciò spiega sia il frequente ricorso alla personificazione o prosopopea, la strategia retorica in grado di rendere “parlante” e umanamente senziente anche ciò che per sua natura non lo è o non lo è più , sia la sovrapponibilità con un certo tipo di discorso diretto libero costitutivamente infedele e “anti-riproduttivo”.
Sulla deissi fantasmatica: tra deissi immaginativa della persona e discorso riportato / Calaresu, E.. - 42:(2024), pp. 79-93.
Sulla deissi fantasmatica: tra deissi immaginativa della persona e discorso riportato
E. Calaresu
2024
Abstract
In questo lavoro, proseguendo una riflessione già avviata a proposito dell’uso fantasmatico della seconda persona singolare (2SING) in testi scritti , vorrei rivolgere l’attenzione anche ad alcuni usi fantasmatici della prima (1SING), e da qui provare a trarre qualche conclusione più generale sull’uso immaginativamente orientato sia del ‘tu’ che dell’‘io’. A differenza del tu fantasmatico che, pur essendo onnipresente nel parlato, è comunque abbastanza frequente anche in testi scritti, gli specifici usi fantasmatici dell’io che vedremo più avanti si ritrovano più facilmente in discorsi parlati, sia di tipo bidirezionale e informale, come la normale conversazione, sia di tipo unidirezionale e di media formalità, come conferenze, lezioni. universitarie, ecc. La strategia consiste nell’introdurre di punto in bianco nel discorso, senza cornici introduttive, un diverso io parlante, la cui identità, quasi mai dichiarata in modo esplicito, è di norma facilmente inferibile dall’immediato intorno testuale (cotesto). Si tratta dunque di un espediente, comodissimo per rappresentare e riassumere in modo icastico un concetto o un punto di vista, che agisce al confine tra il rappresentare voci e punti di vista altrui e il vero e proprio riportare o riferire discorsi altrui (o propri). Il parlante reale, pur calandosi nel ruolo di qualcun altro che non necessariamente corrisponde a un individuo preciso (ma magari a un gruppo, una comunità, un’istituzione o altro), non ha infatti lo scopo di fornire una vera e propria ripresa o citazione di parole altrui, ma, come si è detto, solo quello di rappresentare in modo molto rapido e schematico un punto di vista, un concetto o una situazione. Ciò spiega sia il frequente ricorso alla personificazione o prosopopea, la strategia retorica in grado di rendere “parlante” e umanamente senziente anche ciò che per sua natura non lo è o non lo è più , sia la sovrapponibilità con un certo tipo di discorso diretto libero costitutivamente infedele e “anti-riproduttivo”.File | Dimensione | Formato | |
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