Gli italiani "sudditi di estero dominio" e l'elettorato amministrativo nel Regno d'Italia alla fine dell'Ottocento.

At the dawn of the Kingdom of Italy, during the period of the National Codification, Law n. 2248, enacted in 1865, regulated the administrative unification of the territory. Within the Annex A, article 17 disciplined the right to vote in the matter of the local elections. Against this backdrop, italian jurists sparked a lively discussion concerning the meaning and the consequences of this article that granted the right to vote to the italian subjects of foreign domination. At first, the Turin Court of Appeal endorsed the restrictive interpretation, while, years later, it occurred a change of pattern: the Court of Cassation of Rome, in fact, supported the broad line by granting the right to vote even to the swiss citizens residing and working in Italy. This latter interpretation was hailed ad an authentic and concrete achievement of the Nationality Principle.

All’indomani dell’unità d’Italia, durante il periodo della codificazione nazionale, la Legge n. 2248, emanata nel 1865, regolava l’unificazione amministrativa del territorio. All’interno dell’Allegato A, l’articolo 17 disciplinava il diritto di voto nelle elezioni amministrative. In questo contesto, i giuristi italiani diedero vita ad un vivace dibattito relativo al significato e alle conseguenze dell’articolo in parola, il quale assicurava il diritto di voto agli italiani sudditi di estero dominio. Inizialmente, la Corte d’Appello di Torino abbracciò l’interpretazione restrittiva, mentre, anni dopo si verificò un cambio di paradigma: infatti, la Corte di Cassazione di Roma avallò l’interpretazione estensiva, riconoscendo il diritto di voto ai cittadini svizzeri che risiedevano o lavoravano in Italia. Quest’ultima interpretazione fu considerata un’autentica e concreta affermazione del principio di nazionalità.