Le tematiche legate al “mondo femminile” e al “lavoro” nel cinema italiano dal dopoguerra ad oggi.

The discipline History of Work does not study women until roughly the 1970s, due to a lack of interest. Although a percentage of women are present in the Italian working world, scholars do not record them because women are not thought of as suitable for work, but rather as wives, mothers, housewives. Until the position of women within the working sphere, and then within the family, is not regulated from the labour law point of view, women are not conceived or considered as workers. So how can we study the incidence of the female figure within the Italian labour world? A first possible answer is to analyse, from an interdisciplinary, mainly socio-semiotic perspective, the cinematographic products of Italian Neorealism, starting from the study of eleven film subjects never made by Cesare Zavattini, consulted in the Cesare Zavattini Archive kept in the Panizzi Library in Reggio Emilia. This makes it possible to reread the history of Italian cinema against the light, comparing them with the films made at the same time in order to understand what remains in the drawer, often due to problems of denied funding or censorship. The scientific validity of these materials can be traced back to the investigations carried out in preparation for the sociological and ethnographic film-writing meetings, a work process that Zavattini respects in order to recount his contemporaneity by returning a faithful snapshot of the world in which he lives. The entire research identifies and extrapolates key thematic isotopes that will be studied diachronically from the post World War II period to the present day. Some of these are: work-life balance from a gender perspective; stereotyped gender difference; social shame linked to poverty; alienation of the worker due to destructive work; work depression that spills over into the family and vice versa; divorce; abortion; clandestine relationships; woman as a source of passion that distracts the man; difficulties linked to motherhood; the film world as the world of work; trade union strikes and struggles; dangerous working environments. As case studies, the films we will focus on are the following: Bellissima (1951, Visconti); Roma ore 11 (1952, De Santis); Il boom (1963, De Sica); La classe operaia va in paradiso (1971, Petri); Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti (1986, Wertmüller); La bella vita (1994, Virzì); Tutta la vita davanti (2008, Virzì). The arbitrary choice of these audiovisual texts was dictated by the desire to respect a purely Italian cinematographic coherence of the corpus, isolating one case study per decade. Finally, as far as contemporary years are concerned, it was decided to consider the national short films of Short on Work, a research project of the Marco Biagi Foundation that organises an annual international competition on contemporary work.

La disciplina Storia del Lavoro non studia le donne indicativamente prima degli anni ‘70, per mancanza di interesse. Nonostante una percentuale femminile sia presente nel mondo del lavoro italiano, gli studiosi non la registrano perché la donna non viene pensata come adatta a lavorare, bensì come moglie, madre, casalinga. Finché la posizione femminile all’interno della sfera lavorativa, e poi familiare, non viene regolamentata dal punto di vista giuslavoristico, non si concepisce né considera la donna come lavoratrice. Come poter quindi studiare l’incidenza della figura femminile all’interno del mondo del lavoro italiano? Una prima possibile risposta è analizzare in ottica interdisciplinare, principalmente socio-semiotica, i prodotti cinematografici del Neorealismo italiano, partendo dallo studio di undici soggetti cinematografici mai realizzati di Cesare Zavattini, consultati presso l’Archivio Cesare Zavattini conservato nella Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. Questo permette di rileggere la storia del cinema italiano in controluce, confrontandoli quindi con i film coevi realizzati per capire cosa rimane nel cassetto, spesso per problemi di finanziamenti negati o di censura. La validità scientifica di questi materiali è da rintracciarsi nelle indagini svolte in preparazione alle riunioni di scrittura cinematografiche di taglio sociologico ed etnografico, iter di lavoro che Zavattini rispetta per raccontare la sua contemporaneità restituendo un’istantanea fedele del mondo in cui vive. L’intera ricerca identifica ed estrapola isotopie tematiche chiave che verranno studiate diacronicamente dal secondo dopoguerra ad oggi. Alcune di queste sono: conciliazione vita-lavoro in ottica di genere; differenza di genere stereotipata; vergogna sociale legata alla povertà; alienazione del lavoratore a causa del lavoro distruttivo; depressione lavorativa che si riversa sulla famiglia e viceversa; divorzio; aborto; relazioni clandestine; donna come fonte passionale che distrae l’uomo; difficoltà legate alla maternità; mondo cinematografico come mondo del lavoro; sciopero sindacale e lotta dei sindacali; ambienti di lavoro pericolosi. Come casi studio, i film su cui ci si concentrerà sono i seguenti: Bellissima (1951, Visconti); Roma ore 11 (1952, De Santis); Il boom (1963, De Sica); La classe operaia va in paradiso (1971, Petri); Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti (1986, Wertmüller); La bella vita (1994, Virzì); Tutta la vita davanti (2008, Virzì). La scelta arbitraria di questi testi audiovisivi è stata dettata dal voler rispettare una coerenza cinematografica prettamente italiana del corpus, isolando un caso studio per decennio. Infine, per quel che concerne gli anni contemporanei, è stato deciso di considerare i corti di regia nazionale di Short on Work, progetto di ricerca della Fondazione Marco Biagi che organizza annualmente un concorso internazionale sul lavoro contemporaneo.