L’obiettivo di questo studio è quello di esaminare, dopo aver passato in rassegna i principali provvedimenti in materia di ammortizzatori sociali che si sono succeduti dal dopoguerra ad oggi, prima la normativa del D.Lgs. n.148/2015, che è stata modificata da ultimo, dalla L. n. 234/2021, passando attraverso le disposizioni contenute nei vari decreti-legge che si sono succeduti a ritmo serrato durante la pandemia da Covid-19 negli anni 2020-2021. Infatti dapprima la legge delega n. 183/2014 (c.d. “Jobs Act”) ha delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi finalizzati al riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali, tenuto conto della peculiarità dei diversi settori produttivi. L’intervento normativo, in attuazione di tale disegno, ha comportato, sul versante delle politiche passive, la riscrittura della disciplina degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto, ad opera del D.Lgs. n.148/2015. Ciò per razionalizzare la normativa in materia al momento disseminata in molteplici testi normativi, nonché le disposizioni concernenti gli strumenti di tutela del reddito in costanza di lavoro, con contestuale abrogazione di tutte le disposizioni che fino a prima regolavano la materia. Al fine di fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19 e la conseguente sospensione dell’attività lavorativa allo scopo di contenere e contrastare la diffusione del virus, sono stati realizzati diversi interventi normativi e introdotte molteplici misure. Dal punto di vista lavoristico, le predette misure sono state indirizzate, tra l'altro, alla tutela dei lavoratori, con l'obiettivo, in particolare, di favorire lo svolgimento dell'attività lavorativa in modalità agile e di predisporre strumenti di sostegno al reddito in conseguenza della riduzione o sospensione del lavoro conseguente all'emergenza. L’ impulso per la riforma organica di tutto il sistema degli ammortizzatori sociali si è reso necessario e urgente, anche per via degli effetti socio-economici determinati dalla pandemia da COVID-19, che hanno inizialmente spinto l’Esecutivo a mettere in atto interventi emergenziali susseguitisi con soluzione di continuità, diretti a sostenere imprese e mercato del lavoro, per evitare conseguenze ancora più drammatiche dal punto di vista sociale. Le misure hanno riguardato il blocco dei licenziamenti e l’estensione degli schemi di protezione sociale, oltre a misure di sostegno settoriali specifiche, contro il rischio di disoccupazione. Ciò anche e soprattutto con l’ausilio degli strumenti finanziari europei che, sia con il meccanismo SURE, che con il Next Generation EU, hanno consentito, seppure in una situazione emergenziale, la tutela del mercato del lavoro. Con la ripresa delle attività produttive e il miglioramento dei principali indicatori occupazionali, il legislatore con la L. n.234/2021 “c.d. Legge di Bilancio 2022” ha previsto la realizzazione di un sistema maggiormente universale ed inclusivo, affinché tutti i lavoratori, compresi quelli momentaneamente privi di impiego, non risultino esclusi dal sistema di protezione sociale. Tra gli obiettivi vi è quello di garantire tutele adeguate non più attraverso misure assistenziali, ma dirette a favorire maggiori garanzie del lavoro e politiche attive attraverso la ricollocazione e la mobilità professionale verso le reali esigenze del mercato del lavoro, garantendo un impianto capace di adattarsi alle dinamiche in corso, consentendo così un adeguamento dei trattamenti, secondo le caratteristiche settoriali e dimensionali delle aziende. In tale contesto, sono stati trattati i controlli ispettivi in materia di ammortizzatori sociali, secondo le disposizioni legislative e le circolari esplicative, per contrastare l’uso distorto degli stessi da parte delle aziende.
L’obiettivo di questo studio è quello di esaminare, dopo aver passato in rassegna i principali provvedimenti in materia di ammortizzatori sociali che si sono succeduti dal dopoguerra ad oggi, prima la normativa del D.Lgs. n.148/2015, che è stata modificata da ultimo, dalla L. n. 234/2021, passando attraverso le disposizioni contenute nei vari decreti-legge che si sono succeduti a ritmo serrato durante la pandemia da Covid-19 negli anni 2020-2021. Infatti dapprima la legge delega n. 183/2014 (c.d. “Jobs Act”) ha delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi finalizzati al riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali, tenuto conto della peculiarità dei diversi settori produttivi. L’intervento normativo, in attuazione di tale disegno, ha comportato, sul versante delle politiche passive, la riscrittura della disciplina degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto, ad opera del D.Lgs. n.148/2015. Ciò per razionalizzare la normativa in materia al momento disseminata in molteplici testi normativi, nonché le disposizioni concernenti gli strumenti di tutela del reddito in costanza di lavoro, con contestuale abrogazione di tutte le disposizioni che fino a prima regolavano la materia. Al fine di fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19 e la conseguente sospensione dell’attività lavorativa allo scopo di contenere e contrastare la diffusione del virus, sono stati realizzati diversi interventi normativi e introdotte molteplici misure. Dal punto di vista lavoristico, le predette misure sono state indirizzate, tra l'altro, alla tutela dei lavoratori, con l'obiettivo, in particolare, di favorire lo svolgimento dell'attività lavorativa in modalità agile e di predisporre strumenti di sostegno al reddito in conseguenza della riduzione o sospensione del lavoro conseguente all'emergenza. L’ impulso per la riforma organica di tutto il sistema degli ammortizzatori sociali si è reso necessario e urgente, anche per via degli effetti socio-economici determinati dalla pandemia da COVID-19, che hanno inizialmente spinto l’Esecutivo a mettere in atto interventi emergenziali susseguitisi con soluzione di continuità, diretti a sostenere imprese e mercato del lavoro, per evitare conseguenze ancora più drammatiche dal punto di vista sociale. Le misure hanno riguardato il blocco dei licenziamenti e l’estensione degli schemi di protezione sociale, oltre a misure di sostegno settoriali specifiche, contro il rischio di disoccupazione. Ciò anche e soprattutto con l’ausilio degli strumenti finanziari europei che, sia con il meccanismo SURE, che con il Next Generation EU, hanno consentito, seppure in una situazione emergenziale, la tutela del mercato del lavoro. Con la ripresa delle attività produttive e il miglioramento dei principali indicatori occupazionali, il legislatore con la L. n.234/2021 “c.d. Legge di Bilancio 2022” ha previsto la realizzazione di un sistema maggiormente universale ed inclusivo, affinché tutti i lavoratori, compresi quelli momentaneamente privi di impiego, non risultino esclusi dal sistema di protezione sociale. Tra gli obiettivi vi è quello di garantire tutele adeguate non più attraverso misure assistenziali, ma dirette a favorire maggiori garanzie del lavoro e politiche attive attraverso la ricollocazione e la mobilità professionale verso le reali esigenze del mercato del lavoro, garantendo un impianto capace di adattarsi alle dinamiche in corso, consentendo così un adeguamento dei trattamenti, secondo le caratteristiche settoriali e dimensionali delle aziende. In tale contesto, sono stati trattati i controlli ispettivi in materia di ammortizzatori sociali, secondo le disposizioni legislative e le circolari esplicative, per contrastare l’uso distorto degli stessi da parte delle aziende.
Gli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro: evoluzione normativa, disciplina e prospettive / Giulia Vaccari , 2023 Feb 10. 35. ciclo, Anno Accademico 2021/2022.
Gli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro: evoluzione normativa, disciplina e prospettive
VACCARI, Giulia
2023
Abstract
L’obiettivo di questo studio è quello di esaminare, dopo aver passato in rassegna i principali provvedimenti in materia di ammortizzatori sociali che si sono succeduti dal dopoguerra ad oggi, prima la normativa del D.Lgs. n.148/2015, che è stata modificata da ultimo, dalla L. n. 234/2021, passando attraverso le disposizioni contenute nei vari decreti-legge che si sono succeduti a ritmo serrato durante la pandemia da Covid-19 negli anni 2020-2021. Infatti dapprima la legge delega n. 183/2014 (c.d. “Jobs Act”) ha delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi finalizzati al riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali, tenuto conto della peculiarità dei diversi settori produttivi. L’intervento normativo, in attuazione di tale disegno, ha comportato, sul versante delle politiche passive, la riscrittura della disciplina degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto, ad opera del D.Lgs. n.148/2015. Ciò per razionalizzare la normativa in materia al momento disseminata in molteplici testi normativi, nonché le disposizioni concernenti gli strumenti di tutela del reddito in costanza di lavoro, con contestuale abrogazione di tutte le disposizioni che fino a prima regolavano la materia. Al fine di fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19 e la conseguente sospensione dell’attività lavorativa allo scopo di contenere e contrastare la diffusione del virus, sono stati realizzati diversi interventi normativi e introdotte molteplici misure. Dal punto di vista lavoristico, le predette misure sono state indirizzate, tra l'altro, alla tutela dei lavoratori, con l'obiettivo, in particolare, di favorire lo svolgimento dell'attività lavorativa in modalità agile e di predisporre strumenti di sostegno al reddito in conseguenza della riduzione o sospensione del lavoro conseguente all'emergenza. L’ impulso per la riforma organica di tutto il sistema degli ammortizzatori sociali si è reso necessario e urgente, anche per via degli effetti socio-economici determinati dalla pandemia da COVID-19, che hanno inizialmente spinto l’Esecutivo a mettere in atto interventi emergenziali susseguitisi con soluzione di continuità, diretti a sostenere imprese e mercato del lavoro, per evitare conseguenze ancora più drammatiche dal punto di vista sociale. Le misure hanno riguardato il blocco dei licenziamenti e l’estensione degli schemi di protezione sociale, oltre a misure di sostegno settoriali specifiche, contro il rischio di disoccupazione. Ciò anche e soprattutto con l’ausilio degli strumenti finanziari europei che, sia con il meccanismo SURE, che con il Next Generation EU, hanno consentito, seppure in una situazione emergenziale, la tutela del mercato del lavoro. Con la ripresa delle attività produttive e il miglioramento dei principali indicatori occupazionali, il legislatore con la L. n.234/2021 “c.d. Legge di Bilancio 2022” ha previsto la realizzazione di un sistema maggiormente universale ed inclusivo, affinché tutti i lavoratori, compresi quelli momentaneamente privi di impiego, non risultino esclusi dal sistema di protezione sociale. Tra gli obiettivi vi è quello di garantire tutele adeguate non più attraverso misure assistenziali, ma dirette a favorire maggiori garanzie del lavoro e politiche attive attraverso la ricollocazione e la mobilità professionale verso le reali esigenze del mercato del lavoro, garantendo un impianto capace di adattarsi alle dinamiche in corso, consentendo così un adeguamento dei trattamenti, secondo le caratteristiche settoriali e dimensionali delle aziende. In tale contesto, sono stati trattati i controlli ispettivi in materia di ammortizzatori sociali, secondo le disposizioni legislative e le circolari esplicative, per contrastare l’uso distorto degli stessi da parte delle aziende.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
tesi finale 10 febbraio 2023.pdf
Open access
Descrizione: "Tesi definitiva" Vaccari Giulia
Tipologia:
Tesi di dottorato
Dimensione
4.59 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.59 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I metadati presenti in IRIS UNIMORE sono rilasciati con licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal, mentre i file delle pubblicazioni sono rilasciati con licenza Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0), salvo diversa indicazione.
In caso di violazione di copyright, contattare Supporto Iris