Nel dicembre del 1920, il Governo italiano decide di porre fine con la forza al “laboratorio fiumano” che D’Annunzio e De Ambris avevano costruito sulle sponde del Carnaro. Sub specie iuris, il momento più importante dell’esperienza fiumana è rappresentato dalla stesura della Costituzione. Essa appare ai nostri occhi come una sorta di “cartina tornasole” dei fermenti sociali, politici e giuridici avviati dall’industrializzazione, dall’avanzare della società di massa e intensificati dalla “grande guerra” e dal “biennio rosso”, così da presentarsi quale “unico vero conato rivoluzionario del dopoguerra”. Dopo il “Natale di sangue”, lungi dall’esaurire la sua funzione, la Carta del Carnaro sarà posta al centro del programma politico di diversi movimenti e gruppi sindacalisti, i quali vedranno in essa una preziosa Magna Charta delle libertà e dei diritti sociali per la “nuova Italia”. Si realizza così il proposito e l’auspicio di De Ambris: la Carta del Carnaro, compendio di “tutte le libertà e tutte le audacie del pensiero moderno”, non rimarrà intrappolata nel “microcosmo fiumano”, ma costituirà una vera e propria “via aperta verso l’avvenire”.
La reviviscenza della Carta del Carnaro dopo il Natale di sangue / Agri', A. - (2020), pp. 313-338.
La reviviscenza della Carta del Carnaro dopo il Natale di sangue
AGRI' A
2020
Abstract
Nel dicembre del 1920, il Governo italiano decide di porre fine con la forza al “laboratorio fiumano” che D’Annunzio e De Ambris avevano costruito sulle sponde del Carnaro. Sub specie iuris, il momento più importante dell’esperienza fiumana è rappresentato dalla stesura della Costituzione. Essa appare ai nostri occhi come una sorta di “cartina tornasole” dei fermenti sociali, politici e giuridici avviati dall’industrializzazione, dall’avanzare della società di massa e intensificati dalla “grande guerra” e dal “biennio rosso”, così da presentarsi quale “unico vero conato rivoluzionario del dopoguerra”. Dopo il “Natale di sangue”, lungi dall’esaurire la sua funzione, la Carta del Carnaro sarà posta al centro del programma politico di diversi movimenti e gruppi sindacalisti, i quali vedranno in essa una preziosa Magna Charta delle libertà e dei diritti sociali per la “nuova Italia”. Si realizza così il proposito e l’auspicio di De Ambris: la Carta del Carnaro, compendio di “tutte le libertà e tutte le audacie del pensiero moderno”, non rimarrà intrappolata nel “microcosmo fiumano”, ma costituirà una vera e propria “via aperta verso l’avvenire”.File | Dimensione | Formato | |
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