I need, I wish, I neesh. Why we can’t live without narration.

Only afew decades ago, with computer technologies on the rise and the belief that only the so-called “hard sciences”would shape the livesof future generations, few would have imagined that stories and narratives would have not only maintained their central role in human societies, but would evenreinforceit. Narration has been recently recognized as a universal feature of humanity, a meta-language capable of giving order to thereality and making usescape from the boundaries of space and time, representing at the same time both a need and a wish of every human being. Given its importance, why don’t we take care of our stories the same way we take care of our bodies? This is the goal of modern bibliotherapy, which putsinto practice recent discoveries for the improvement of the homo narrans’ well-being.

Solo pochi decenni fa, di fronte alla crescita esponenziale delle tecnologie informatiche e alla convinzione che solo le cosiddette “scienze dure”avrebbero plasmato la vita delle future generazioni, pochi avrebbero immaginato che storie e narrazioni avrebbero non solo mantenuto unruolo centrale nelle società umane, ma che lo avrebbero addirittura rinforzato. La narrazione è stata recentemente riconosciuta comeelemento universale dell’esistenza umana, un meta-linguaggio capace di dare ordine alla realtà e di farci evadere dai confini dello spazio e del tempo, rappresentando, al contempo, un bisogno e un desiderio di ogni essere umano. Considerata la loro importanza, perché non ci prendiamo cura delle nostre storie allo stesso modo in cui ci preoccupiamo del nostro corpo? La biblioterapia moderna si pone tale scopo, mettendo in pratica scoperte recenti peril benessere dell’homo narrans.