Le attività di individuazione, studio e valorizzazione della diversità viticola locale richiedono l’integrazione di conoscenze sui caratteri agronomici e le attitudini enologiche delle varietà, sugli usi tradizionali e sul legame storico con i luoghi e i loro abitanti. Queste informazioni costituiscono i tasselli di un mosaico complesso che consente di definire i rischi di scomparsa, le esigenze di tutela e le potenzialità, anche attuali, di queste risorse genetiche. Il recupero di vitigni locali minori con caratteri di interesse può offrire, infatti, l’opportunità di caratterizzare le produzioni enologiche e di dare un impulso ad attività produttive anche marginali, contribuendo così alla salvaguardia e valorizzazione sociale ed economica dei territori di appartenenza e dei loro patrimoni culturali e paesaggistici. L’individuazione di genotipi ancora sconosciuti e la valutazione delle accessioni in situ/on farm e in collezioni ex situ deve tenere conto oggi anche delle esigenze derivate dal mutare delle condizioni climatiche e dei suoi effetti sulle produzioni. La disponibilità di caratteri di resilienza e di positiva risposta alle elevate temperature estive si sta rivelando infatti uno strumento efficace per adottare strategie naturali di adattamento e per indirizzare opportunamente le attività di miglioramento varietale in viticoltura. Partendo da queste considerazioni il progetto PSR "Recupero, Salvaguardia e Valorizzazione della Biodiversità Viticola in Emilia" - Sal.Va.Re.Bio.Vit.E.R. (2017-20) ha centrato l’attenzione sull’individuazione di accessioni in territori regionali ancora poco esplorati e su vitigni rari già in collezione ex situ, i cui profili genetici non hanno trovato corrispondenze nei database nazionali e internazionali. Le analisi di accessioni ad uva bianca in collezione ex situ hanno messo in luce nei vitigni Durella e Redga la capacità di mantenere una buona acidità nel corso della maturazione, suggerendo la possibilità di utilizzarne i mosti per la correzione di vitigni con una minore acidità e per ottenere vini base atti alla spumantizzazione. La collina e la bassa montagna emiliana si sono rivelate fonte di viti locali ancora sconosciute e di potenziale interesse, da valutare ulteriormente.
Vitigni minori recuperati in Emilia: salvaguardia e valorizzazione / Bignami, C.; Mammi, F.; Filippetti, I.; Pastore, C.. - In: VVQ. - ISSN 2532-0971. - (2021), pp. 36-41.
Vitigni minori recuperati in Emilia: salvaguardia e valorizzazione
Bignami C.;
2021
Abstract
Le attività di individuazione, studio e valorizzazione della diversità viticola locale richiedono l’integrazione di conoscenze sui caratteri agronomici e le attitudini enologiche delle varietà, sugli usi tradizionali e sul legame storico con i luoghi e i loro abitanti. Queste informazioni costituiscono i tasselli di un mosaico complesso che consente di definire i rischi di scomparsa, le esigenze di tutela e le potenzialità, anche attuali, di queste risorse genetiche. Il recupero di vitigni locali minori con caratteri di interesse può offrire, infatti, l’opportunità di caratterizzare le produzioni enologiche e di dare un impulso ad attività produttive anche marginali, contribuendo così alla salvaguardia e valorizzazione sociale ed economica dei territori di appartenenza e dei loro patrimoni culturali e paesaggistici. L’individuazione di genotipi ancora sconosciuti e la valutazione delle accessioni in situ/on farm e in collezioni ex situ deve tenere conto oggi anche delle esigenze derivate dal mutare delle condizioni climatiche e dei suoi effetti sulle produzioni. La disponibilità di caratteri di resilienza e di positiva risposta alle elevate temperature estive si sta rivelando infatti uno strumento efficace per adottare strategie naturali di adattamento e per indirizzare opportunamente le attività di miglioramento varietale in viticoltura. Partendo da queste considerazioni il progetto PSR "Recupero, Salvaguardia e Valorizzazione della Biodiversità Viticola in Emilia" - Sal.Va.Re.Bio.Vit.E.R. (2017-20) ha centrato l’attenzione sull’individuazione di accessioni in territori regionali ancora poco esplorati e su vitigni rari già in collezione ex situ, i cui profili genetici non hanno trovato corrispondenze nei database nazionali e internazionali. Le analisi di accessioni ad uva bianca in collezione ex situ hanno messo in luce nei vitigni Durella e Redga la capacità di mantenere una buona acidità nel corso della maturazione, suggerendo la possibilità di utilizzarne i mosti per la correzione di vitigni con una minore acidità e per ottenere vini base atti alla spumantizzazione. La collina e la bassa montagna emiliana si sono rivelate fonte di viti locali ancora sconosciute e di potenziale interesse, da valutare ulteriormente.File | Dimensione | Formato | |
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