L’emergenza sanitaria ha accelerato alcuni mutamenti sociali in atto nel mondo del lavoro portandoci definitivamente dentro la “società del rischio” teorizzata sul volgere del secolo scorso da Ulrich Beck. La razionalità giuridica che ha costruito l’ordine economico e sociale del Novecento industriale ne è uscita definitivamente compromessa. Il contributo evidenzia, al riguardo, la tendenza a leggere il rischio attraverso una razionalità tecnico-scientifica che agevola non solo una fuga dalle responsabilità ma anche una errata contrapposizione tra la razionalità scientifico-sanitaria e quella economica. Ponendo queste considerazioni come sfondo, l’analisi vuole approfondire le misure restrittive della libertà di impresa e del lavoro messe in atto per il contenimento della diffusione del virus, andando ad indagare il metodo con il quale sono stati presi tali provvedimenti, i quali hanno mostrato fin da subito di non essere in grado di recepire i molteplici spunti provenienti dal mondo delle relazioni industriali. Un esempio della difficoltà della razionalità normativa nel rispondere in maniera efficace alla situazione nella quale si trovavano imprese e sindacati è costituito dalla scelta di utilizzare un metodo basato sui codici ATECO. L’individuazione dei settori considerati esenti dai provvedimenti restrittivi attraverso questa classificazione ha di fatto scontentato sia il lato datoriale, che avrebbe preferito uno strumento meno restrittivo e adattabile, sia il lato sindacale, che riteneva l’elenco dei settori esenti troppo esteso. Tale classificazione dell’economia non rispecchia tuttavia quella nuova geografia del lavoro, caratterizzata più da ecosistemi territoriali – nei quali vi è una interconnessione tra tutti i soggetti economici – che dalla presenza di categorie merceologiche. Inoltre, viene sottolineato come questa classificazione non dialoghi con l’elemento centrale di questi nuovi contesti produttivi: la connettività. Questa errata rappresentazione delle realtà ha, tra i suoi tanti effetti, condotto ad un’inefficace lettura anche delle categorie di rischio, lasciando scoperte moltissime categorie di lavoratori di fronte a questa emergenza. Il contributo ribadisce come la debolezza della classificazione basata sui codici ATECO sia stata tuttavia compensata dall’apertura a possibili protocolli a livello aziendale che andassero a mitigare il rischio. In conclusione del contributo l’A. affronta il tema della regolazione dei rapporti di lavoro tra codici ATECO e contrattazione collettiva, nel quale risiede la finalità più importante di qualsiasi meccanismo di lettura della realtà economico-produttiva come quello rappresentato dagli stessi codici ATECO: la costruzione di una chiave di lettura comune alla razionalità economica e a quella giuridica. Infine, il contributo vuole evidenziare come la lezione che la situazione emergenziale può fornire sia rappresentata principalmente dalla necessità di porre al centro della costruzione di un ponte tra razionalità economica e razionalità giuridica il metodo del diritto delle relazioni industriali, inteso come diritto che nasce dai sistemi di contrattazione collettiva.

L’emergenza sanitaria da Covid-19 tra codici ATECO e sistemi di relazioni industriali: una questione di metodo / Tiraboschi, Michele. - 93:(2020), pp. 1-26.

L’emergenza sanitaria da Covid-19 tra codici ATECO e sistemi di relazioni industriali: una questione di metodo

Tiraboschi, Michele
2020

Abstract

L’emergenza sanitaria ha accelerato alcuni mutamenti sociali in atto nel mondo del lavoro portandoci definitivamente dentro la “società del rischio” teorizzata sul volgere del secolo scorso da Ulrich Beck. La razionalità giuridica che ha costruito l’ordine economico e sociale del Novecento industriale ne è uscita definitivamente compromessa. Il contributo evidenzia, al riguardo, la tendenza a leggere il rischio attraverso una razionalità tecnico-scientifica che agevola non solo una fuga dalle responsabilità ma anche una errata contrapposizione tra la razionalità scientifico-sanitaria e quella economica. Ponendo queste considerazioni come sfondo, l’analisi vuole approfondire le misure restrittive della libertà di impresa e del lavoro messe in atto per il contenimento della diffusione del virus, andando ad indagare il metodo con il quale sono stati presi tali provvedimenti, i quali hanno mostrato fin da subito di non essere in grado di recepire i molteplici spunti provenienti dal mondo delle relazioni industriali. Un esempio della difficoltà della razionalità normativa nel rispondere in maniera efficace alla situazione nella quale si trovavano imprese e sindacati è costituito dalla scelta di utilizzare un metodo basato sui codici ATECO. L’individuazione dei settori considerati esenti dai provvedimenti restrittivi attraverso questa classificazione ha di fatto scontentato sia il lato datoriale, che avrebbe preferito uno strumento meno restrittivo e adattabile, sia il lato sindacale, che riteneva l’elenco dei settori esenti troppo esteso. Tale classificazione dell’economia non rispecchia tuttavia quella nuova geografia del lavoro, caratterizzata più da ecosistemi territoriali – nei quali vi è una interconnessione tra tutti i soggetti economici – che dalla presenza di categorie merceologiche. Inoltre, viene sottolineato come questa classificazione non dialoghi con l’elemento centrale di questi nuovi contesti produttivi: la connettività. Questa errata rappresentazione delle realtà ha, tra i suoi tanti effetti, condotto ad un’inefficace lettura anche delle categorie di rischio, lasciando scoperte moltissime categorie di lavoratori di fronte a questa emergenza. Il contributo ribadisce come la debolezza della classificazione basata sui codici ATECO sia stata tuttavia compensata dall’apertura a possibili protocolli a livello aziendale che andassero a mitigare il rischio. In conclusione del contributo l’A. affronta il tema della regolazione dei rapporti di lavoro tra codici ATECO e contrattazione collettiva, nel quale risiede la finalità più importante di qualsiasi meccanismo di lettura della realtà economico-produttiva come quello rappresentato dagli stessi codici ATECO: la costruzione di una chiave di lettura comune alla razionalità economica e a quella giuridica. Infine, il contributo vuole evidenziare come la lezione che la situazione emergenziale può fornire sia rappresentata principalmente dalla necessità di porre al centro della costruzione di un ponte tra razionalità economica e razionalità giuridica il metodo del diritto delle relazioni industriali, inteso come diritto che nasce dai sistemi di contrattazione collettiva.
2020
Welfare e lavoro nella emergenza epidemiologica. Contributo sulla nuova questione sociale. Volume V. Le sfide per le relazioni industriali
Michele Tiraboschi, Francesco Seghezzi
9788831940443
ADAPT University Press
ITALIA
L’emergenza sanitaria da Covid-19 tra codici ATECO e sistemi di relazioni industriali: una questione di metodo / Tiraboschi, Michele. - 93:(2020), pp. 1-26.
Tiraboschi, Michele
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/1225985
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