Il riconoscimento della centralità del parlato a scuola, via via più recepito anche in ambito di L1 e testimoniato da un numero crescente di pubblicazioni sul tema rivolte agli insegnanti, può apparire per certi versi paradossale: nessuna normale attività didattica è pensabile infatti senza il continuo ricorso a discorsi e a testi parlati, più o meno spontanei, più o meno pianificati. Per restare al solo codice linguistico, la maggior parte delle attività didattiche, tradizionali e non, comporta di fatto il passaggio continuo, e spesso obbligato, dal medium fonico a quello grafico (v., per es., dettati e stesure di appunti o di verbali) e viceversa (v., per es., letture a voce alta e commenti e spiegazioni orali di testi scritti) (v. Voghera 2017). Ma i continui passaggi dal fonico al grafico, e viceversa, non riguardano solo testi e discorsi “continui” (nel senso inteso dalle indagini OCSE_PISA, v. PISA 2013): molte normali attività scolastiche richiedono infatti anche il saper rielaborare e riconvertire testi “discontinui” scritti (tabelle, grafici, operazioni aritmetiche, ecc.) in forma di testi e discorsi “continui” sia scritti che parlati, e viceversa - e si tratta, in questi casi, di attività ancor più vistosamente multimodali e tutt’altro che secondarie per la comprensione e la produzione di testi e discorsi di tipo soprattutto espositivo (v. Kress 2015; Raible 2014;Voghera 2017). Ciò che può essere globalmente considerato “nuovo” è quindi, piuttosto, il grado generale di consapevolezza rispetto all’importanza del parlato non solo in quanto abilità orale “attiva” primaria, ma anche rispetto alle sue specifiche caratteristiche semiotiche, alle sue più ampie funzioni sia strumentali che cognitive, e, non ultime, alle sue continue interrelazioni con altre “abilità” e competenze (cf. MIUR 2012). Va tuttavia osservato che un grado piuttosto alto di consapevolezza sulle molteplici intersezioni di parlato, scritto e una ricca serie di altri codici non verbali ha, per ovvie ragioni, da sempre caratterizzato la scuola primaria, dove i bambini cominciano il loro percorso di alfabetizzazione incontrando per la prima volta la scrittura. Sono dunque, anche in questo senso, particolarmente ricche di spunti le attività e le strategie didattiche messe in atto nella scuola primaria al fine di avviare i bambini al possesso attivo e consapevole di (più o meno) nuovi codici verbali e non verbali. L’obiettivo specifico di questo lavoro è quindi quello di presentare e discutere attività, sperimentate in classi diverse della scuola primaria, caratterizzate da un alto grado di multimodalità e finalizzate alla produzione di testi e discorsi solo apparentemente “monomodali”, mettendo soprattutto in evidenza gli articolati percorsi preparatori sia scritti che parlati che “agìti” necessari per arrivare alla produzione finale sensata e consapevole di specifici tipi e generi testuali scritti e parlati. Si descriveranno in particolare le attività preparatorie e finali di un discorso procedurale parlato (corrispondente a una ricetta di cucina) da parte di bambini di seconda primaria, e le attività quotidiane e non incentrate su un testo scritto discontinuo (l’appello-calendario in formato tabellare) da parte di bambini di prima e seconda primaria.

La scuola primaria come laboratorio consapevole di multimodalità / Borghi, P.; Calaresu, E.. - (2020), pp. 51-67.

La scuola primaria come laboratorio consapevole di multimodalità

Calaresu E.
2020

Abstract

Il riconoscimento della centralità del parlato a scuola, via via più recepito anche in ambito di L1 e testimoniato da un numero crescente di pubblicazioni sul tema rivolte agli insegnanti, può apparire per certi versi paradossale: nessuna normale attività didattica è pensabile infatti senza il continuo ricorso a discorsi e a testi parlati, più o meno spontanei, più o meno pianificati. Per restare al solo codice linguistico, la maggior parte delle attività didattiche, tradizionali e non, comporta di fatto il passaggio continuo, e spesso obbligato, dal medium fonico a quello grafico (v., per es., dettati e stesure di appunti o di verbali) e viceversa (v., per es., letture a voce alta e commenti e spiegazioni orali di testi scritti) (v. Voghera 2017). Ma i continui passaggi dal fonico al grafico, e viceversa, non riguardano solo testi e discorsi “continui” (nel senso inteso dalle indagini OCSE_PISA, v. PISA 2013): molte normali attività scolastiche richiedono infatti anche il saper rielaborare e riconvertire testi “discontinui” scritti (tabelle, grafici, operazioni aritmetiche, ecc.) in forma di testi e discorsi “continui” sia scritti che parlati, e viceversa - e si tratta, in questi casi, di attività ancor più vistosamente multimodali e tutt’altro che secondarie per la comprensione e la produzione di testi e discorsi di tipo soprattutto espositivo (v. Kress 2015; Raible 2014;Voghera 2017). Ciò che può essere globalmente considerato “nuovo” è quindi, piuttosto, il grado generale di consapevolezza rispetto all’importanza del parlato non solo in quanto abilità orale “attiva” primaria, ma anche rispetto alle sue specifiche caratteristiche semiotiche, alle sue più ampie funzioni sia strumentali che cognitive, e, non ultime, alle sue continue interrelazioni con altre “abilità” e competenze (cf. MIUR 2012). Va tuttavia osservato che un grado piuttosto alto di consapevolezza sulle molteplici intersezioni di parlato, scritto e una ricca serie di altri codici non verbali ha, per ovvie ragioni, da sempre caratterizzato la scuola primaria, dove i bambini cominciano il loro percorso di alfabetizzazione incontrando per la prima volta la scrittura. Sono dunque, anche in questo senso, particolarmente ricche di spunti le attività e le strategie didattiche messe in atto nella scuola primaria al fine di avviare i bambini al possesso attivo e consapevole di (più o meno) nuovi codici verbali e non verbali. L’obiettivo specifico di questo lavoro è quindi quello di presentare e discutere attività, sperimentate in classi diverse della scuola primaria, caratterizzate da un alto grado di multimodalità e finalizzate alla produzione di testi e discorsi solo apparentemente “monomodali”, mettendo soprattutto in evidenza gli articolati percorsi preparatori sia scritti che parlati che “agìti” necessari per arrivare alla produzione finale sensata e consapevole di specifici tipi e generi testuali scritti e parlati. Si descriveranno in particolare le attività preparatorie e finali di un discorso procedurale parlato (corrispondente a una ricetta di cucina) da parte di bambini di seconda primaria, e le attività quotidiane e non incentrate su un testo scritto discontinuo (l’appello-calendario in formato tabellare) da parte di bambini di prima e seconda primaria.
2020
Orale e scritto, verbale e non verbale: la multimodalità nell’ora di lezione
Voghera, Miriam; Maturi , Pietro; Rosi , Fabiana
978-88-7667-811-0
Franco Cesati Editore
ITALIA
La scuola primaria come laboratorio consapevole di multimodalità / Borghi, P.; Calaresu, E.. - (2020), pp. 51-67.
Borghi, P.; Calaresu, E.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Borghi - Calaresu 2020 La scuola primaria come laboratorio consapevole di multimodalità (con indice volume)_removed.pdf

Accesso riservato

Descrizione: Articolo principale
Tipologia: Versione pubblicata dall'editore
Dimensione 1.02 MB
Formato Adobe PDF
1.02 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia
Pubblicazioni consigliate

Licenza Creative Commons
I metadati presenti in IRIS UNIMORE sono rilasciati con licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal, mentre i file delle pubblicazioni sono rilasciati con licenza Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0), salvo diversa indicazione.
In caso di violazione di copyright, contattare Supporto Iris

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/1203543
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact