Il presente contributo riguarda l’analisi del materiale carpologico proveniente dalla Vasca US 1050 utilizzata per l’eliminazione dei rifiuti dello stesso palazzo. Il riempimento della vasca è stato interamente attribuito, in base alle analisi di ceramica e vetro, alla seconda metà del XV secolo d.C., prima del 1479, anno in cui Eleonora d’Aragona, moglie di Ercole I d’Este, fece demolire la parte dell’edificio sovrastante il manufatto in oggetto per far posto a un ampio cortile interno, l’attuale Piazza Municipale. La Vasca US 1050, rispetto alle altre del sistema di scarico sottoposte a saggio per le analisi archeobotaniche, mostrava una buona quantità di materiali carpologici ottimamente conservati. Si è così pensato di concentrare le analisi carpologiche su questa struttura, analizzando una cospicua quantità del riempimento della stessa. Già dai primi saggi si è potuto constatare che i reperti carpologici erano da attribuire soprattutto a vegetali legati all’alimentazione umana. Per questo, una fonte rinascimentale è stata di particolare aiuto per indagare gli usi delle piante testimoniante in questo contesto e il loro significato; il libro di cucina di Cristoforo da Messisbugo (= MC), scalco della corte estense tra la fine del XV e la prima metà del XVI se- colo, opera pubblicata postuma nel 1549. Il volume contiene la lista degli ingredienti immancabili in dispensa, 14 menù dettagliati preparati dallo scalco in occasioni particolari e 323 ricette. Il Messisbugo è considerato il fondatore della grande tradizione culinaria italiana del ’500, un vero “letterato” della cucina. Il suo trattato è di fondamentale importanza come fonte con cui confrontare i dati archeobotanici, anche se, per stessa ammissione dell’autore, nell’opera non c’è posto per ricette troppo semplici "che da qualunque vile femminuccia ottimamente si sapriano fare, ma solo per le più notabili vivande". Le ricette di Messisbugo sono state poi messe a confronto con le 356 del Libro de arte coquinaria, il primo ricettario in senso moderno, attribuito a Maestro Martino da Como (= MM), un famoso cuoco del XV secolo. Inoltre è stata consultata diversa letteratura sul tema della cucina nel periodo medievale-rinascimentale in Italia.
I reperti carpologici della Vasca US 1050 (metà XV secolo): testimonianze vegetali dalla tavola ducale estense / Bosi, Giovanna; Mazzanti, Marta. - 38:(2018), pp. 321-329.
I reperti carpologici della Vasca US 1050 (metà XV secolo): testimonianze vegetali dalla tavola ducale estense
Bosi Giovanna;Bandini Mazzanti Marta
2018
Abstract
Il presente contributo riguarda l’analisi del materiale carpologico proveniente dalla Vasca US 1050 utilizzata per l’eliminazione dei rifiuti dello stesso palazzo. Il riempimento della vasca è stato interamente attribuito, in base alle analisi di ceramica e vetro, alla seconda metà del XV secolo d.C., prima del 1479, anno in cui Eleonora d’Aragona, moglie di Ercole I d’Este, fece demolire la parte dell’edificio sovrastante il manufatto in oggetto per far posto a un ampio cortile interno, l’attuale Piazza Municipale. La Vasca US 1050, rispetto alle altre del sistema di scarico sottoposte a saggio per le analisi archeobotaniche, mostrava una buona quantità di materiali carpologici ottimamente conservati. Si è così pensato di concentrare le analisi carpologiche su questa struttura, analizzando una cospicua quantità del riempimento della stessa. Già dai primi saggi si è potuto constatare che i reperti carpologici erano da attribuire soprattutto a vegetali legati all’alimentazione umana. Per questo, una fonte rinascimentale è stata di particolare aiuto per indagare gli usi delle piante testimoniante in questo contesto e il loro significato; il libro di cucina di Cristoforo da Messisbugo (= MC), scalco della corte estense tra la fine del XV e la prima metà del XVI se- colo, opera pubblicata postuma nel 1549. Il volume contiene la lista degli ingredienti immancabili in dispensa, 14 menù dettagliati preparati dallo scalco in occasioni particolari e 323 ricette. Il Messisbugo è considerato il fondatore della grande tradizione culinaria italiana del ’500, un vero “letterato” della cucina. Il suo trattato è di fondamentale importanza come fonte con cui confrontare i dati archeobotanici, anche se, per stessa ammissione dell’autore, nell’opera non c’è posto per ricette troppo semplici "che da qualunque vile femminuccia ottimamente si sapriano fare, ma solo per le più notabili vivande". Le ricette di Messisbugo sono state poi messe a confronto con le 356 del Libro de arte coquinaria, il primo ricettario in senso moderno, attribuito a Maestro Martino da Como (= MM), un famoso cuoco del XV secolo. Inoltre è stata consultata diversa letteratura sul tema della cucina nel periodo medievale-rinascimentale in Italia.Pubblicazioni consigliate
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