I fenomeni legati alla criminalità mafiosa ed organizzata si presentano con differenti modalità sulle quali i territori e gli Enti locali sono chiamati ad intervenire nel quadro delle loro specifiche funzioni istituzionali. Essa infatti assume di volta in volta il carattere •di criminalità tradizionale (pensiamo alle estorsioni sotto forma di “pizzo”, al traffico di droga, al mercato della mano d’opera irregolare, al mercato dei migranti clandestini, al traffico di prostitute, agli omicidi per il controllo del territorio, alle minacce per ottenere appalti, alle costrizioni nei confronti degli amministratori pubblici ecc.); •di criminalità in funzione di riciclaggio (che a sua volta nel nostro ordinamento integra un delitto) le cui attività consistono nel ripulire nell’economia legale il denaro proveniente da attività criminose per incanalarlo in circuiti di investimento; si tratta di flussi finanziari dotati di un’enorme forza inquinante, che si diffondono attraverso la partecipazione a gare pubbliche, l’attivazione di poco trasparenti attività di prestito, gli interventi in settori critici dell’economia attivando affari illegali come il traffico dei rifiuti, l’acquisto di attività imprenditoriali finalizzato al loro utilizzo per scopi mafiosi, l’ingresso allo stesso scopo in compagini societarie, in sintesi operazioni che consentono di pagare in contanti e di ricevere un bene o di effettuare un investimento “pulito” oppure di effettuare operazioni ci “copertura” legale di affari illeciti; •di criminalità organizzata imprenditrice che, ripulito il denaro ma non dimentica della sua provenienza, svolge attività apparentemente lecite, che spesso s’incrociano ed agiscono in stretta sintonia con quelle indicate ai punti precedenti, ma non si concretizzano necessariamente in azioni criminose o di rilievo penale pur rappresentando, paradossalmente, un vero e proprio presidio criminale nell’economia, pronto a risolverne le criticità (ricorso al credito, smaltimento dei rifiuti, recupero crediti ecc.) attraverso modalità illegali con una tempestività che sarebbe impossibile seguendo le procedure corrette e quindi con ulteriori profitti che alimentano a dismisura il circuito dell’economia malata.
Contrasto alla criminalità organizzata e politiche di sicurezza urbana nell’esercizio delle funzioni proprie dei Comuni / Pighi, Giorgio. - (2010). (Intervento presentato al convegno Iniziativa pubblica su criminalità organizzata e sicurezza urbana, tenutosi a Bari nel 9 novemvre 2010).
Contrasto alla criminalità organizzata e politiche di sicurezza urbana nell’esercizio delle funzioni proprie dei Comuni
Giorgio Pighi
2010
Abstract
I fenomeni legati alla criminalità mafiosa ed organizzata si presentano con differenti modalità sulle quali i territori e gli Enti locali sono chiamati ad intervenire nel quadro delle loro specifiche funzioni istituzionali. Essa infatti assume di volta in volta il carattere •di criminalità tradizionale (pensiamo alle estorsioni sotto forma di “pizzo”, al traffico di droga, al mercato della mano d’opera irregolare, al mercato dei migranti clandestini, al traffico di prostitute, agli omicidi per il controllo del territorio, alle minacce per ottenere appalti, alle costrizioni nei confronti degli amministratori pubblici ecc.); •di criminalità in funzione di riciclaggio (che a sua volta nel nostro ordinamento integra un delitto) le cui attività consistono nel ripulire nell’economia legale il denaro proveniente da attività criminose per incanalarlo in circuiti di investimento; si tratta di flussi finanziari dotati di un’enorme forza inquinante, che si diffondono attraverso la partecipazione a gare pubbliche, l’attivazione di poco trasparenti attività di prestito, gli interventi in settori critici dell’economia attivando affari illegali come il traffico dei rifiuti, l’acquisto di attività imprenditoriali finalizzato al loro utilizzo per scopi mafiosi, l’ingresso allo stesso scopo in compagini societarie, in sintesi operazioni che consentono di pagare in contanti e di ricevere un bene o di effettuare un investimento “pulito” oppure di effettuare operazioni ci “copertura” legale di affari illeciti; •di criminalità organizzata imprenditrice che, ripulito il denaro ma non dimentica della sua provenienza, svolge attività apparentemente lecite, che spesso s’incrociano ed agiscono in stretta sintonia con quelle indicate ai punti precedenti, ma non si concretizzano necessariamente in azioni criminose o di rilievo penale pur rappresentando, paradossalmente, un vero e proprio presidio criminale nell’economia, pronto a risolverne le criticità (ricorso al credito, smaltimento dei rifiuti, recupero crediti ecc.) attraverso modalità illegali con una tempestività che sarebbe impossibile seguendo le procedure corrette e quindi con ulteriori profitti che alimentano a dismisura il circuito dell’economia malata.File | Dimensione | Formato | |
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