INTRODUZIONE Si stima che entro il 2020 gli stili di vita inadeguati saranno responsabili dei due terzi del carico globale di malattia, in modo particolare delle malattie croniche non trasmissibili. In Italia sin dal 2005 il contrasto alle patologie croniche è riconosciuto come obiettivo prioritario, da perseguire anche tramite la promozione della medicina di iniziativa, quale modello assistenziale orientato tra l’altro, all’assunzione del bisogno di salute prima dell’insorgere della malattia. Scopo dello studio è valutare l’attenzione degli operatori sanitari agli stili di vita della popolazione adulta. MATERIALI E METODI Sono stati esaminati i codici deontologici degli operatori sanitari (medico, infermiere, fisioterapista ecc.) ed i principali piani nazionali vigenti (della prevenzione e della cronicità). E’ stata utilizzata la sorveglianza PASSI quale fonte di dati nazionali sull’attenzione degli operatori sanitari agli stili di vita degli adulti. E’ stata consultata la banca dati Medline (PubMed) per la ricerca di articoli scientifici, utilizzando parole chiave come “lifestyle medicine”, “behaviour change”, “medical education”. RISULTATI I codici deontologici prevedono che i professionisti sanitari promuovano corretti stili di vita e i piani nazionali contemplano strategie di prevenzione primaria in gruppi a rischio. Tuttavia dall’analisi dei dati PASSI 2015-2018, è emerso che ha ricevuto il consiglio di fare più attività fisica il 38,5% degli intervistati sovrappeso o obesi; di perdere peso il 47,5% delle persone in eccesso ponderale; di smettere di fumare il 51,4% dei fumatori; di bere meno alcol il 6,4% dei bevitori a maggior rischio. Alcuni articoli mostrano come in altri Paesi la maggioranza degli operatori sanitari non effettui regolarmente l’identificazione o l’assistenza dei loro pazienti nella modifica degli stili di vita a rischio per ragioni riconducibili all’inadeguata formazione specifica, alla mancanza di fiducia nelle potenzialità della medicina dello stile di vita, alla riluttanza nel consigliare comportamenti che non perseguono personalmente. CONCLUSIONI La promozione di stili di vita sani rappresenta l’arma più valida per combattere le malattie croniche, ma nonostante le indicazioni contenute nei codici e nei piani, l’attenzione degli operatori sanitari agli stili di vita risulta ancora insoddisfacente. Per questo è auspicabile includere l’educazione alla medicina dello stile di vita nella formazione di base, post-base e continua dei sanitari. In aggiunta, sarebbe utile pensare all’introduzione di una figura specifica adeguatamente formata che abbia il ruolo di professionista dello stile di vita, previa analisi economica che valuti i relativi costi ed i benefici in termini di riduzione delle ospedalizzazioni, disabilità e mortalità correlate alle malattie croniche.
L’attenzione degli operatori sanitari agli stili di vita degli adulti in Italia / Berghella, Lisa; Creola, Giacomo; Ferri, Paola; Rovesti, Sergio. - In: JOURNAL OF PREVENTIVE MEDICINE AND HYGIENE. - ISSN 2421-4248. - 60:3s1(2019), pp. E263-E263. (Intervento presentato al convegno 52° Congresso Nazionale SItI tenutosi a Perugia nel 16-19 ottobre 2019).
L’attenzione degli operatori sanitari agli stili di vita degli adulti in Italia
Lisa Berghella;Giacomo Creola;Paola Ferri;Sergio Rovesti
2019
Abstract
INTRODUZIONE Si stima che entro il 2020 gli stili di vita inadeguati saranno responsabili dei due terzi del carico globale di malattia, in modo particolare delle malattie croniche non trasmissibili. In Italia sin dal 2005 il contrasto alle patologie croniche è riconosciuto come obiettivo prioritario, da perseguire anche tramite la promozione della medicina di iniziativa, quale modello assistenziale orientato tra l’altro, all’assunzione del bisogno di salute prima dell’insorgere della malattia. Scopo dello studio è valutare l’attenzione degli operatori sanitari agli stili di vita della popolazione adulta. MATERIALI E METODI Sono stati esaminati i codici deontologici degli operatori sanitari (medico, infermiere, fisioterapista ecc.) ed i principali piani nazionali vigenti (della prevenzione e della cronicità). E’ stata utilizzata la sorveglianza PASSI quale fonte di dati nazionali sull’attenzione degli operatori sanitari agli stili di vita degli adulti. E’ stata consultata la banca dati Medline (PubMed) per la ricerca di articoli scientifici, utilizzando parole chiave come “lifestyle medicine”, “behaviour change”, “medical education”. RISULTATI I codici deontologici prevedono che i professionisti sanitari promuovano corretti stili di vita e i piani nazionali contemplano strategie di prevenzione primaria in gruppi a rischio. Tuttavia dall’analisi dei dati PASSI 2015-2018, è emerso che ha ricevuto il consiglio di fare più attività fisica il 38,5% degli intervistati sovrappeso o obesi; di perdere peso il 47,5% delle persone in eccesso ponderale; di smettere di fumare il 51,4% dei fumatori; di bere meno alcol il 6,4% dei bevitori a maggior rischio. Alcuni articoli mostrano come in altri Paesi la maggioranza degli operatori sanitari non effettui regolarmente l’identificazione o l’assistenza dei loro pazienti nella modifica degli stili di vita a rischio per ragioni riconducibili all’inadeguata formazione specifica, alla mancanza di fiducia nelle potenzialità della medicina dello stile di vita, alla riluttanza nel consigliare comportamenti che non perseguono personalmente. CONCLUSIONI La promozione di stili di vita sani rappresenta l’arma più valida per combattere le malattie croniche, ma nonostante le indicazioni contenute nei codici e nei piani, l’attenzione degli operatori sanitari agli stili di vita risulta ancora insoddisfacente. Per questo è auspicabile includere l’educazione alla medicina dello stile di vita nella formazione di base, post-base e continua dei sanitari. In aggiunta, sarebbe utile pensare all’introduzione di una figura specifica adeguatamente formata che abbia il ruolo di professionista dello stile di vita, previa analisi economica che valuti i relativi costi ed i benefici in termini di riduzione delle ospedalizzazioni, disabilità e mortalità correlate alle malattie croniche.Pubblicazioni consigliate
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