Nella commedia L'uomo difficile di Hugo von Hofmannstahl (Der Schwierige, 1921) si rappresenta qualcosa di consueto per il genere: una dichiarazione d'amore che conclude varie peripezie è alla fine coronata da successo. Meno consueto è il fatto che il successo arrida a un eroe schivo e di poche misurate parole, sfuggevole e talvolta scontroso come Hans Karl Bühl. Nel mio contributo si individuano i presupposti che portano un eroe schivo e dotato di sobri strumenti linguisti a esprimere in modo così efficace i propri sentimenti da indurre la bella e ambita Elena a concedergli la mano. L'ipotesi che apre la strada a una risposta plausibile si trova nella famosa, citatissima Lettera a Lord Chantos dello stesso Hofmannstahl (Brief des Lors Chandos an Francis Bacon, 1902). L'apparente scetticismo nei confronti della facoltà della lingua di farsi efficace strumento espressivo e comunicativo, così come si manifesta in questo saggio dalla forma epistolare, può essere inteso come valorizzazione della lingua e delle sue prerogative. È vero che la sensibilità di fronte all'inevitabile „tradimento“ della lingua nei confronti di ciò che nomina o esprime provoca una sorta di afasia in Hans Karl Bühl. Tuttavia l'assenza della parola apre uno spazio di attesa in cui gli interagenti possono riconoscersi, armonizzare l'espressione linguistica all'originalità del contesto e cercare una lingua comune che nella sua contingenza e particolarità sfugga alla vuota formalizzazione in formule standardizzate.
"L’uomo difficile di Hugo" di Hofmannsthal: la dichiarazione d’amore come accadimento / Giacobazzi, Cesare. - In: LA TORRE DI BABELE. - ISSN 1724-3114. - 14_2018:(2018), pp. 137-153.
"L’uomo difficile di Hugo" di Hofmannsthal: la dichiarazione d’amore come accadimento
Giacobazzi, Cesare
2018
Abstract
Nella commedia L'uomo difficile di Hugo von Hofmannstahl (Der Schwierige, 1921) si rappresenta qualcosa di consueto per il genere: una dichiarazione d'amore che conclude varie peripezie è alla fine coronata da successo. Meno consueto è il fatto che il successo arrida a un eroe schivo e di poche misurate parole, sfuggevole e talvolta scontroso come Hans Karl Bühl. Nel mio contributo si individuano i presupposti che portano un eroe schivo e dotato di sobri strumenti linguisti a esprimere in modo così efficace i propri sentimenti da indurre la bella e ambita Elena a concedergli la mano. L'ipotesi che apre la strada a una risposta plausibile si trova nella famosa, citatissima Lettera a Lord Chantos dello stesso Hofmannstahl (Brief des Lors Chandos an Francis Bacon, 1902). L'apparente scetticismo nei confronti della facoltà della lingua di farsi efficace strumento espressivo e comunicativo, così come si manifesta in questo saggio dalla forma epistolare, può essere inteso come valorizzazione della lingua e delle sue prerogative. È vero che la sensibilità di fronte all'inevitabile „tradimento“ della lingua nei confronti di ciò che nomina o esprime provoca una sorta di afasia in Hans Karl Bühl. Tuttavia l'assenza della parola apre uno spazio di attesa in cui gli interagenti possono riconoscersi, armonizzare l'espressione linguistica all'originalità del contesto e cercare una lingua comune che nella sua contingenza e particolarità sfugga alla vuota formalizzazione in formule standardizzate.File | Dimensione | Formato | |
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