Nel corso del Novecento, i regimi totalitari hanno partorito una dichiarata “educazione alla guerra”, tanto comicamente efficiente in alcuni suoi effetti collaterali, quanto tragicamente efficace. Nel fascismo e nel nazionalsocialismo, la “guerra” era considerata la condizione privilegiata di chi aveva il diritto (per ragioni razziali) di conquistare altre parti del mondo; nel comunismo di matrice stalinista, la “guerra” era considerato uno stato di permanente allerta al fine di difendere le conquiste della rivoluzione (cioè, lo stato sovietico) contro l’aggressione capitalistica. D’altro canto, la vita dei regimi democratico-liberali non ha potuto produrre un altrettanto valida “educazione alla pace”, in parte perché essi, aborrendo una direzione centralizzata dell’educazione, finiscono per privilegiare i mezzi rispetto ai fini, e l’educazione “a qualcosa” è un tipico progetto pedagogico che necessita, per essere implementabile, di una minima direzione politica. Nella cultura pedagogica dei regimi democratici, peraltro, in modo episodico e scollegato da un'unica visione organica, sono sorte diverse voci in favore di una “educazione alla pace”: voci lontane, voci che non si sono incontrate allora, voci che possiamo fare incontrare noi oggi, certamente col senno di poi, ma anche con la possibilità di leggerle in una prospettiva storico-pedagogica assai diversa. Tre educatori del Novecento risultano particolarmente significativi in proposito: Robert Bade-Powell, fondatore dello scautismo e del guidismo, i movimenti più longevi della storia dell’associazionismo giovanile mondiale; Maria Montessori animatrice del metodo delle Case dei Bambini, il metodo educativo più diffuso nel mondo (oltre 22.000 scuole montessoriane attive); Loris Malaguzzi, iniziatore del cosiddetto “Reggio Approach” e animatore di uno degli approcci educativi per l’infanzia più celebrati e imitati al giorno d’oggi. Questo lavoro vuole quindi accomunare Robert Baden-Powell, Maria Montessori e Loris Malaguzzi, così lontani eppure così’ vicini per certe intuizioni psicopedagogiche, mettendo a confronto critico le loro proposte di educazione alla pace: certamente nate in contesti socioculturali diversi, e certamente diverse per modalità e contenuti, sono tuttavia convergenti verso un’idea di educazione non tradizionale perché libera e generatrice di persone libere.
Robert Baden-Powell, Maria Montessori. Loris Malaguzzi e l'educazione alla pace nel Novecento: un dialogo a più voci / Barbieri, Nicola S.. - (2018), pp. 1-251.
Robert Baden-Powell, Maria Montessori. Loris Malaguzzi e l'educazione alla pace nel Novecento: un dialogo a più voci
Nicola S. Barbieri
2018
Abstract
Nel corso del Novecento, i regimi totalitari hanno partorito una dichiarata “educazione alla guerra”, tanto comicamente efficiente in alcuni suoi effetti collaterali, quanto tragicamente efficace. Nel fascismo e nel nazionalsocialismo, la “guerra” era considerata la condizione privilegiata di chi aveva il diritto (per ragioni razziali) di conquistare altre parti del mondo; nel comunismo di matrice stalinista, la “guerra” era considerato uno stato di permanente allerta al fine di difendere le conquiste della rivoluzione (cioè, lo stato sovietico) contro l’aggressione capitalistica. D’altro canto, la vita dei regimi democratico-liberali non ha potuto produrre un altrettanto valida “educazione alla pace”, in parte perché essi, aborrendo una direzione centralizzata dell’educazione, finiscono per privilegiare i mezzi rispetto ai fini, e l’educazione “a qualcosa” è un tipico progetto pedagogico che necessita, per essere implementabile, di una minima direzione politica. Nella cultura pedagogica dei regimi democratici, peraltro, in modo episodico e scollegato da un'unica visione organica, sono sorte diverse voci in favore di una “educazione alla pace”: voci lontane, voci che non si sono incontrate allora, voci che possiamo fare incontrare noi oggi, certamente col senno di poi, ma anche con la possibilità di leggerle in una prospettiva storico-pedagogica assai diversa. Tre educatori del Novecento risultano particolarmente significativi in proposito: Robert Bade-Powell, fondatore dello scautismo e del guidismo, i movimenti più longevi della storia dell’associazionismo giovanile mondiale; Maria Montessori animatrice del metodo delle Case dei Bambini, il metodo educativo più diffuso nel mondo (oltre 22.000 scuole montessoriane attive); Loris Malaguzzi, iniziatore del cosiddetto “Reggio Approach” e animatore di uno degli approcci educativi per l’infanzia più celebrati e imitati al giorno d’oggi. Questo lavoro vuole quindi accomunare Robert Baden-Powell, Maria Montessori e Loris Malaguzzi, così lontani eppure così’ vicini per certe intuizioni psicopedagogiche, mettendo a confronto critico le loro proposte di educazione alla pace: certamente nate in contesti socioculturali diversi, e certamente diverse per modalità e contenuti, sono tuttavia convergenti verso un’idea di educazione non tradizionale perché libera e generatrice di persone libere.File | Dimensione | Formato | |
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