A partire dal 2009 con una serie di missioni in area stabiana, dopo il rilascio dei permessi da parte della Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, sono state attuate indagini sulle pitture murali delle ville imperiali (Villa Arianna e Villa San lvlarco) per avere una descrizione dettagliata delle tecniche e dei materiali impiegati nelle pitture murali dei vari ambienti. Sono stati anche programmati controlli sul degrado dei materialj pittorici. Di concerto con archeologi e restauratori presenti sul sito, consapevoli delle operazioni di restauro attuate nel passato e tenendo conto dell'effetto degli eventi drammatici del 79 d.C., si è cercato di capire la situazione conservativa delle pitture per fornire indicazioni sulle operazioni di restauro. Nel corso delle missioni si sono osservate mediante microscopio digitale le superfici pittoriche divari ambienti e si sono effettuati dei microprelievi in posizioni marginali e rappresentative delle cromie presenti. Successivamente i campioni sono stati sottoposti ad analisi presso i laboratori universitari, ad analisi con varie tecniche analitiche e spettroscopìche di tipo atomico e molecolare, come la fluorescenza di raggi X (XRF). la spettroscopia FT-lR in trasmissione e in riflessione, la microscopia Raman con laser rosso e verde. Una considerevole massa di dati ottenuta con i vari tipi di analisi permette di tracciare una sinossi delle tavolozze pittoriche degli artisti al lavoro, dello stato di conservazione dello strato pittorico, del degrado di alcuni dei pigmenti utilizzati in antico, e della presenza di materiali impiegati per il restauro nel corso dei decenni. Sono state evidenziate opere di mani differenti, in base all'impiego di tonalità realizzate con miscele di pigmenti e con sovrapposizione di materiali diversì. ln alcune aree il cinabro risulta virato in nero con produzione di solfocloruri di mercurio. Le decorazioni a mezzo fresco risultano spesso alterate e soggette a caduta di parti dello strato pittorico.

Le pitture parietali delle ville di Stabia: materiali e degrado / Baraldi, P.; Zannini, P.; Baraldi, C.; Tassi, L.; Rossi, A.; Troisi, G.. - (2018), pp. 55-55. (Intervento presentato al convegno Convegno internazionale Picta Fragmenta- Rileggendo la pittura vesuviana tenutosi a Napoli, Museo Archeologico Nazionale di Napoli nel 13-15 settembre 2018).

Le pitture parietali delle ville di Stabia: materiali e degrado

P. Baraldi;P. Zannini;C. Baraldi;L. Tassi;
2018

Abstract

A partire dal 2009 con una serie di missioni in area stabiana, dopo il rilascio dei permessi da parte della Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, sono state attuate indagini sulle pitture murali delle ville imperiali (Villa Arianna e Villa San lvlarco) per avere una descrizione dettagliata delle tecniche e dei materiali impiegati nelle pitture murali dei vari ambienti. Sono stati anche programmati controlli sul degrado dei materialj pittorici. Di concerto con archeologi e restauratori presenti sul sito, consapevoli delle operazioni di restauro attuate nel passato e tenendo conto dell'effetto degli eventi drammatici del 79 d.C., si è cercato di capire la situazione conservativa delle pitture per fornire indicazioni sulle operazioni di restauro. Nel corso delle missioni si sono osservate mediante microscopio digitale le superfici pittoriche divari ambienti e si sono effettuati dei microprelievi in posizioni marginali e rappresentative delle cromie presenti. Successivamente i campioni sono stati sottoposti ad analisi presso i laboratori universitari, ad analisi con varie tecniche analitiche e spettroscopìche di tipo atomico e molecolare, come la fluorescenza di raggi X (XRF). la spettroscopia FT-lR in trasmissione e in riflessione, la microscopia Raman con laser rosso e verde. Una considerevole massa di dati ottenuta con i vari tipi di analisi permette di tracciare una sinossi delle tavolozze pittoriche degli artisti al lavoro, dello stato di conservazione dello strato pittorico, del degrado di alcuni dei pigmenti utilizzati in antico, e della presenza di materiali impiegati per il restauro nel corso dei decenni. Sono state evidenziate opere di mani differenti, in base all'impiego di tonalità realizzate con miscele di pigmenti e con sovrapposizione di materiali diversì. ln alcune aree il cinabro risulta virato in nero con produzione di solfocloruri di mercurio. Le decorazioni a mezzo fresco risultano spesso alterate e soggette a caduta di parti dello strato pittorico.
2018
Convegno internazionale Picta Fragmenta- Rileggendo la pittura vesuviana
Napoli, Museo Archeologico Nazionale di Napoli
13-15 settembre 2018
Baraldi, P.; Zannini, P.; Baraldi, C.; Tassi, L.; Rossi, A.; Troisi, G.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

Licenza Creative Commons
I metadati presenti in IRIS UNIMORE sono rilasciati con licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal, mentre i file delle pubblicazioni sono rilasciati con licenza Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0), salvo diversa indicazione.
In caso di violazione di copyright, contattare Supporto Iris

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/1174516
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact